Prendendo spunto da un tragico fatto di cronaca, Fiorello racconta la Sicilia che ha vissuto in prima persona, con i suoi contrasti paesaggistici e mentali.
Da grande fan del cantautore siciliano, [Fiorello](https://www.mymovies.it/biografia/?a=26756) lo omaggia a più riprese e lascia la cura della colonna sonora a chi lo volle a tutti i costi come mentore. [Giuseppe Fiorello](https://www.mymovies.it/biografia/?a=26756) fa, da attore qual è, sui personaggi è quanto mai scrupoloso e approfondito. Per narrare lo sconvolgente delitto di Giarre del 1980, in cui due adolescenti gay furono ritrovati uccisi perché 'colpevoli' di amarsi, racconta la Sicilia che ha vissuto in prima persona, con i suoi contrasti paesaggistici (il mare dai colori unici e le ciminiere sullo sfondo, gli spazi sconfinati e le mura domestiche claustrofobiche) e mentali (la generosità dell'ospitalità da una parte, la mentalità chiusa, patriarcale e ancorata a tradizioni secolari dall'altra). Un sistema che oggi definiremmo violento, tossico e omofobo, ma che Nel mezzo, la purezza contagiosa di una storia d'amicizia e di amore che sboccia all'improvviso. Prendendo spunto da un tragico fatto di cronaca, Fiorello racconta la Sicilia che ha vissuto in prima persona, con i suoi contrasti paesaggistici e mentali.
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Stranizza d'amuri ha qualche inciampo di messa in scena e lunghezze figlie però di una purezza e generosità di racconto sostenuta da una solida sceneggiatura e interpretazioni riuscite, anche da parte dei giovani protagonisti. Privilegia la sobrietà e l’invenzione, anche allontanandosi dalla vicenda reale, per costruire personaggi in carne, ossa e sentimenti, in un contesto umano e la soffocante presenza di un’atmosfera odiosa ma ancora ben viva in alcuni ambienti. Questa volta non c’è davanti alla macchina da presa, ma esordisce alla regia con una storia prima letta una dozzina d’anni fa e poi cresciuta fino a diventare un’ossessione personale, e forse anche una maniera per ritornare indietro sui suoi passi, per provare a far crescere qualcosa di diverso sulle sue radici, magari risarcendo due giovani vittime dell’odio subito nel 1980. Il primo è bullizzato da una gag di perdigiorno del bar sotto casa nel suo paese. [Giuseppe Fiorello](https://www.comingsoon.it/personaggi/giuseppe-fiorello/121345/biografia/), fa da sfondo, e i suoi accenti fanno da colonna sonora, senza troppi compromessi o concessioni all’italiano solo sporcato da qualche parola autoctona, richiedendo un certo sforzo allo spettatore. Stranizza d'amuri è l'opera prima di Giuseppe Fiorello.
Stranizza d'amuri, la recensione del film d'esordio alla regia di Beppe Fiorello. Un omaggio a Battiato e ai giovani siciliani protagonisti.
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Roma, 22 mar. (askanews) - Giuseppe Fiorello esordisce alla regia con il film "Stranizza d'Amuri", nei cinema dal 23 marzo, in cui racconta la...
Io lascerei la libertà di amarsi, tranquillamente". "Continuare a discutere di questa tematica. Ispirata alla vera storia di di due ragazzi omosessuali uccisi, mostra come ad un legame puro e sincero si potesse contrapporre una mentalità maschilista e tanti pregiudizi, che pervadevano anche le loro famiglie.
legato da tempo a Franco Battiato, suo mentore artistico, aveva già collaborato con Giuseppe Fiorello, “ospite speciale” del suo ultimo album “Parola”. “ ...
