E' stato protagonista di incontri memorabili, da Fidel Castro al Comandante Marcos, dai Beatles a Maradona e Muhammad Ali. Una vita di interviste.
"Addio a Gianni Minà, un vero maestro del giornalismo e della televisione. Un abbraccio affettuoso alla famiglia e a tutti quelli che gli volevano bene". "Perdiamo un giornalista originale, attento e mai banale, un uomo che amava la cultura. Collaboratore per anni di quotidiani quali la Repubblica, l'Unità, Corriere della Sera e Manifesto, ha all'attivo numerose pubblicazioni, tra le quali: Il racconto di Fidel (1988), Un continente desaparecido (1995), Storie (1997), Un mondo migliore è possibile. Il giornalista e conduttore televisivo Gianni Minà è morto all'età di 84 anni. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità".
Memorabili le interviste alle leggende dello sport, a Fidel Castro, i Beatles e Gabriel Garcia Marquez. L'amicizia con Troisi e Diego Armando Maradona.
Nel 1987 Minà diventa famoso in tutto il mondo per un'intervista di sedici ore con Fidel Castro, il presidente cubano, per un documentario da cui viene tratto un libro: il reportage intitolato Fidel racconta il Che. Nel 1981 vinse il «Premio Saint Vincent» in qualità di miglior giornalista televisivo dell’anno. Tutto quanto fa spettacolo» e «Gulliver».
FOTO - L'annuncio della morte sul profilo social del giornalista. Aveva 84 anni. Autore di Blitz, da Castro ad Alì le sue interviste nella storia (ANSA)
Poi ha collaborato a Mixer, ha esordito come autore e conduttore di Blitz e ha condotto la Domenica sportiva e il talk show Storie. Un abbraccio affettuoso alla famiglia e a tutti quelli che gli volevano bene". All'inizio di ogni intervista, esordiva sempre con le sue idee di riscatto per il popolo nero e enumerava tutto quello che un nero americano non era riuscito ad avere nella vita: 'Tutti hanno una terra per la quale lottare, combattere... Purtroppo le sue battaglie non hanno prodotto grandi cambiamenti, ma non mi sento di dire che ha perso". "Quello con Muhammad Alì, il più grande di tutti, perché ha rotto un sistema, una cultura. Nato a Torino nel 1938, giornalista, autore, intrattenitore, conduttore, documentarista, appassionato di America Latina, inventore di Blitz - che negli anni '80 rappresentò su Rai2 il 'rivale innovativo' di Domenica in, ospitando, tra gli altri, Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Muhammad Ali, Robert De Niro, Jane Fonda, Gabriel Garcia Marquez, Enzo Ferrari - Minà ha realizzato centinaia di reportage e interviste per la Rai e non solo.
L'annuncio sul profilo social del giornalista. "Ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato ...
Proprio quest'ultimo è stato seguito da Mina' in tutta la sua carriera e a lui ha dedicato un lungometraggio intitolato Cassius Clay, una storia americana. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. In particolare, è stato editore e direttore della rivista Latinoamerica e tutti i sud del mondo dal 2000 al 2015 e direttore della collana di Sperling & Kupfer Continente desaparecido. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari" si legge "Perdiamo un giornalista originale, attento e mai banale, un uomo che amava la cultura. "Gianni Miná ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca.
Gianni Minà aveva 84 anni. Ha fatto interviste entrate nella storia: da Fidel Castro a Gabriel Garcia Marquez. Era amico di Diego Maradona.
Gianni Minà ha seguito otto mondiali di calcio e sette olimpiadi, ma la sua storia di cantore di sport è legata a due nomi emorni: [Diego Armando Maradona](https://www.vanityfair.it/article/maradona-perche-non-riusciamo-a-smettere-di-parlare-film-pallone-calcio) e [Muhammad Ali](https://www.vanityfair.it/article/il-posto-nella-storia-di-muhammad-ali-paladino-dei-diritti-civili). Ha collaborato con Giovanni Minoli a Mixer e debuttato come conduttore di Blitz. Negli anni si è occupato di sport e politica, ma anche di letteratura e inchieste, con una passione enorme per il Sud America. Ha lavorato a Sprint, rotocalco sportivo diretto da Maurizio Barendson, ma anche a Tv7, AZ, un fatto come e perché, Dribbling, Odeon. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari.
Leggi su Sky Sport l'articolo Addio a Gianni Minà: il giornalista, scrittore e conduttore televisivo è morto a 84 anni.
Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Addio a Gianni Minà: il giornalista, scrittore e conduttore televisivo è morto a Roma a 84 anni, dopo una breve malattia. Memorabile, tra le innumerevoli perle della sua carriera, una sua irresistibile intervista a Massimo Troisi, che gli invidiava l'agendina per via di tutti i contatti e i preziosi numeri di telefono delle personalità più in vista. Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari". A darne l’annuncio, sui suoi profili social, la sua famiglia con un breve messaggio: “Gianni Miná ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. Gianni Minà era nato a Torino nel 1938 e aveva iniziato la sua carriera giornalistica a Tuttosport, di cui poi fu anche direttore.
America latina (Cultura) L'annuncio della famiglia affidato ai social: "Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca.
Dopo aver collaborato alla costruzione del film tratto da questa avventura e intitolato I diari della motocicletta diretto da Walter Salles e prodotto da Robert Redford e Michael Nozik, Minà ha realizzato il lungometraggio In viaggio con Che Guevara, ripercorrendo con l’ottantenne Alberto Granado quell’avventura mitica. Da quello stesso incontro è stato tratto Fidel racconta il Che, un reportage nel quale il leader cubano per la prima e unica volta racconta l’epopea di Ernesto Guevara. Nel 1960 ha esordito alla RAI come collaboratore dei servizi sportivi per le Olimpiadi di Roma.
Gianni Minà, notissimo giornalista e conduttore televisivo, è morto all'età di 84 anni a Roma. A darne notizia è stata la famiglia.
Nel 1981 ha ricevuto dal presidente Sandro Pertini il Premio Saint Vincent come miglior giornalista televisivo dell'anno. Ci siamo rincorsi: una volta non potevo io, una volta non poteva lui. All'inizio di ogni intervista, esordiva sempre con le sue idee di riscatto per il popolo nero ed enumerava tutto quello che un nero americano non era riuscito ad avere nella vita: 'Tutti hanno una terra per la quale lottare, combattere... Iconica, tra le tante, resta la foto che lo ritrae gioioso a cena a Roma con Muhammad Ali, Sergio Leone, Robert De Niro e Gabriel García Marquez. A darne notizia è stata la famiglia sui suoi profili social: "Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca. -
Ospite di Rainews24 il 31 ottobre 2014, il giornalista rievoca il leggendario incontro a quarant'anni da quella notte a Kinshasa.
È scomparso all'età di 84 anni il giornalista che ha innovato i linguaggi e le liturgie della televisione italiana: l'amicizia con Fidel Castro e Maradona, ...
Nel corso della sua lunga carriera, Minà ha intervistato personalità del calibro di Maradona, Fidel Castro, Muhammad Ali, Robert De Niro e Sergio Leone. Nel 1965, dopo aver preso calco al rotocalco televisivo di genere sportivo Sprint, diretto da Maurizio Barendson, ha cominciato a innovare la televisione italiana realizzando reportage e documentari che hanno stravolto le liturgie del piccolo schermo, come Tv7, AZ, Odeon, Tutto quanto fa spettacolo e Gulliver. Nato a Torino il 17 maggio del 1938, diede inizio alla sua corriera occupandosi soprattutto di sport: entrò nella redazione di Tuttosport nel 1959, un anno dopo seguì come inviato le Olimpiadi di Roma per la Rai.
America Latina, Amazzonia, il Perù. La storica intervista a Fidel Castro del 1987, quelle con Mohammed Alì, Robert De Niro, Federico Fellini, Sergio Leone ...
Era a Città del Messico per il record del mondo di Pietro Mennea. Ha seguito otto campionati del mondo del calcio, decine di titoli mondiali di pugilato, varie Olimpiadi. Conduttore per due anni di Blitz.
A Tuttosport i suoi racconti affascinavano la redazione. Sapeva incantare in qualsiasi modo e situazione: dal computer alla macchinetta del caffè.
Malconcia, fitta di scrittura e zeppa di numeri pazzeschi. E sì, esisteva l’agendina telefonica di Minà. Lo ritraeva alla guida di una vecchia Fiat 500 in una strada di Roma. Minà era già una leggenda all’epoca e l’idea di averlo come direttore era elettrizzante per chiunque, chi iniziava il mestiere era a rischio elettrochoc, anche perché Minà era esattamente come te lo aspettavi. «E a quel punto Maradona...». Gli avevo dato del lei e lui mi aveva immediatamente ripreso: «Il direttore è un collega, devi darmi del tu».
L'annuncio della morte è stato dato sulla pagina ufficiale del famoso giornalista e scrittore su Facebook. "Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia ...
"Il mio lessico familiare è stato il siciliano stretto", disse una volta Gianni Minà. Nato a Torino nel 1938, Minà è stato uno dei volti più noti del giornalismo italiano, non solo in patria. "Gianni Minà ci ha lasciato dopo una breve malattia cardiaca - si legge sulla sua pagina Facebook - Non è stato mai lasciato solo, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari.
All'indomani della vittoria dell'Italia ai Mondiali del 1982, il giornalista realizza uno speciale dedicato alla storica impresa degli azzurri.