Scopri il brivido della controversia alla Foiba di Basovizza, tra vandalismo e commemorazione delle vittime!
La Foiba di Basovizza è tornata sotto i riflettori dopo un increscioso atto di vandalismo che ha scosso l'opinione pubblica italiana. Alla vigilia del Giorno del Ricordo, un momento dedicato alla commemorazione delle vittime dei partigiani jugoslavi, il monumento è stato imbrattato con scritte offensive in vernice rossa che esprimono odio e divisione. La premier Giorgia Meloni ha condannato fermamente l'accaduto, definendolo un "oltraggio alla nazione" e richiamando tutti noi a rispettare la memoria storica di coloro che hanno sofferto durante quel tragico periodo.
Il vandalismo non è solo un atto di sfregio isolato, ma riflette una tensione storica ancora molto presente tra le comunità italiane e quelle slave della zona. Scritte come "Trieste è nostra" e altre frasi in croato evocano memorie collettive di conflitti che sembrano non trovare pace. Oltre ai leader politici, appelli a commemorare e a rispettare la memoria delle vittime sono giunti anche da esponenti della società civile e da associazioni che si battono per preservare la storia degli esuli istriani, fiumani e dalmati.
In segno di rispetto e memoria, sono programmati eventi commemorativi in diverse città italiane, tra cui Trieste, dove si svolgeranno cerimonie solenne. L’obiettivo è creare un clima di commemorazione che non solo onori le vittime, ma che favorisca anche un dialogo costruttivo e pacificato tra le diverse identità culturali coinvolte. Come ha sottolineato il consigliere comunale Nicolò Stella, "La tragedia delle Foibe non è una battaglia di parte", una frase che invita alla riflessione piuttosto che alla controversia.
Ma oltre alla tragedia, la Foiba di Basovizza è anche un simbolo della resilienza culturale. La sua storia è intrisa di ricordi, come quello di Anna Maria Crasti, un'esule costretta a fuggire dalla sua casa nel 1947. Le storie delle vittime e degli esuli, spesso dimenticate, devono continuare a essere raccontate per creare consapevolezza e comprensione. Infine, il Giorno del Ricordo offre un'opportunità unica non solo di ricordare, ma di educare le nuove generazioni su lezioni di storia che, in ogni angolo d'Europa, devono essere preservate e rispettate.
Ma sapete perché la Foiba di Basovizza è così importante? Non è solo un luogo di memoria, ma anche un punto di incontro di storie diverse – un luogo dove le esperienze del passato si intrecciano con le sfide del presente. Inoltre, la memoria storica gioca un ruolo cruciale nella formazione dell'identità europea. La comprensione e il rispetto reciproco sono fondamentali per costruire una società inclusiva.
La Foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ...
Scritte offensive con vernice rossa davanti al monumento alla vigilia del Giorno del ricordo delle vittime dei partigiani jugoslavi, lunedì 10 febbraio.
“Ricordare, per commemorare le vittime delle foibe e rinnovare la memoria dell'esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati italiani costretti a fuggire ...
Le frasi: "Trst je nas" (Trieste è nostra), "Trieste è un pozzo", "Smrt fasizmu, svoboda narodom" (Morte al fascismo, libertà ai popoli).
Meloni: “Oltraggio alla nazione”. La Russa: “Vile sfregio”. Fontana: “Memoria e rispetto devono essere pilastri irrinunciabili del nostro vivere civile”
Il giorno dopo, stesso luogo stessa ora, medesimo rituale da parte dell'amministrazione comunale.
Ancora odio davanti alla foiba di Basovizza. Scritte in croato contro gli italiani uccisi alla vigilia del Giorno del Ricordo.
"Ferma condanna per l'atto di vandalismo che ha colpito la foiba di Basovizza. A poche ore dal Giorno del Ricordo, oltraggiare la memoria delle vittime delle ...
Lunedì 10 febbraio, alle ore 16:00, presso il Monumento alle Foibe in via Matteotti, si terrà la commemorazione in ricordo delle vittime delle foibe.
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Ciò che è accaduto è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito», ha commentato la premier Giorgia Meloni. Piantedosi: oltraggio a vittime e ...
Quella di Anna Maria Crasti, costretta nel 1947 a scappare da Orsera, è una delle tantissime storie degli esuli dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia.
Lunedi 10 febbraio alle 10 nell'area verde di Sferracavallo alla presenza del presidente dell'associazione Dalmati Italiani nel Mondo, Toni Concina.
Appuntamento a Marina, per l'omaggio alla lapide e alla biblioteca Oriani per scoprire "Le linee guida per la didattica della frontiera adriatica"
Il 10 gennaio, in occasione del Giorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata, il guardasigilli Carlo Nordio fa tappa a Trieste.