Sono ore di forte preoccupazione per le condizioni di salute del pontefice ricoverato al Gemelli per affaticamento respiratorio. Sul numero di VITA di marzo ...
Uno stralcio dell'intervento della sociologa pubblicato sul numero di VITA magazine di marzo, dedicato ai dieci anni di papato di Bergoglio A quest’ultima, la droga, alla sua diffusione, al suo consumo, al dramma della tossicodipendenza, i vescovi dell’America Latina riuniti nel santuario brasiliano riconobbero la qualità precipua di una pandemia, proprio come quella che si abbatterà sul continente quindici anni dopo, una pandemia che alla pari del covid “è come una macchia d’olio che invade tutto” si affermava al punto 422 del documento finale elaborato dalla commissione presieduta proprio da Bergoglio, “non riconosce frontiere, né geografiche né umane, e attacca allo stesso modo paesi ricchi e poveri, giovani, adulti e anziani, uomini e donne”. Tutto un programma, come si vede, di quello che cercheranno di essere nel tempo e nel loro sviluppo. Ed un momento in particolare, che dieci anni dopo la partenza da Buenos Aires alla volta di Roma con la sola ventiquattrore come bagaglio, per l’appunto, ha un rilievo particolare. Poi sciolse i nastri messi all’entrata del primo Hogar de Cristo, che nelle parole di Bergoglio doveva essere «la casa di Gesù, dove, insieme a Maria sua madre e a Giuseppe suo padre, si impara ad amare e ad essere amati, a ridere e a piangere, ad essere grati e a chiedere, a festeggiare e a soffrire». Un testo sorprendente che coglie la natura umana di Francesco