Sono passati trent'anni da quando un colpo di pistola che non doveva esserlo uccise l'attore fino ad allora noto come il figlio di Bruce Lee.
Il turbamento per la morte di Lee indusse una parte della troupe a lasciare la produzione del film. A occuparsi della distribuzione, dopo che la Paramount si era chiamata fuori, fu la società Miramax, che ampliò il budget con altri 8 milioni di dollari. Per la preparazione delle scene d’azione e delle scazzottate, Lee coinvolse comunque un suo caro amico, Jeff Imada, che conosceva dai tempi in cui da ragazzi prendevano insieme lezioni di arti marziali da Inosanto. Per l’estetica del personaggio principale l’autore del fumetto disse di essersi ispirato a Iggy Pop e Peter Murphy dei Bauhaus, ma il riferimento principale di Lee fu Chris Robinson, cantante del gruppo statunitense Black Crowes, che all’epoca venivano dal grande [successo](https://www.guitarworld.com/features/black-crowes-rich-chris-robinson) dei loro primi due dischi. Per una coincidenza notevole e abbastanza sinistra il personaggio da lui interpretato, il protagonista Billy Lo, inscena la propria morte dopo essere stato [colpito](https://youtu.be/iRNyvcpcsvM?t=35) su un set cinematografico da uno scagnozzo che gli spara con una pistola di scena in cui ha inserito una pallottola vera. Per il ruolo da protagonista Pressman e Proyas pensarono in un primo momento all’attore statunitense Christian Slater, ma poi si convinsero che Lee, l’atletico attore emergente protagonista di Drago d’acciaio, potesse essere fisicamente più adatto. La storia traeva in parte ispirazione da una vicenda personale di O’Barr, la cui fidanzata era morta in un incidente stradale negli anni Settanta, prima che lui si arruolasse. Tornato successivamente in California con il resto della famiglia prese lezioni da uno degli allievi di suo padre, Dan Inosanto, ma negli anni del liceo mise da parte le arti marziali per studiare recitazione, prima a New York e poi a Boston. [incidente](https://www.ilpost.it/2021/10/23/alec-baldwin-incidente-ricostruzione/) che il 21 ottobre 2021 causò la morte della direttrice della fotografia Halyna Hutchins per un colpo partito da una pistola in mano all’attore statunitense Alec Baldwin su un set nel New Mexico. Il giorno dopo la morte di Hutchins la sorella di Brandon Lee, Shannon, [condivise](https://twitter.com/brandonblee/status/1451401745419030531) un messaggio di condoglianze rivolto alla famiglia di Hutchins: «Nessuno dovrebbe mai morire colpito da una pistola su un set». Brandon, cresciuto imparando sia l’inglese che il cinese, aveva otto anni quando suo padre morì a Hong Kong nel 1973, all’età di 32 anni e all’apice del successo, per un edema cerebrale probabilmente causato da una reazione allergica a un farmaco. Brandon Lee era un promettente attore statunitense che fino al 31 marzo 1993 era conosciuto principalmente per essere il figlio di Bruce Lee, il più influente attore e maestro di arti marziali della storia.
Il 31 marzo 1993 una pistola che non avrebbe dovuto essere caricata con pallottole vere colpì l'attore nello stomaco, mettendo fine alla sua vita.
Per ironia della sorte, sarà proprio il film sul cui set perse la vita a consacrarlo nella storia del cinema Il 31 marzo 1993 una pistola che non avrebbe dovuto essere caricata con pallottole vere colpì l'attore nello stomaco, mettendo fine alla sua vita. Per anni aveva cercato di non essere più "il figlio di Bruce Lee".
Brandon Lee, 30 anni dalla morte della star di Il Corvo: il figlio di Bruce Lee non è l'unico a essere mancato durante le riprese.
Una pallottola ha colpito il regista Joel Souza a una spalla, per poi rimbalzare e uccidere Hutchins. [Bruce Lee](https://www.deejay.it/articoli/bruce-lee-come-non-lavete-mai-visto-ecco-il-video-del-suo-unico-vero-combattimento-mai-ripreso/) morì a Hong Kong il 20 luglio 1973: era sul set del film Game of Death. Quando è stata caricata con i proiettili a salve, l’innesco rimasto dentro ha trasformato il colpo in un vero sparo, raggiungendo Brandon Lee allo stomaco. I medici hanno trovato nell’addome il frammento di metallo che gli ha provocato la ferita mortale. La causa della morte di Brandon Lee va attribuita a una tragica fatalità. Al cinema è ricordato per il ruolo di Eric Draven in Il corvo di Alex Proyas.
Moriva 30 anni fa l'attore figlio di Bruce Lee diventato mito grazie a un solo film: 'Il corvo'. Maledetto come la sua (brevissima) vita.
