In occasione della Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è ...
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Dalla tomba in cui è sepolto alla chiesa in cui fu ucciso poco prima di celebrare messa alla scuola, che il sacerdote riteneva fondamentale per i ragazzi.
«Pur essendo nata nel 1995 - racconta Iole - zio Peppe ha segnato profondamente con il suo coraggio la vita mia, della mia famiglia e di Casal di Principe, e credo e spero anche un po’ dell’intera Italia, visto il riconoscimento più alto al sacrificio da lui sopportato con l’arrivo del Capo dello Stato Sergio Mattarella». Sergio Mattarella va a Casal di Principe per rendere omaggio alla figura di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dal clan dei Casalesi 29 anni fa, sui luoghi simbolo della memoria legata al prete: dalla tomba in cui è sepolto alla chiesa in cui fu ucciso poco prima di celebrare messa, alla scuola, che don Diana riteneva fondamentale per togliere i ragazzi dalla strada e allontanarli dalla criminalità organizzata. Il sindaco che ha trasformato il volto della città, i familiari delle vittime, i ragazzi, stufi di continuare a sentire il nome della loro terra associato alla camorra e che ringraziano il presidente della Repubblica perchè la sua visita di domani è un «incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui ormai da anni ci siamo inoltrati».
Oggi la Giornata della memoria per le vittime di mafia. Il presidente ha visitato la tomba di don Diana (VIDEO) e poi ha incontrato gli studenti.
Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando da Casal di Principe. Sergio Mattarella all'istituto Guido Carli di Casal di Principe (Caserta), accolto dai ragazzi della scuola e di due istituti comprensivi della città con le bandierine tricolori; all'interno èstato intonato l'inno nazionale. Dovete avvertire l'orgoglio di essere concittadini di Don Diana.
Il capo dello Stato ha scelto la terra dei fuochi, feudo di camorra, per onorare la ventottesima giornata delle vittime innocenti della mafia.
Ore 11, Casal di Principe, ventimila anime, terra dei fuochi, feudo di camorra, la città di Don Peppino Diana, Applausi per il discorso appassionato del presidente agli studenti. "La Repubblica considera questa lotta prioritaria, ma riguarda tutti noi".
Nel giorno della commemorazione delle vittime innocenti delle mafie, Sergio Mattarella celebra don Peppino Diana: «Prima di venire qui, nella vostra scuola, ...
«Nostro caro presidente», è l'incipit della lettera (gli sarà consegnata oggi) indirizzata al capo del Quirinale scritta dagli studenti del tecnico di Casale che è parte della comunità «A piccoli passi» per la memoria di don Peppe e che conta oltre 20mila giovani. [Sergio Mattarella](/t/sergio-mattarella) sarà al cimitero presso la cappella della famiglia Diana dove è sepolto don Peppe e dove incontrerà i più stretti familiari. [Sergio Mattarella](/t/sergio-mattarella) terrà a Casal di Principe oggi, giorno in cui si commemorano tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata. Ad accoglierlo, il sindaco di Casale, Renato Natale e i fratelli di don Peppino, Marisa ed Emilio. Presidente, la sua venuta è il riconoscimento del cammino di questo popolo». «Quel giorno di 29 anni fa - ha detto Natale ricordando l'omicidio di don Peppe Diana - cominciava il lungo cammino di riscatto di questo territorio e di questa città. «Al presidente dirò di non dimenticare questi nostri ragazzi», le parole di Tommasina Paolella, dirigente scolastico dell'Istituto tecnico. [Sergio Mattarella](/t/sergio-mattarella) chiama tutta la platea al senso di responsabilità. Casale ha accolto il capo dello Stato con un manifesto gigante di benvenuto affisso all'entrata della cittadina e uno striscione appeso al ponte d'ingresso. Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, testimoni di speranza». In questa scuola, con i vostri docenti, state ponendo le basi per un futuro migliore, per il vostro territorio e per la vita delle vostre comunità. E avverte: «Un grande magistrato, conoscitore dell'organizzazione mafiosa, Antonino Caponnetto, soleva ripetere che i mafiosi temono di più la scuola che i giudici, perché l'istruzione taglia l'erba sotto i piedi della cultura mafiosa.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha scelto proprio la città natale di Don Giuseppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra nel 1994, per ...
