Scopri cosa ha detto Julian Assange nel suo primo intervento pubblico dopo la libertà e perché la lotta per i diritti dei giornalisti è più viva che mai!
Stefania Maurizi, storica collaboratrice di Julian Assange e giornalista de Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato con fermezza che la "guerra a Julian Assange non è finita". Le parole della Maurizi pongono sotto i riflettori la continua lotta per la giustizia del fondatore di WikiLeaks, recentemente liberato dopo anni di detenzione. La sua vicenda non ha solo scosso le fondamenta della libertà di stampa, ma rimane un simbolo della resistenza contro le ingiustizie perpetrate dall'establishment. Il suo destino è strettamente legato a quello di tanti giornalisti che lottano per diritti umani e libertà di espressione in tutto il mondo.
Il 2023 segna un momento cruciale per Assange, il quale ha recentemente testimoniato a Strasburgo davanti alla commissione diritti umani del Consiglio d’Europa. Nel suo primo intervento pubblico, ha messo in evidenza l'importanza di maggiori tutele per i giornalisti, affermando che "il giornalismo non è un crimine". Parole cariche di significato che risuonano in un mondo in cui sempre più professionisti della comunicazione si trovano ad affrontare pressioni e persecuzioni per il loro lavoro. La testimonianza di Assange è un avvertimento per tutti: il diritto di informare è in pericolo, e con esso, la democrazia stessa.
Dopo l'arresto avvenuto l'11 aprile 2019 e i successivi procedimenti di estradizione verso gli Stati Uniti, Assange è riuscito a rompere il silenzio e a ribadire la sua posizione. La sua storia è un piano inclinato per qualsiasi grande Stato intenzionato a perseguire i propri detrattori, un precedente pericoloso che echeggia nei corridoi del potere. Durante la sua testimonianza, Assange stesso ha espresso una chiara preoccupazione riguardo al futuro del giornalismo e al trattamento riservato a chi osa sfidare il potere.
L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa ha riconosciuto Julian Assange come prigioniero politico, evidenziando le gravi violazioni dei diritti umani di cui è stato vittima. Con la recente designazione di Assange, l'Europa si trova ora a un bivio fondamentale: difendere la libertà di stampa o cedere all'oppressione. Ma la storia non finisce qui; restate sintonizzati per le prossime mosse del protagonista di questa epica battaglia per la verità!
Così Stefania Maurizi, firma di punta de Il Fatto Quotidiano che per anni ha lavorato a stretto gomito con l'editore australiano da poco tornato in libertà dopo ...
L'ex capo di WikiLeaks ha testimoniato a Strasburgo davanti alla commissione diritti umani del Consiglio d'Europa, chiedendo maggiori tutele per giornalisti ...
E infine, dopo il suo arresto l'11 aprile 2019, in vista del procedimento di estradizione verso gli Stati Uniti, con Julian Assange in un carcere di massima ...
Il suo caso, potrebbe diventare un pericoloso precedente per qualsiasi grande Stato con la volontà di perseguire i giornalisti in Europa.
(S.A.) Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, ha recentemente testimoniato di fronte alla commissione Affari giuridici e diritti umani dell'assemblea ...
E se si è attaccati per «eccesso di giornalismo» è necessario difendersi a vicenda e non arretrare o scusarsi. Da accusato è diventato accusatore l'ex nemico ...
L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Apce) ha designato il fondatore di WikiLeaks Julian Assange come “prigioniero politico”.
Il fondatore di Wikileaks Julian Assange ha dichiarato martedì di essere stato rilasciato dopo anni di detenzione solo perché si è dichiarato colpevole di ...
L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) ha espresso grande preoccupazione per “il trattamento sproporzionatamente duro” cui è stato ...
L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (APCE) ha ufficialmente designato ieri Julian Assange, fondatore di WikiLeaks, come «prigioniero politico».