Un ruolo in cui ri-muore e ri-sorge ogni volta, portando all’estremo (in chiave cinica hollywoodiana?) l’idea del cinema e della fotografia come “complesso della mummia” teorizzato da André Bazin. è poi morto violentemente e giovanissimo (28 anni) proprio come certe vere rockstar (solo di un soffio anagrafico non fa parte del cosiddetto “club 27”, i rocker morti a ventisette anni). Fra l’altro Brandon, rocker (per finzione) nel Corvo, aveva imparato a suonare la chitarra per il film e in una scena suona e poi fracassa la chitarra elettrica, sotto lo sguardo impassibile e nerissimo del corvo. Il corvo è tratto da un fumetto cult (inizialmente solo nel giro underground), cioè The Crow di O’Barr (ora dedicato proprio a Brandon), una storia ispirata all’autore dalla morte della fidanzata in seguito a un incidente. Brandon definì il progetto come “una storia sulla giustizia per chi ha subìto ingiustizia”. È stata la tragica e infelice frase di lancio del film Il corvo di Alex Proyas (1994, dal fumetto omonimo di James O’Barr), nonostante il protagonista Brandon Lee fosse già deceduto sul set e riportato in vita – sullo schermo – grazie al CGI.
Il 31 marzo 1993, durante le riprese di Il Corvo moriva Brandon Lee, figlio del celeberrimo attore e Maestro di arti marziali Bruce Lee.
Il corvo ebbe un successo incredibile, diventando un vero e proprio Film Cult. Non si saprà mai di preciso cosa accadde quel giorno e di chi fu la colpa anche perché la famiglia ritirò la denuncia in cambio di un risarcimento di milioni di dollari. Era un giorno come gli altri quello del 31 marzo 1993.
Il 31 marzo di trent'anni fa, il mondo del cinema veniva scioccato dalla tragica notizia della morte di Brandon Lee. Scopri la storia!
La morte di Brandon Lee ha sollevato dubbi sulla sicurezza sul set e ha innescato un’importante riflessione su un sistema che fino ad allora aveva trascurato l’incolumità dei lavoratori. In particolare, le modifiche maggiori si sono concentrate sull’uso delle armi da fuoco, con l’introduzione di regolamenti più severi per la loro gestione e il controllo regolare delle armi stesse. Ciò ha permesso di creare scene d’azione spettacolari, senza compromettere la sicurezza degli attori e del personale coinvolto nelle riprese. La presenza dell’head armourer, ovvero del Capo Armaiolo, è diventata essenziale sul set per garantire la corretta supervisione e il rispetto delle procedure e dei codici di sicurezza previsti per legge durante l’uso delle armi. Questo incidente ha sollevato la questione della sicurezza e delle procedure utilizzate durante le riprese cinematografiche. Dopo il tragico evento, un corvo si posa sulla tomba di Eric, il quale ritorna come essere immortale alla ricerca di vendetta contro coloro che gli hanno tolto la vita ed il futuro con la sua amata. A soli tre giorni dalla fine delle riprese, Brandon Lee si apprestava a girare alcune scene di flashback in cui il suo personaggio veniva colpito da un colpo di pistola. Il regista Alex Proyas aveva bisogno di girare un dettaglio in cui il caricatore della pistola era in primo piano. In tal senso, Bruce Lee rappresenta forse il più grande esempio di questo tipo di comportamento. La sua breve vita è stata caratterizzata dall’unione unica tra l’arte della recitazione e quella del combattimento, un esempio che secondo l’attore Nicolas Cage, sottolinea il dovere di un attore di essere preparato ad affrontare qualsiasi richiesta del ruolo, prevedendo una coesistenza tra attore e stuntman. Durante le riprese del film Il Corvo in North Carolina, Lee, allora ventottenne, rimase vittima di un tragico incidente quando fu accidentalmente colpito da un proiettile durante una scena. Infatti, sebbene molti ruoli gli venissero proposti per sfruttare il suo fisico, Brandon Lee era in grado di dimostrare anche una grande capacità espressiva e una forte personalità sul set.
Era il 31 marzo 1993 quando un proiettile vero uccise Brandon Lee sul set de Il Corvo.
Non è difficile spiegare il successo de Il Corvo, tratto dall’omonimo fumetto e tinto da atmosfere dark noir così affascinanti negli anni ’90. Dopo un intervento di 12 ore, la promettente stella del cinema morì, lasciando sgomenti i fan di tutto il mondo. In realtà, la dinamica è stata ampiamente spiegata in più frangenti: il regista aveva girato pochi giorni prima una scena con un primo piano del tamburo, all’interno erano stati posti proiettili veri in modo da rendere realistico il tutto.