Le vite delle due sembravano scorrere su binari paralleli. Non si conoscevano, vivevano in zone diverse, una figlia di un messo pontificio e l'altra del ...
Ora tocca ai 40 parlamentari della commissione di inchiesta che ha poteri simili a quelli della magistratura trovare nuovi riscontri e prove per fare luce sull’enigma della scomparsa delle due ragazze. E poi ancora in un altro verbale un’altra testimonianza secondo al quale Emanuela era “molto svogliata” e ai professori che le avevano chiesto cosa volesse fare aveva risposto di “avere intenzione di cercarsi un lavoro”. Stessa situazione per Sonia, l’amica di Mirella figlia del titolare del bar di via Nomentana, sotto casa Gregori, frequentato da quel gendarme vaticano, Raoul Bonarelli, che venne indagato dalla Procura e poi prosciolto dopo che la mamma di Mirella, in un “faccia a faccia” tenuto nel 1993, non riconobbe in lui l’uomo della sicurezza notato vicino al Papa in visita nel 1985 alla parrocchia di quartiere. A unirle è stata la stessa sorte, la scomparsa, avvenuta per Emanuela il 22 giugno, dopo aver comunicato alla sorella, nell’ultima telefonata, che le era stato offerto un lavoro per una nota ditta di cosmetici; per Mirella il 7 maggio del 1983, dopo aver detto alla madre di avere appuntamento con un amico. Ma le loro famiglie non hanno mai smesso di cercarle e di chiedere a gran voce che fosse fatta luce sulle misteriose scomparse di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Sono uscite di casa un giorno e non sono mai più tornate.