Giornalista Gianni Minà

2023 - 3 - 28

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Image courtesy of "Rai News"

È morto Gianni Minà, giornalista e conduttore televisivo. Aveva 84 anni (Rai News)

E' stato protagonista di incontri memorabili, da Fidel Castro al Comandante Marcos, dai Beatles a Maradona e Muhammad Ali. Una vita di interviste.

"Addio a Gianni Minà, un vero maestro del giornalismo e della televisione. Un abbraccio affettuoso alla famiglia e a tutti quelli che gli volevano bene". "Perdiamo un giornalista originale, attento e mai banale, un uomo che amava la cultura. Collaboratore per anni di quotidiani quali la Repubblica, l'Unità, Corriere della Sera e Manifesto, ha all'attivo numerose pubblicazioni, tra le quali: Il racconto di Fidel (1988), Un continente desaparecido (1995), Storie (1997), Un mondo migliore è possibile. Il giornalista e conduttore televisivo Gianni Minà è morto all'età di 84 anni. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità".

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Image courtesy of "L'Espresso"

È morto Gianni Minà, maestro di un giornalismo che non esiste più (L'Espresso)

Scompare a 84 anni il grande intervistatore che, con quella sua aria sempre sgualcita ma accudente, entrava nel mondo dello sport, della musica, ...

Di Gianni Minà ora pioveranno parole e ricordi, lui il giornalista stimato da Sandro Pertini ma dimenticato da una tv ingrata, l’intervistatore generoso che arrivava ovunque, l’uomo che conosceva tutti e che tutti volevano abbracciare. Il 28 marzo del 1976 sbuco davanti alle telecamere presentando un signore di nome Charlie Mingus a Renzo Arbore. Carmelo Bene stava per apparire alla Madonna e si lasciò andare in tutte le intonazioni di cui era capace a cose inaudite contro Giorgio Albertazzi negli anni in cui, era il 1982, il Teatro si scriveva con la T maiuscola.

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Image courtesy of "tvsvizzera.it"

Addio a Gianni Minà, mostro sacro del giornalismo italiano (tvsvizzera.it)

Giornalista, scrittore e conduttore tv, Minà è morto a 84 anni dopo aver raccontato per decenni la storia e l'attualità in interviste memorabili.

Da Porto Alegre le idee per un futuro vivibile (2002), Politicamente scorretto (2007), Il mio Alì (2014), Così va il mondo. Collaboratore per anni di quotidiani come Repubblica, l'Unità, Corriere della Sera e Manifesto, ha scritto numerosi libri tra cui Il racconto di Fidel (1988), Un continente desaparecido (1995), Storie (1997), Un mondo migliore è possibile. "Sono nato giornalista, lo sono stato, lo sono e lo sarò", aveva sottolineato un anno fa, in occasione della presentazione del docufilm "Gianni Minà - Una vita da giornalista". Dopo aver esordito per il rotocalco Sprint, ha realizzato reportage e documentari per rubriche come Tv7, Dribbling, Odeon. All'inizio di ogni intervista, esordiva sempre con le sue idee di riscatto per il popolo nero ed enumerava tutto quello che un nero americano non era riuscito ad avere nella vita: 'Tutti hanno una terra per la quale lottare, combattere... Purtroppo le sue battaglie non hanno prodotto grandi cambiamenti, ma non mi sento di dire che ha perso".

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La fortuna di Gianni Minà, il Giornalista amato dagli Italiani - ArtsLife (ArtsLife)

Il 27 marzo è morto Gianni Minà. Il pubblico italiano lo ha amato e lo apprezza ancora. Ora è compito della Rai tenere viva la sua memoria.

La moglie Loredana è da decenni custode e manager del patrimonio giornalistico e audiovisivo di Gianni Minà. Le interviste al gruppo del cortile di Corso IV Novembre aprono il documentario sulla sua vita, “Gianni Minà una vita da giornalista”, girato di recente dalla moglie Loredana Macchietti. [Mina](https://artslife.com/2020/03/25/mina-80-diva-e-aliena-della-musica-italiana-sempre-grande-grande-grande/), Battisti, Massimo Troisi, Fidel Castro, Robert De Niro, Leonardo Di Caprio, Maradona e tanti tantissimi altri. Un documento unico, presentato e premiato lo scorso anno al [Bari International Film&Tv Festival](https://www.bifest.it/), che speriamo la Rai mostri al grande pubblico appena possibile. Un gruppo di ragazzi che popolava il cortile della perferia torinese dove Gianni giocava a pallone, rodando una delle sue immense passioni, lo sport. Ci sono i racconti di Ivo, di Giacomo e anche di Enzo, l’amatissimo fratello di Gianni scomparso il 2 marzo scorso. Dopo decenni di vita e lavoro a Roma, trovava il modo, di quando in quando, di rivedere i suoi amici d’infanzia. La fortuna di Minà è stata fare, anzi essere, ciò che amava. Oltre che dalla gente comune, Gianni Minà è stato amato da tanti tanti grandi personaggi del cinema, della televisione, letteratura, arte, politica. Un’intervista, quella di Minà a Fanpage, che qualsiasi giovane aspirante giornalista dovrebbe guardare con attenzione. Un tesoro che, insieme alla moglie Loredana Macchietti, Gianni ha cercato di custodire e valorizzare. Gianni Minà è stata una persona fortunata.