“I mafiosi – ha aggiunto il Capo dello Stato – temono i liberi cittadini. “La mafia – ha continuato Mattarella ricordando il sacerdote- è anche conseguenza dell’ignoranza, del sottosviluppo, della carenza di prospettive, e che quindi la repressione – indispensabile – non è sufficiente e che la mafia si sconfigge definitivamente sviluppando modelli fondati sulla legalità, sulla trasparenza, sulla cultura, sull’efficienza della macchina pubblica”. “Non dobbiamo smettere di vigilare contro le mafie perché la criminalità organizzata è capace di vivere nascosta, pronta a rialzare la testa al minimo sintomo di cedimento”. La Repubblica Italiana “considera prioritaria la lotta a tutte le mafie”, ha detto il presidente. La città – ha rimarcato – rappresenta un modello virtuoso di partecipazione civile”. Don Peppino Diana – ha infatti sottolineato Mattarella – “era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione”.
A definirla così sono i ragazzi dell'Istituto comprensivo don Diana, in una lettera che gli consegneranno. «Don Peppe Diana era casalese – ricordano -, noi ...
Sentinelle che “vigilano” sulla comunità e profeti che “denunciano” il male intorno a sé e “annunciano” la possibilità di un futuro diverso, in cui sia la vita, e non la morte, a far valere le sue ragioni». Lo faremo, dando fondo a tutte le nostre energie, come uomini, piccoli ma responsabili, che si sentono “chiamati a custodire la vita”». Dalla stessa lettera del 1991 scaturisce, proseguono gli studenti, «l’impegno a essere comunità “in cui tutti contribuiscano alla libertà e alla dignità di ciascuno”, come ci ha suggerito don Luigi Ciotti». E, con ardore, attraverso i nostri organi elettivi, abbiamo chiesto a tutta la grande famiglia del cammino di comunità “A piccoli passi” (oltre 20mila piccoli studenti), di condividere con noi la memoria di don Peppe Diana. A Mattarella i ragazzi dell’Istituto don Diana ricordano anche il loro «patto di fratellanza con altre 20 e più scuole del primo ciclo (quelle dei bambini e dei preadolescenti), scuole di questo territorio, ormai noto ai più come “Terra dei fuochi”. E, come eredi di questa terra, ti siamo grati per questa visita, che interpretiamo non solo come omaggio a un testimone prezioso del coraggio, della schiettezza e della passione di cui, qui, siamo capaci, ma come incoraggiamento a proseguire nel cammino di riscatto, in cui, ormai da anni, ci siamo inoltrati.
Leggi su Sky TG24 l'articolo Giornata vittime mafia, Mattarella a ragazzi Casal di Principe: 'Siete testimoni speranza'
E che ora è protagonista di una stagione straordinaria di fermento e di riscatto. "La Repubblica Italiana considera prioritaria la lotta a tutte le mafie - ha aggiunto Mattarella -. Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, testimoni di speranza".
Il capo dello Stato ha parlato rivolgendosi agli studenti delle scuole di Casal di Principe ha detto: "Battere la mafia è possibile. L'efferato omicidio di ...
La solidarietà, l'inclusività, l'arte, la cultura, l'allegria sono antidoti alla mentalità mafiosa, che prospera nell'ignoranza, nel disprezzo degli altri, nella paura". "La Repubblica Italiana considera prioritaria la lotta a tutte le mafie" ha ribadito. Lo ha detto, di fronte a tanti studenti, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella da Casal di Principe, dove ha voluto celebrare la giornata nazionale delle vittime innocenti delle mafie e l'anniversario dell'uccisione di don Peppe Diana.
La visita alla tomba di don Peppino Diana · «Le mafie temono i liberi cittadini» · L'esempio di Don Diana · «Un omicidio detonatore di coraggio» · «La politica sia ...
Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando da Casal di Principe. È un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine” ha concluso il presidente della Repubblica. Lo ha ricordato il Sindaco, rammentando la grande partecipazione popolare che 29 anni fa ha accompagnato il feretro di don Diana. Lo ha detto il presidente, Sergio Mattarella. Cari studenti, questo incontro è dedicato a voi, testimoni di speranza” ha detto il presidente della Repubblica rivolgendosi agli studenti a Casal di Principe. Dovete rifiutare, fin dai banchi di scuola, la sopraffazione, la violenza, la prepotenza, il bullismo, che sono un brodo di coltura della mentalità mafiosa. [La Repubblica Italiana considera prioritaria la lotta a tutte le mafie. Ha prodotto un’ondata di sdegno, di partecipazione civile, una vera battaglia di promozione della legalità. “Oltre a reclamare una maggiore e più efficace presenza dello Stato, don Peppino Diana aveva rivolto il suo forte e accorato appello al coraggio, alla resistenza, per liberarsi dalla camorra, proprio ai suoi parrocchiani, ai cittadini, alla società civile, alle coscienze delle persone oneste. Donne e uomini che hanno sfidato la prepotenza mafiosa, rifiutandosi di sottostare alla paura e alla sopraffazione. Don Peppino era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione. Vogliono persone asservite, senza il gusto della libertà.
