Scoprite come la virologa Beata Halassy ha scelto una strada innovativa (e controversa) per combattere il cancro al seno: l'auto-sperimentazione con virus!
Beata Halassy, una virologa croata, ha fatto parlare di sé e del suo approccio innovativo alla lotta contro il cancro. Con una grande determinazione e una dose non indifferente di audacia, ha scelto di iniettarsi versioni attenuate del virus del morbillo e del virus della stomatite vescicolare direttamente nel tumore al seno che la affliggeva. Ma cosa spinge un'scientista a intraprendere una strada così estrema? Halassy crede fermamente nel potenziale dei virus come alleati nella lotta contro il cancro e ha deciso di metterlo alla prova su se stessa.
Tuttavia, non tutti condividono il suo entusiasmo. Matteo Bassetti, noto infettivologo, ha espresso preoccupazione affermando che la viroterapia oncolitica condotta da Halassy è "scientificamente infondata". Bassetti considera l'auto-sperimentazione di Halassy come l'esatto opposto di quello che la medicina rappresenta. Questa controversia ha aperto un dibattito acceso sulla validità e sicurezza di approcci non tradizionali nella cura dei tumori, con molti esperti che sottolineano l'importanza di seguire protocolli rigorosi e basati su evidenze.
La viroterapia è un campo emergente che mira a utilizzare virus per attaccare specificamente le cellule tumorali e stimolare il sistema immunitario a combattere il cancro. Sebbene la scienza che sta dietro a queste tecnologie possa sembrare futuristica e affascinante, è cruciale non dimenticare gli effetti collaterali e le implicazioni a lungo termine delle terapie non comprova-tate. Halassy, pur avendo ottenuto risultati positivi, è al centro di una tempestosa discussione che la vede anche vittima di critiche aspre da parte della comunità scientifica.
In ogni caso, il suo esempio solleva interrogativi su come la medicina possa evolvere e su quali siano i limiti che gli scienziati sono disposti a superare nella loro ricerca per combattere il cancro. L'auto-sperimentazione potrebbe sembrare una lotta solitaria, ma in fondo potrebbe rappresentare uno spiraglio di luce nel buio della malattia, dimostrando che a volte la passione può portare a risultati inaspettati, anche se controversi. Non possiamo non notare il coraggio di una donna che ha scelto di uscire dai confini accademici per provare a riscrivere le regole della lotta al cancro.
Tuttavia, è fondamentale tenere a mente che non tutte le strade percorribili nella salute portano a risultati positivi. La ricerca scientifica richiede prove solide e un approccio rigoroso per assicurare la sicurezza dei pazienti. La storia di Beata Halassy potrebbe risultare affascinante, ma ci ricorda anche di pensare criticamente e di affidarci a cure validate nella nostra battaglia contro il cancro.
"Al momento la viroterapia oncolitica sul tumore al seno è infondata scientificamente", così Pellegrino sull'auto-sperimentazione.
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