Akira

2023 - 3 - 14

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Che cosa sopravvive del cyberpunk di Akira (esquire.com)

Mentre il film torna nelle sale in occasione dei suoi 35 anni, nuove fasce di pubblico guardano soprattutto a Blade Runner 2049 e al videogioco Cyberpunk ...

In realtà Akira è parte di Cyberpunk 2077 anche a un livello più sostanziale, basta fare un giro (volendo anche in moto) a Night City. Tuttavia la prima etichetta rappresenta un ombrello sotto il quale rientrano più tipologie di contenuti (Akira è un nome di persona), la seconda è specifica per il film. Il secondo è in continuo aggiornamento e CD Projekt ha annunciato una serie di progetti collaterali: nel 2023 è in arrivo un’espansione con Idris Elba, nei prossimi anni un sequel, dal titolo provvisorio di Project Orion. A un livello creativo non ci libereremo mai della potenza di Akira finché si continuerà a parlare di cyberpunk, essendo quello di Otomo il secondo pilastro storico su cui poggia un’estetica peraltro molto conservativa, così rigida e definita che quasi smette di essere sé stessa se proviamo a cambiare una cosa o due (Matrix è cyberpunk?). Le ricerche su Google confermano quello che ho cercato di dimostrare fino a qui: con un picco nel dicembre del 2020, data di uscita di 2077, la chiave di ricerca “cyberpunk” non ha mai raggiunto valori più bassi di quelli antecedenti al 2018, anche per la sovrapposizione delle ricerche tra cyberpunk (genere) e cyberpunk (videogioco). Da gioco più anticipato del 2020, quello di CD Projekt ha esordito come un clamoroso fallimento, poi è stato aggiustato pezzo a pezzo (e secondo alcuni mai del tutto). Lo stesso può dirsi di Letterboxd, che esiste dal 2011 ma ha raddoppiato il numero di account durante la pandemia. Il sequel di Blade Runner è interessante anche per come viaggia su internet a colpi di meme, citazioni e variazioni sul tema, di nuove significazioni, per dirlo in maniera poco smart e giovanile. il Goodreads dei film, 464mila utenti hanno aggiunto Akira ai guardati, mentre 1,11 milioni hanno fatto lo stesso con Blade Runner 2049 (che è più visto anche del prequel, fermo a 977mila). [Altered Carbon](https://www.esquire.com/it/lifestyle/tecnologia/a15893263/immortalita-trasferimento-coscienza/), la costosissima serie di Netflix del 2018, ha tenuto duro per due stagioni, poi è stata cassata. Quando raggiunge una certa portata lo slang dà vita a episodi di scollamento e se sale ancora di più nella consapevolezza collettiva si autodistrugge in un level up che lo trasforma in linguaggio comune: sicuramente qualcuno avrà perso di vista lo spunto di partenza, ma il fatto che TikTok si serva di 2049 per alimentare la propria mitologia è rilevante. Un bilancio non può prescindere dal contesto e il contesto mi sembra quello di una crescita, in termini di popolarità, della fantascienza cyberpunk, grazie ad alcune uscite di peso.

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Akira | Il capolavoro di Ōtomo ritorna al cinema. Ma cosa significa ... (The Hot Corn Italy)

Il 16 luglio 1988 uscì in sala Giappone cambiando per sempre le cose, ora ritorna al cinema in versione restaurata. Ma cosa significa rivedere Akira oggi?

E se l’animazione giapponese ha poi avuto la sua epopea artistica e creativa dagli Anni Novanta in poi con i film dello Studio Ghibli, di Satoshi Kon, di Hideaki Anno è merito di Akira che ha fatto esplodere una bomba non necessaria, arrivata troppo presto, che però ha permesso a una realtà di cambiare, di mostrarsi capace di elevarsi a cinema puro. Realtà che presto si scontra con un macrocosmo che li ingloba, li inghiotte in sovrastrutture troppo grandi che li costringono a cambiare, a evolversi, a lottare per qualcosa che va oltre il loro sguardo. E dentro questa nuova bolla Kaneda e Tetsuo sono costretti a crescere in un istante, e così evolvono e si separano.

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Akira è un esempio di fantascienza attuale come non mai (Movieplayer.it)

Akira (la pellicola) firmata da Katsuhiro Otomo (lo stesso autore del manga) ha costituito un momento di svolta epocale da diversi punti di vista: culturale ...

