La testimonianza di un'italiana dopo quindici anni a New York svela i retroscena del delirio woke e delle pressioni sui bianchi per scusarsi anche se non razzisti.
Da quindici anni a New York, un'italiana si trova nel vortice del delirio woke alla Columbia University. Tra corsi vietati e discriminazioni, la pressione sulle persone bianche diventa sempre più opprimente. 'Bisogna scusarsi di essere bianchi', un dettame che sembra emergere come nuova dittatura negli atenei americani. Obblighi di colpevolizzazione e pentimento si abbattono sui bianchi, costringendoli a giustificarsi anche se non razzisti. La vita universitaria diventa un campo minato di politica identitaria estrema, con conseguenze disorientanti per chiunque si trovi nel mirino. La lotta contro il razzismo si trasforma così in un circolo vizioso di pressioni e divisioni che minacciano il senso stesso di giustizia e uguaglianza.
La testimonianza di un'italiana da quindici anni a New York: “Corsi vietati e discriminazioni. E devo scusarmi con i neri anche se non sono razzista”
Come la dittatura woke negli Usa obbliga alla colpevolizzazione e al pentimento i bianchi per ciò che sono - Il Primato Nazionale.