Il presidente della Repubblica commemora il sacerdote ucciso dalla camorra nella giornata in memoria delle vittime delle mafie e si rivolge agli studenti: ...
Ricordate sempre che siete la generazione della speranza quella cui don Diana ha passato testimone legalità". Don Peppino era un uomo coraggioso, un pastore esemplare, un figlio della sua terra, un eroe dei nostri tempi, che ha pagato il prezzo più alto, quello della propria vita, per aver denunciato il cancro della camorra e per aver invitato le coscienze alla ribellione". L'amministrazione sia efficiente, rapida nelle soluzioni e trasparente", ha esordito il presidente della Repubblica, "la mafia è violenza ma, anzitutto, viltà. E viene nella giornata in cui si celebrano le vittime di mafie, nel paese in cui la camorra ha ucciso don Peppe Diana mentre diceva messa, alle 7.30 del mattino, perché la sua azione e le sue parole erano contro le mafie. Poi sarà la volta della parrocchia di San Nicola di Bari, quella in cui don Diana svolgeva la sua missione e dove è stato ucciso. Il capo dello Stato inizia la sua giornata casalese davanti alla tomba di don Diana, dove incontra i fratelli del parroco antimafia, Peppe, Emilio e Marisa per andare poi all'istituto tecnico Carli dove il prete insegnava.
«O si respingono i metodi mafiosi, o si è complici», precisa il capo dello Stato in un discorso appassionato. Cita Falcone e Caponnetto, «voi siete i figli ...
«O si respingono i metodi mafiosi, o si è complici», precisa il capo dello Stato in un discorso appassionato. Cita Falcone e Caponnetto, «voi siete i figli della rinascita», dice ai ragazzi. «La Repubblica considera questa lotta prioritaria, ma riguarda tutti noi».
Il presidente Sergio Mattarella a Casal di Principe, terra di camorra gestita dai Casalesi: la visita alla tomba di don Peppe Diana, poi a scuola.
Le fa eco uno studente: “Siamo pronti, grazie alla cultura e ai principi di legalità di cui don Peppe era testimone, a creare una nuova immagine”. Prima di avventurarsi tra i banchi, però, il capo dello Stato si è recato al cimitero, quindi sulla tomba di don Diana, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994. Una presenza forte, la massima carica dello Stato a Casal di Principe, provincia di Caserta.
Sono orgogliosa della visita del Presidente e lo ringrazio perché ci accomuna lo stesso dolore. Ringrazio il testimone dell'omicidio, che non si è tirato ...
Il presentatore è emozionato ma chiede comunque una ‘foto di gruppo’ col Presidente e la foto si farà veramente, un fuori programma che segna la giornata quasi quanto alcuni passaggi del discorso di Sergio Mattarella: “Siete figli della rinascita, protagonisti di una stagione straordinaria. Poi un riferimento preciso: “L’omicidio di don Diana è stato un detonatore del coraggio e noi non dobbiamo smettere di vigilare. Era il 19 marzo del 1994 e quella morte è stato il punto di non ritorno, da cui è iniziata la rinascita. E’ una visita breve quella sulla tomba di don Peppe, estremamente sentita, con la deposizione della Corona della Presidenza della Repubblica che resterà lì a suggello di cosa è accaduto il 21 marzo 2023. La data non è casuale, il luogo è più che simbolico. La mattinata del Capo dello Stato in questo piccolo angolo della Campania che è stato il cuore dell’impero del feroce clan dei casalesi, è iniziata molto presto, alle 10, con la visita alla tomba di don Peppe Diana, il parroco ucciso dalla camorra mentre si accingeva a dire messa.
Lei, 18 anni, è Alfiere della Repubblica; lui, 16, ha vinto l Olimpiade di Italiano.
Al tavolo una quindicina di commensali, con presidenti e animatori di cooperative sociali anche il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, gli occhi che brillano per un sogno che dopo 29 anni di dolore, rabbia e fatica si realizza nel modo più appagante. Il bello è che «quella volta, quando il Presidente mi premiò, trovai il coraggio per dirgli “la aspettiamo a Casal di Principe”». La prima è stata al Quirinale nel 2020, quando Mattarella l’ha nominata Alfiere della Repubblica per essere riuscita a promuovere, qui a Casale, la realizzazione di una biblioteca civica. Il presidente ci ha fatto capire che per lui i giovani sono importanti». E per i due ragazzi, già al settimo cielo da quando, alcuni giorni fa, avevano ricevuto l’invito ufficiale a partecipare al pranzo organizzato nelle sale della “Nuova Cucina Organizzata” per la visita di Quando è arrivato il momento di sedersi a tavola, il presidente della Repubblica non ha avuto dubbi.