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Addio a Gianni Minà, il giornalista amico dei grandi (Donna Moderna)

Minà si è spento all'età di 84 anni dopo una breve malattia cardiaca. Memorabili le sue interviste ai personaggi che hanno fatto la storia.

Nel 2015 il reportage " Tra i documentari di maggior successo, alcuni di carattere sportivo: da Nereo Rocco a Diego Maradona (celebre il reportage-confessione del 2001 con El pibe de oro alla fine dell'anno più sofferto per la vita), da Michel Platini a Ronaldo. Minà è stato editore e direttore della rivista letteraria "Latinoamerica e tutti i sud del mondo" dal 2000 al 2015. E l'ho perso, come ho mancato l'intervista a Marcello Mastroianni, una persona gentile e ironica". Purtroppo le sue battaglie non hanno prodotto grandi cambiamenti, ma non mi sento di dire che ha perso". L'incontro più bello, raccontava Minà, quello con Muhammad Ali: "Il più grande di tutti, perché ha rotto un sistema, una cultura.

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Image courtesy of "Fanpage"

Gianni Minà “epurato” dalla Rai: cosa accadde al grande giornalista ... (Fanpage)

Gianni Minà è stato uno dei giornalisti che ha incarnato il vero significato di servizio pubblico. Attivo in Rai dal 1981, dopo anni di onorato servizio e ...

Non l’ho fatto". Insomma: prima ho pagato l’arroganza della destra, e poi il pentimento della sinistra di essere stata a sinistra". Anni dopo mi hanno detto: “Stavi sulle palle a Velardi”, che era uno degli uomini di D’Alema. Il cambio di governo del 1996 rimescolò le carte e gli permise di avere un'altra possibilità grazie al neo direttore di rete, Carlo Freccero: "Con l’arrivo del governo di sinistra nel 1996, Carlo Freccero mi mandò su Raidue con il talk show Storie, a mezzanotte e mezzo. Ovviamente rifiutai". Lo spiegò bene in alcune interviste, tentando di chiarificare i motivi per i quali si sentì messo ai margini e come riuscì a reagire grazie a sua

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Intervista a Gianni Minà, da Castro a Maradona al giornalismo di ... (Il Riformista)

Ha intervistato protagonisti dello sport, dello spettacolo e della cultura, della politica. Con alcuni di questi aveva stretto amicizie durate una carriera ...

Camilo Guevara, il figlio del Che, mi ha chiesto di dargli una mano perché vuole che sia completamente funzionante per l’anniversario della nascita del padre. Da questo punto di vista il giornalismo di oggi è ridicolo, non ha etica. Una terra di contraddizioni e creatività che non perderà mai il suo ruolo di capitale. A un certo punto ha cominciato a riscuotere più consensi all’estero che in patria. Nel 2007 ha ricevuto il premio alla carriera del Festival di Berlino. È difficile fare qualcosa quando c’è qualcuno che non ti fa arrivare da mangiare e fornisce le armi all’opposizione. Ma alla fine io non avrei mai usato quel materiale perché credo che nessuno abbia il diritto di saccheggiare l’intimità di una persona. Il punto è che è difficile resistere alla tentazione di chiedere di 60 anni di carriera che hanno attraversato gli argomenti più disparati. Volevo incontrarlo e non avevo messo in conto di non riuscirci. Oggi il ricco è tornato a soverchiare il più povero. E Trump è il rappresentante di questa tendenza. Le condizioni per replicare l’intervista di sedici ore che lo stesso giornalista fece nel 1987 a Fidel Castro ci sarebbero tutte, ma evidentemente non è il caso.

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Image courtesy of "L'Ultimo Uomo"

Gianni Minà, giornalista dell'empatia (L'Ultimo Uomo)

Ricordo di un grande del giornalismo italiano. Condividi: Diego Armando Maradona è seduto su una poltrona rossa, con la mano destra regge il microfono mentre ...