Milani) Abbiamo lavorato con delicatezza ed empatia al fianco di Giuseppe, in un rapporto di preziosa sintonia al servizio delle immagini e della storia stessa. L’autenticità e la cura delle riprese, la delicatezza delle interpretazioni ci hanno commosso profondamente consegnandoci fin dall’inizio la giusta chiave di lettura musicale”, dicono Caccamo e Milani a proposito della scrittura dei brani, in cui si mescolano elementi classici e moderni. Caccamo) Bonaviri) Milani) – Canzone inedita
"Stranizza d'amuri", l'intervista a Giuseppe Fiorello alla sua prima esperienza di regista: la trama, produzione e i protagonisti del film.
Il mio intento era quello di dare allo spettatore la possibilità di tornare al cinema e quindi dare vita di nuovo alle sale perché è un film che mi auguro dia la sensazione di un viaggio dentro un’epoca, dentro dei sapori e dentro una luce che in nessun altro televisore potrai mai vedere come si vede in uno schermo cinematografico”. Parlo da padre di due ragazzi poco più che adolescenti e da un uomo che ascolta, legge le cronache, guarda i film e la televisione e cerca di capire”. Più che alla provincia, penso che si debba dare spazio alla famiglia perché la famiglia è la vera provincia di ogni essere umano”. Anche quella canzone racconta la storia di un amore impossibile perché vissuto in un momento in cui c’è la guerra. Quella è una parte che rinnego della mia terra: quel sapere ma non dire, quell’avere ancora paura del malaffare e dei sistemi mafiosi, quel temere ancora che si possa denunciare. Il film non tratta una storia di quel genere, però me lo chiedono sempre e io dico che, siccome si tratta di bambini, penso che si debba stare attenti a usare certi termini. La provincia, a volte, è spietata dinanzi a qualcuno che ce la fa. Ognuno deve essere libero di essere quello che vuole essere”. In realtà, io avevo in tasca questa storia che mi ha sempre ispirato e che mi aveva sempre colpito il cuore”. Per questo, mi sono ispirato a questo fatto e il mio film ha immaginato una storia tra due ragazzi. [diritti civili e omosessuali](https://qds.it/gay-pride-2023-sicilia-date-info-taormina/) dando la spinta perché molte persone si riversassero sulle strade a protestare dinanzi a un omicidio che era stato di stampo odioso. A distanza di quarantuno anni, Giuseppe Fiorello si ispira liberamente alla storia per “Stranizza d’amuri”, il suo primo lungometraggio da regista al cinema dal 23 marzo 2023.
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La storia di un amore proibito nella Sicilia anni Ottanta: è “Stranizza d’amuri”, il primo film da regista di Beppe Fiorello. End of dialog window. Beginning of dialog window.
Le vittime furono due fidanzati, il venticinquenne Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola, detto Toni, di dieci anni più giovane: scomparsi da casa due ...
Non si tratta quindi proprio di un contesto romantico, eppure in quel luogo nasce quella “stranizza” d’amore, che viene espressa da Battiato con brevi ma potenti immagini, molto evocative: una vera e propria febbre. La scelta di dare al film lo stesso titolo di una bellissima, e omonima, canzone di Franco Battiato, ben si addice allo scopo del film: risvegliare la coscienza positiva dei siciliani per non dimenticare mai le tante cose belle che quella terra ha dato e continua a dare. Coraggiosi e affamati di vita, i due ragazzi non si curano dei pregiudizi, e dei giudizi, vivendo liberamente.
Un inno alla libertà di amarsi, la storia di due adolescenti nella Sicilia omofobica degli anni Ottanta nel primo film da regista del famoso attore.
Ci sono i Mondiali di calcio, l’estate, gli anni ‘80, certi paradisi terrestri siciliani, la musica di Franco Battiato (una sua canzone dà anche il titolo al film), ma soprattutto la storia di un primo amore, di quellla «stranizza», di strana sorpresa che coglie chiunque di fronte a un sentimento inesplorato. I due ragazzini fanno amicizia e si innamorano come ci si innamora per la prima volta e forse mai più, di un amore puro che spalanca nuovi mondi, nuove vertiginose possibilità; ma nella Sicilia profonda degli anni ‘80, due maschi che si amano sono additati con disprezzo dal paese come «puppi co’ bulli», «ricchioni patentati». Fiorello racconta molto dell’omofobia di quegli anni (e in parte anche di oggi), della discriminazione quotidiana e violenta, ma non cede alla tentazione del film a tesi.
Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola scomparsi da due settimane, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola alla testa: “Questa ...
Resta comunque e soprattutto, al netto di alcune – ripetiamo – sequenze bucoliche non indispensabili, un bel film. Giorgio Agatino Giammona e Antonio Galatola scomparsi da due settimane, furono trovati morti, mano nella mano, uccisi da un colpo di pistola alla testa: “Questa mia prima regia nasce da un articolo che ricordava il trentennale del delitto Giarre, un caso che non conoscevo. Tuttavia pecca nella lunghezza di due ore e dieci.
Giuseppe Fiorello, al suo debutto alla regia, e Gabriele Pizzurro raccontano Stranizza d'Amuri, il film in sala dal 23 marzo.
ROMA – «Il tipo di amore che raccontiamo nel film è sicuramente quello che sento più vicino a me, ma non più vicino alla mia generazione. Noi raccontiamo un tipo di amore puro che è quello che piace vivere a me». Gabriele Pizzurro è il protagonista, insieme a Samuele Segreto, di Stranizza d’amuri, debutto alla regia di Giuseppe Fiorello – in sala ora – dedicato e ispirato alla storia vera del delitto di Giarre.
L'esordio alla regia del popolare attore è ispirato a una storia vera al cinema dal 23 marzo.
Ma molti si convinsero che a uccidere Giorgio e Toni furono le discriminazioni e la violenza omofoba di cui erano vittime i due ragazzi. Nonostante la guerra che scoppierà intorno a loro, Gianni e Nino vivranno un amore naturale e puro, superando bullismo e difficoltà. Ma presto le discriminazioni di cui è vittima Gianni arrivano all’orecchio di Nino, che però ormai è legato all’amico da un sentimento che va oltre e si rivelerà più forte di tutto.
Una storia d'amore delicata e tormentata ispirata a un triste fatto di cronaca avvenuto in Sicilia nel 1982. Facebook Twitter Whatsapp Telegram Copia link.
Le inquadrature di paesaggi incantevoli, il mare, il sole, il sugo che bolle sul fuoco, gente riunita davanti alla tv per vedere la finale dei mondiali di calcio, sentieri polverosi e angoli di paradiso dove trovare pace e una boccata di aria fresca permettono di immergersi in quella terra così bella e così letale allo stesso tempo. La regia di Fiorello è attenta e ambiziosa delineando una poetica seducente che incanta lo spettatore e gli permette di vivere quella storia d’amore. Il loro amore sarà puro e sincero, ma non può sottrarsi al pregiudizio del paese che non comprende e non accetta. “Mi sono sentito co-responsabile di quel delitto da siciliano, ho avvertito un senso di colpa quando ho saputo cosa era successo e ho fatto questo film per raccontare questa storia. Gabriele Pizzurro e Samuele Segreto interpretano due adolescenti che si conoscono per caso e instaurano un rapporto sincero e complice sotto gli occhi malevoli e giudicanti degli abitanti di un piccolo paese e dei rispettivi genitori, terrorizzati da quello che pensano gli “altri”. La risoluzione del caso è stata sbrigativa e le “indagini iniziali sono state timide perché si è attuato un insabbiamento totale da parte di entrambe le famiglie.
La recensione di Stranizza d'amuri: l'ardore e l'adolescenza in un romanzo di formazione tragico e vitale, che segna il debutto alla regia di Giuseppe ...
