Lo strano epilogo del processo sulla strage di Corinaldo ha lasciato l'Italia a bocca aperta! Leggi i dettagli qui 👀
La strage di Corinaldo, avvenuta nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018, ha visto un epilogo sorprendente con l'assoluzione di tutti gli imputati per i reati più gravi. Sebbene la procura avesse richiesto pesanti condanne fino a 50 anni di carcere, gli amministratori responsabili sono stati condannati solo per falso, con pene leggere e sospese. La sentenza ha generato una reazione di shock nell'opinione pubblica per l'inspiegabile esito del processo.
In particolare, il gestore della discoteca, Quinto Cecchini, è stato assolto perché il fatto non sussiste, mentre l'ex sindaco Principi è stato condannato solo per il reato di falso. Le accuse di omicidio colposo e disastro colposo non sono state riconosciute ai responsabili della sicurezza, suscitando indignazione tra i familiari delle vittime.
Il secondo processo bis a Corinaldo ha confermato le assoluzioni per i reati più gravi, lasciando molte domande senza risposta sulle responsabilità legate alla sicurezza della discoteca Lanterna azzurra. L'epilogo del caso ha sollevato dibattiti sulla giustizia e la sicurezza degli eventi pubblici in Italia, portando alla luce la fragilità del sistema giudiziario.
In conclusione, la strage di Corinaldo rimane un tema di discussione acceso, con il mistero delle assoluzioni che continua a suscitare perplessità e polemiche. Un caso giudiziario che ha scosso il Paese e sollevato dubbi sulla tutela della sicurezza nei luoghi di intrattenimento, richiamando l'attenzione sulle normative vigenti e i controlli necessari per evitare tragedie simili.
Assolti perché il fatto non sussiste, con formula piena. Nella notte tra il 7 e l'8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni.
Le condanne per gli amministratori responsabili sono arrivate soltanto per falso con pene di massimo un anno e due mesi di reclusione, tutte sospese.
Assolto perché il fatto non sussiste Quinto Cecchini, gestore della discoteca. L'ex sindaco Principi condannato ad un anno ma solo per il reato di falso.
Non riconosciuti l'omicidio colposo e il disastro colposo ai responsabili della sicurezza. La procura aveva chiesto 50 anni di carcere per 9 imputati.
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Queste le decisioni per i nove imputati del processo bis per i fatti della discoteca, risalenti al 2016, in cui morirono 5 adolescenti e una mamma.
La ricostruzione della tragedia a "La Vita in Diretta" ne parliamo con Franco Di Mare e Giacomo Tacconi, testimone della strage.
Per l'omicidio colposo scagionati l'ex sindaco e i tecnici del Comune. Nessun risarcimento ai familiari delle vittime.