Se Gianni Minà è diventato Gianni Minà nella nostra cultura di massa – epitome di dolcezza e rispetto per gli intervistati, per lo sport, per l’umanità – lo deve, come ha detto più volte anche lui, al mestiere più bello del mondo. In un celebre monologo durante il programma Alta Classe, Massimo Troisi diceva di invidiare a Minà la sua agendina telefonica: «È uno che se chiama Cassius Clay non è che gli sbattono il telefono in faccia. Come ha scritto Alice Oliveri su The Vision, però: «In realtà la bravura di Gianni Minà e del genere di giornalismo che ha coltivato durante la sua lunga carriera è proprio nella delicatezza dell’approccio con cui ha sempre condotto le sue interviste. Oppure qualche secondo dopo, quando aveva introdotto il topos della protesta e del dissenso: «Lei ha scelto questo modo di parlare perché va bene per farsi pubblicità o perché ha capito che un uomo della sua generazione per farsi ascoltare deve urlare?». Forse è così che dovremmo conservare il ricordo di Gianni Minà, perché se era diventato amico di grandi sportivi e artisti, o comunque conservava con loro rapporti di stima reciproca, lo doveva proprio al giornalismo, al racconto, alla divulgazione. Minà si è occupato dello sport come motore di cambiamento sociale, ha dato voce agli atleti nella loro funzione più controversa. Nelle foto Gianni Minà sorride come un bambino, spesso ha la testa inclinata sulla spalla di un intervistato. Il più importante calciatore del mondo che offre un pezzetto di sé, del proprio godimento, della propria paura («Io non voglio finire malamente» dice Maradona quando Minà gli ricorda la fine di Masaniello) al pubblico attraverso un giornalista straniero con cui non dovrebbe avere niente a che fare, ma nel quale Maradona aveva riposto la sua fiducia: «Avevo spiegato al suo responsabile stampa che volevo parlare con lui non di tattiche ma della vita, di quello in cui credeva, senza pettegolezzi» ha scritto Minà nel suo ultimo libro Diego Maradona, non sarò mai un uomo comune. Quelle foto, che per chiunque suonerebbero leggendarie, nello stile di Minà assomigliano a un quadro di Gustave Courbet: la realtà per com’è, non per come la vogliamo rappresentare. «L’aggressività dei giornalisti di oggi è cretina» ha detto Gianni Minà nel 2016. Se i grandi personaggi del Novecento si sono aperti a Minà, consegnandosi a lui nei momenti più bui (Maradona parlerà solo con Minà quando verrà squalificato dalla FIFA ai Mondiali di USA ’94), è stato anche grazie alla sua capacità nel raccontarli. Sempre in un’intervista del 2016 ha rivelato di essere in possesso di alcuni filmati privati di Diego Maradona, delle sue sedute con gli psicologi quando stava provando a disintossicarsi dalla cocaina.

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Image courtesy of "Tag24 - Radio Cusano Campus"

Gianni Minà, il giornalista empatico (Tag24 - Radio Cusano Campus)

In questi giorni se ne stanno leggendo e sentendo tante su Gianni Minà. Nelle ore successive alla sua scomparsa risalente a lunedì sera, tutti quelli che lo ...

Lui era ben consapevole che di quelle storie lui non era il protagonista. Il problema del giornalismo di oggi è che qualora si riesca ad intervistare un grande personaggio si subisce il suo fascino e poi non riescono a fare le famose domande scomode, quelle che portano davvero alla scoperta del personaggio, non dimentichiamoci che Minà in conferenza stampa nel pre mondiale del 1978 fece una domanda al gerarca e fu costretto ad andare via da li”. La prosa intelligente che scaldava i cuori e interrogava le menti, giornalista di fine intelligenza che non ha mai ceduto alle fanfare del conformismo. Il mondo dello sport, del giornalismo, della politica e dello sport in queste ore stanno rendendo omaggio a Gianni Minà. Gianni Minà ha rappresentato attraverso i suoi documentari, le sue interviste e tutti i lavori che ha svolto la figura del giornalista perfetto, fare della vera informazione senza essere ostacolati, una cosa che ora non è possibile fare. [Cusano Italia Tv ](https://www.cusanoitaliatv.it/)è intervenuto Raffaele Ciccarelli, storico dello sport e delegato Figc che ha spiegato come oramai nel nostro paese sia sempre più difficile, se non impossibile, fare del vero giornalismo: “Non esiste più il giornalismo che intendeva Minà, lui non aveva paura di fare domande, era una persona schietta e diretta.

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Image courtesy of "Il Messaggero"

Gianni Minà, la camera ardente in Campidoglio. Gualtieri ... (Il Messaggero)

Corone di fiori colorate e la maglia del Torino calcio, città natale di Gianni Minà. Roma ha voluto rendere l'ultimo omaggio al giornalista e conduttore ...

Gianni Minà «è stato un giornalista e un autore televisivo straordinario, autore di pagine memorabili di giornalismo, una personalità riconosciuta in tutto il mondo» e che «è stato impegnato in tante battaglie per i diritti e per la libertà». Una maglia del Torino calcio, città natale di Minà, è stata adagiata sul feretro Corone di fiori colorate e la maglia del Torino calcio, città natale di Gianni Minà.

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