Madunine e Navigli, la bamba e gli aperitivi, l'amore e gli affari: Milano nelle canzoni dal secolo scorso a oggi.
O meglio: a una fermata della metropolitana di Milano non proprio centrale e non proprio famosissima (adesso un po' di più ma solo perché ci arriva la M4). Manuel in versione solista parla di una Milano recentissima, quella del lockdown, e infatti la canzone è del 2022 e lui racconta che "Milano con la peste parla di una relazione vissuta in una città resa surreale dal Covid e dal lockdown, dove le persone girano con i volti coperti da maschere che diventano persino allegoriche e che, anche se nascondono i volti, lasciano scoperti gli occhi, la parte più vera. Con una dedica: "L'hanno cantata Dalla, Battiato, Jannacci", la cellula salafita "Che poi era solo uno allergico alla vita", per il secondo cognome più diffuso che è Hu e per una grande verità: "E se provi a parlare in dialetto/Si volta il resto del mondo e chiede "che hai detto?" Dargen prima del successo mainstream di Sanremo e X Factor, nel 2015, canta la sua città in quella che può sembrare una summa del Milanese imbruttito, da Milano "giardino degli Emirati/E siamo tutti immigrati" alla "capitale morale/Del commercio immorale", passando per il delivery ("Amo Milano perché ti consegna tutto a domicilio/Il cibo, Le donne, un figlio") all'inquinamento che "è ambientale/È inutile smettere di fumare". Il Signor G, che di Milano è stato cantore al punto che un teatro, il Lirico, gli è stato dedicato. Una Milano povera e degli ultimi, in qualche modo figlia della Milano di Ma mi, scritta dieci anni prima da Giorgio Strehler e conosciuta nella versione di Jannacci (anche se era stata scritta per Ornella Vanoni), racconta di San Vitur, del carcere di San Vittore, della Resistenza, di antifascismo.
Sabato 1° aprile alle 20.45, in Duomo, l'Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, presiederà la Veglia di preghiera in Traditione Symboli alla presenza ...
Nelle loro storie si coglie la fantasia di Dio che, a un certo punto delle loro vite, ha acceso una luce, quella della fede». Decisiva per molti è stata anche un’esperienze di volontariato, l’incontro con la sofferenza oppure il contatto con la comunità cristiana in occasione della catechesi dei propri figli». Il tema della Veglia, a cui parteciperanno i Vicari episcopali e numerosi presbiteri, verterà sul significato cristiano della Trinità.