Ultima nota, uno spassionato applauso agli interpreti che compongono il presepio di Nino e Gianni, nel quale il concetto di vittima e di carnefice sfuma verso una dimensione sociale: da Fabrizia Sacchi a Simona Malato (le figure materne), da Antonio De Matteo a Giuditta Vasile, fino a Enrico Roccaforte, Roberto Salemi, Giuseppe Spata, Anita Pomario, Alessio Simonetti e il piccolo (ma fondamentale nell'economia del film) Raffaele Cordiano. Minuti che poi avrebbero reso meno marcati i cambi di ritmo, dettati tanto dai protagonisti - Gabriele Pizzurro e [Samuele Segreto](/personaggi/samuele-segreto_448948/), anche loro praticamente debuttati, sono molto bravi - quanto dallo straordinario contro-coro che altererà (avvelenandolo) il cosmo di Nino e Gianni, fatto di fuochi d'artificio, bagni al fiume, corse in sella ad un rumoroso Ciao. [Beppe Fiorello](/personaggi/beppe-fiorello_64048/) è stracolmo di dettagli (l'asciugamano bagnato avvolto sul seggiolino del motorino, per esempio), di assonanze e di contrapposti (pure musicali, basti pensare all'entrata "in scena" di Franco Battiato o dei Pooh), ma non perde mai di vista la centralità umana ed empatica di Nino e di Gianni, sempre al centro dell'immagine, sempre al centro del motore che smuove le scelte visive e narrative del regista. Un amore cristallino, puro e dolcissimo, capace però di generare un forte conflitto in essere, coadiuvato dal pregiudizio del paese e delle loro rispettive famiglie: Nino e Gianni, sospesi tra l'istinto e la paura, tirati da due famiglie diverse (ma nemmeno poi troppo) sono lo specchio dell'adolescenza palpitante e verace, figure archetipe legate alla cruda realtà, eppure elementi sognanti di un percorso immaginifico ancora prima che reale. Perché in Stranizza d'amuri c'è un tema, forte e strutturato, e c'è la correlata poetica che lo avvolge come fosse un abbraccio, libero e leggero come sa essere solo l'adolescenza. Viene fuori forte il background del regista, che ha scritto il film insieme ad Andrea Cedrola e Carlo Salsa.
Il 31 ottobre del 1980 furono ritrovati morti nella campagne intorno alla città siciliana. Avevano 25 e 15 anni.
E la storia fa anche da acceleratore a un processo di separazione che era destinato a compiersi. Si intrecciano politica e cultura attorno ai fatti di Giarre, ancora senza un colpevole ma raccontati per quello che sono: una storia d'amore spezzata dall'omofobia. E la cosa che più mi colpì, in quell'Italia e quella Sicilia così diverse da oggi, fu proprio il silenzio: di dolore, per alcuni, di paura, per molti, di convenienza, per troppi". Il primo per Beppe Fiorello alla regia, [che si è lasciato ispirare dal delitto di Giarre](https://palermo.repubblica.it/societa/2023/03/22/news/beppe_fiorello_stranizza_damuri_film_giovani_gay-393186503/) per scrivere Stranizza d'Amuri (in sala oggi) e impedisce, ancora una volta, che la polvere si posi sulla vicenda. E fu grazie al coraggio di molti "pionieri delle libertà", continua Rutelli, "che oggi anche la Città di Giarre è in prima linea perché quel silenzio non abbia più cittadinanza". [sono stati trovati il 31 ottobre dell'ottanta](https://www.repubblica.it/venerdi/2021/07/22/news/i_ziti_di_giarre_e_l_ex_prete_gay_indagine_sull_omofobia-309658742/), mano nella mano, ai piedi di un albero, nella solitudine delle campagne di Giarre.
L'esordio di Giuseppe Fiorello alla regia con Stranizza d'amuri, la storia d'amore tra Gianni e Nino. Dal 23 marzo 2023 al cinema.
Ma in Stranizza d’amuri non esistono colpevoli, solo vittime: non c’è mai uno sguardo accusatorio nei confronti di chi ostacola il rapporto tra Gianni e Nino, anzi si guarda quasi con dolcezza e pena a quella rigidità tipica: l’unica antagonista è la tradizione insita nelle persone, non le persone stesse. Il duplice omicidio ha scosso gli animi in Sicilia e non solo, tanto da portare alla fondazione del circolo [Arcigay](https://www.arcigay.it/) di Palermo, il primo in Italia. Stranizza d’amuri racconta il sogno di amarsi senza paura.