Carlo Vicentini, 70 anni, aveva lavorato a lungo come primario del reparto di urologia dell'ospedale di Teramo.
"Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria – continua il dg – al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione". È una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile", ha commentato il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia. Se la vita professionale di Vicentini era costellata di successi e soddisfazioni quella privata era invece assai più complessa: alla base della tragedia familiare, secondo quanto trapela dalle primissime indagini, ci sarebbero le condizioni di salute molto gravi di uno dei due figli, attaccato a un respiratore.
L'uomo era primario di urologia all'ospedale di Teramo, in pensione da circa un mese (ANSA)
Ovviamente, la sofferenza è arrivata all'estremo e ha maturato questa idea". "Era un professionista straordinario - ricorda il legale - ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. "Una vicenda estremamente grave". Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri". Il professionista ha ucciso il figlio Massimo, di 43 anni, disabile e attaccato ad un respiratore, la seconda figlia Alessandra, di 36 anni, e la moglie. "Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto (Teramo) - spiega - ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta.
L'ultimo contatto telefonico, su una piattaforma social, con uno dei membri della famiglia risalirebbe alle 13,30 di ieri.
«Era andato in pensione circa un mese fa, dopo aver fatto un grandissimo lavoro nella nostra azienda, nel reparto di urologia a gestione universitaria - continua il dg - al momento del pensionamento il reparto è tornato a gestione ospedaliera, ma ha continuato con il grande lavoro impostato da Vicentini che era medico ricercato da fuori Teramo e fuori regione». «Era andato in pensione da poco come professore ordinario - ha sottolineato il rettore - era un bravo professionista, schietto, anche un pò burbero ma sicuramente una persona genuina. A scoprire la tragedia sono stati alcuni amici e parenti che hanno deciso di cercare la famiglia nella villetta, che è stata aperta con una copia delle chiavi in possesso ad uno dei parenti. È una tragedia che non riusciamo a spiegarci: il professor Vicentini era un urologo molto bravo ed apprezzato oltre che un uomo gentile, sensibile e disponibile». «Viviamo in una zona dove il rumore dei colpi può essere facilmente confuso - spiega un vicino nella villetta di fronte. I corpi sono del medico, di sua moglie e dei suoi due figli.
Si tratta di un medico, Carlo Vicentini: secondo le prime informazioni, alla base del gesto ci sarebbero le gravi condizioni di salute del figlio disabile.
"Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andata al mare a Tortoreto (Teramo) - spiega - ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ha ucciso la moglie e due figli con la pistola, una P38, e poi si è suicidato. Nessuno dei vicini sembra in grado di indicare con certezza l'ora dell'omicidio suicidio. Risalirebbe a circa le 2 della notte tra mercoledì e giovedì l'ultimo accesso su WhatsApp del telefono della 36enne Alessandra Vicentini, uccisa dal padre Carlo insieme alla madre e al fratello. L'ultimo contatto telefonico, su una piattaforma social, con uno dei membri della famiglia risalirebbe alle 13,30 di ieri giovedì 30 marzo 2023. Uccide la moglie e i due figli e poi si suicida.
È accaduto in una villetta alla periferia dell'Aquila. L'omicida sarebbe Carlo Vicentini, ex primario nell'ospedale di Teramo, in pensione da un mese.
Ma poi, visto che nessuno della famiglia rispondeva al telefono, Giovanni Vicentini ha usato le chiavi di casa della villetta che aveva in custodia per entrare. Non si dà pace il fratello di Vicentini, Giovanni, che non aveva alcuna percezione della tragedia imminente: «Mi aveva detto due giorni fa che con tutta la famiglia sarebbe andato al mare a Tortoreto, ieri ho provato a contattarlo senza ricevere risposta. Ma la malattia degenerativa che avanzava inesorabilmente, la prospettiva di assistere ad una chissà quanto lunga agonia di quel figlio così amato destinato a rimanere prigioniero del suo corpo, la paura di non essere in grado di gestire le fasi sempre più complicate della malattia, lo avevano sopraffatto.
L'autore della strage da poco in pensione. Ha ucciso i due figli, di cui uno gravemente malato, e la moglie. L'arma era regolarmente denunciata.
"Un professionista di riferimento anche per il nostro ateneo". Così il direttore generale della Asl di Teramo Maurizio Di Giosia ricorda il medico che oggi ha compiuto a Tempera la strage in famiglia. "Era un professionista straordinario - ricorda il legale - ha sofferto sicuramente per la situazione clinica del figlio che stava poco bene e questa vicenda lo ha segnato. Ma il passaggio aveva fatto emergere alcuni tratti depressivi e la sensazione che fosse scoraggiato tanto che più di un amico gli aveva consigliato di farsi aiutare. Non abbiamo sentito nulla di particolare, pur notando che la casa del dottor Vicentini è rimasta chiusa per tutta la giornata di ieri". Gli inquirenti, che stanno in queste ore ascoltando i vicini, stanno cercando di ricostruire le circostanze in cui la tragedia è avvenuta, per capire se si sia trattato di un gesto premeditato.
Tutti lo conoscevano sia all'Aquila dove abitava con la moglie Carla e i due figli Massimo e Alessandra, nella villetta in via Capitano Corrado Pasqua, teatro ...
Il dottor vicentini era docente di Urologia nell’area concorsuale di Chirurgia plastica-ricostruttiva, chirurgia pediatrica e urologia. “Un professionista di riferimento anche per il nostro ateneo”. Carlo Vicentini, il medico che ha ucciso la sua famiglia all’Aquila, era un professionista stimato e apprezzato.