Quentin Tarantino presto a Milano per presentare il suo nuovo libro: Cinema Speculation. In questi giorni è arrivata anche la notizia di quale sarà il suo ...
Il libro di Quentin Tarantino Cinema Speculation è edito in Italia da La nave di Teseo. A dialogare con lui Elisabetta Sgarbi e Antonio Monda. Se avessi avuto qualche indizio di quello che mi aspettava, magari avrei reagito diversamente. Certo, non un film Disney qualsiasi: si tratta infatti di Bambi. Ricordo il mio cervellino di bambino di cinque anni che gridava: “Che cazzo sta succedendo?” – anche se allora non avrei detto “cazzo”. E chissà se nel cast ci sarà davvero [Kevin Spacey, come anticipato a Radio DEEJAY dal doppiatore dell’attore, Roberto Pedicini](https://www.deejay.it/articoli/jim-carrey-si-ritira-kevin-spacey-tarantino-intervista-doppiatore-roberto-pedicini/).
Quentin Tarantino compie 60 anni: ripercorri la sua carriera, i film più iconici del regista come Pulp Fiction, stasera su Rete 4 con QT8: The First Eight.
Fra due giorni, più di preciso lunedì 27 marzo, Quentin Tarantino compirà 60 anni. il personaggio Il giornale in
Il regista prepara 'The Movie Critic', il suo prossimo e ultimo film basato sulla storia vera di un critico cinematografico degli anni '70.
Prodotto con un budget assai limitato, grazie all'aiuto di Harvey Keitel e del Sundance Film Festival, racconta il fallimento di una rapina, organizzata da una banda in cui è riuscito a infiltrarsi un poliziotto, e lo fa attraverso l'uso intensivo del flashback, che sconvolge la tradizionale linearità del racconto, senza per questo allentare la tensione. E’ difficile immaginare che si limiterà a fare il critico cinematografico – che pure fa in maniera egregia (basta leggere ‘Cinema Speculation’) – restando dietro le quinte, scrivendo magari qualche sceneggiatura. Una su tutte: quella di John Travolta nei panni del gangster pulp e pasticcione Vincent Vega, quando l’attore si cimentò accanto a Uma Thurman (allora musa e compagna di Tarantino) in una memorabile scena di ballo al locale Jack Rabbit Slim's, in cui Travolta tornò a danzare sul grande schermo, sia pur in maniera parodistica, ad anni di distanza da ‘La febbre del sabato sera’. La più forte riguarda il frequente utilizzo di epiteti razziali, o almeno ritenuti tali, nei suoi film, in particolar modo la parola negro (“nigger”). E che film: ‘Reservoir dogs’ (Le iene), film da lui scritto (con Avary), diretto e interpretato. Hollywood’ (Once Upon a Time in Hollywood) (2019) – più l’episodio ‘Four Rooms’ del film ‘L'uomo di Hollywood’ (The Man from Hollywood del 1995. Quindi i miei primi anni di spettatore (sono nato nel ’63) coincisero con l’inizio della rivoluzione (il 1967), con la rivoluzione cinematografica in pieno corso (il 1968-69) e con l’anno in cui la rivoluzione fu vinta. In questo periodo scrisse ‘True romance’ (Una vita al massimo) e ‘Natural born killers’ (Assassini nati), che sarebbero stati diretti, rispettivamente, da Tony Scott nel 1993 e da Oliver Stone nel 1994. Confermando così la sua smodata passione per quel periodo storico cinematografico in cui si è formato e che è alla base del suo cinema unico e così coinvolgente che, a partire da ‘Le iene’ e ‘Pulp Fiction’, ha fatto di lui uno dei maestri assoluti del cinema. E prepara il suo prossimo e – così ha annunciato – ultimo film basato sulla storia vera di un critico cinematografico degli anni ’70. Tra i film sceneggiati da Tarantino ma diretti da altri registi da citare poi ‘Una vita al massimo’ di Tony Scott, ‘Natural Born Killers’ di Oliver Stone, il cortometraggio ‘Dance me to the end of love, ‘Dal Tramonto all'Alba’ di Robert Rodriguez e ‘The Rock’ di Michael Bay. Nell’ultimo libro uscito in Italia lo scorso 21 marzo per La nave di Teseo, intitolato ‘Cinema Speculation’, Quentin Tarantino rievoca la sua infanzia insolita passata al cinema, una sorta di ‘imprinting’ che lo ha portato negli anni a diventare uno dei registi di culto del cinema mondiale.
La recensione di Cinema Speculation, il saggio sull'arte cinematografica di Quentin Tarantino edito da La Nave di Teseo.
La sua è anche un’operazione nostalgica, considerando che il modo di fruire lo schermo è cambiato nel corso dei decenni, e leggere le storie di come il giovanissimo Quentin nei primi anni Settanta si trovasse nei cinema di Los Angeles a guardare film di genere, fa un effetto da macchina del tempo. Ed anche nel suo scrivere per un saggio, il popolare Quentin offre uno stile “parlato”, non risparmiando parolacce, frasi da gergo, che fanno trasparire come il suo stile inconfondibile che si riesce a ritrovare nelle battute dei suoi film più celebri, e che traspare anche dalle interviste, si rispecchi perfettamente anche in questo saggio. Un’eccezione è rappresentata da Kevin Thomas, uno tra i pochi giornalisti di settore di quell’epoca che sembrava adorare il cinema di genere, e che trovava attraverso le sue recensioni un modo per invogliare il pubblico ad andare a vedere al cinema quel tipo di pellicole. Quentin Tarantino, molto più rispetto a diversi critici di settore (fare autocritica è una cosa sana) riesce a raccontare il cinema ed a trasmettere l’energia che provoca il guardare un film, o il trovarsi davanti al grande schermo. Ciò che rende raro questo libro a livello concettuale è il fatto che Quentin Tarantino cerchi di unire critica, saggio e biografia in un unico connubio che funziona benissimo. In questo libro il regista di cult come Pulp Fiction e Kill Bill ha deciso di coltivare il suo amore per l’arte cinematografica raccontando e facendo da critico di molte pellicole anni Settanta e Ottanta, che hanno influenzato la sua visione della settima arte.