La società del film esiste, ma non c'è, non è calcolata, è un perenne mondo in rovina, un altare che si erge in tutto il suo funereo splendore in nome della morte, di una città-universo (Tokyo) che è già caduta. Il film è l'ennesimo (il migliore, il più struggente, ambizioso e consapevole) tentativo di elaborazione di quel trauma che ha segnato enormemente la società giapponese, sovvertendone la storia, cambiando il modo di pensare di un popolo e, di conseguenza, anche inficiando sul suo immaginario collettivo. Un modo per il Giappone di tornare a se stesso, di fare pace con quello che gli è successo, di andare oltre i fantasmi del proprio passato, senza mentirsi. Akira è stato un punto di svolta, dicevamo, che ha aperto ad un futuro importante per il cinema giapponese, rappresentato la punta massima di una summa di immaginari provenienti da mondi distanti. Un film che ha segnato un prima e un dopo, che ha creato fanatismo, che ha infestato gli incubi e i sogni di spettatori, ma anche di autori. Non solo, fu anche uno dei primi casi nel mondo dell'animazione in cui si ricorse ad un massiccio uso della CGI e il primo (anime) in assoluto in cui fu adoperato il pre-recording, tecnica digitale che prevede la registrazione del doppiaggio in un momento della lavorazione in cui i personaggi sono ancora delle "bozze", così da poter adattare al meglio il labiale.

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Akira: la cultura della mutazione, l'abisso del cinema, il cyberpunk e ... (ComingSoon.it)

Akira film 1988 cult movie di Katsuhiro Otomo di nuovo al cinema in versione restaurata in 4K il 14 e 15 marzo 2023 in streaming su Netflix.

E il fatto che a un certo punto, in quel 2019 lì, si parli di Giochi Olimpici imminenti, e poi da cancellare, come sono stati davvero imminenti e poi rimandate all’anno successivo, per pandemia, le vere Olimpiadi di Tokyo del 2020, è una coincidenza, certo, ma una coincidenza molto, molto significativa. Akira, oggi, torna perfino al cinema in una splendente versione restaurata che ne restituisce tutta la maestosa spettacolarità visiva e cromatica (fu inventato un rosso tutto per il film, il rosso Akira), e che permette, sul grande schermo, di apprezzare la qualità ancora oggi, a 35 anni di distanza, elevatissima, direi addirittura spaventosa, dell’animazione. E ci sono Kaneda e Tetsuo, due dei motociclisti, che finiranno coinvolti in una storia complessa e misteriosa, una storia che occupa 2000 e passa pagine di un manga allucinato ambiziosissimo, e che Ōtomo ha compresso come poteva in 2 ore di film. Che ne sapete voi, voi giovani, voi che siete cresciuti nell’era del download e dello streaming, di cosa volesse dire mettere le mani, e gli occhi, su un film che fosse al di fuori dei circuiti distributivi mainstream? La storia, Akira, l’ha poi fatta soprattutto con la sua, di storia. O dalle profondità degli abissi del cinema, per citare enrico ghezzi.

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Akira: quando l'animazione diventa capolavoro (Hynerd.it)

Per festeggiare i 35 anni dalla sua uscita, Akira di Ōtomo Katsuhiro tornerà nelle sale cinematografiche italiane il 14 e 15 marzo, restaurato in 4k.

Nel mondo immaginario della narrazione la realtà tende incautamente verso una sua stessa degenerazione, fondendosi con l’incubo e con la fantascienza, dando vita a mostruosità nascoste e paure inconsce. Non a caso le strade di Neo Tokyo sono prese d’assalto da numerose bande di motociclisti, terroristi e invasati religiosi, che si fanno portatori di caos e devastazione e che mirano a rivoluzionare un mondo completamente abbandonato a sé stesso. L’opera, estremamente stratificata e forte di una struttura particolarmente complessa e interpretabile, sfrutta la

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Come Akira ha rivoluzionato il Cinema di animazione mondiale (CineFacts)

Curiosità e osservazioni su Akira, uno dei più importanti film d'animazione giapponese degli anni '80 · Quando si parla di lungometraggi dell'animazione ...

La creazione della società portò alla collaborazione di tantissimi animatori - circa 1300! Quello che si può affermare con certezza, però, è che il racconto di Katsuhiro Ōtomo è evidentemente spinto da un forte desiderio di denuncia verso il declino di una società che non porge la mano al prossimo, che sopprime incurante coloro che non sembrano indispensabili, vedendoli come indegni di essere salvati. Il sistema non risparmia nessuno, strappando i ragazzi da una giovinezza lieta e priva di sofferenze, costringendo persone come Kaneda e la sua banda a ribellarsi costantemente e a sfidare le autorità. Tutto ciò che riguarda il Cinema e le serie TV è discusso con cura e passione da CineFacts.it e la sua redazione. Prendendo nel manga una strada diversa, ma con il finale identico al film, si venne a creare una situazione che portò il regista a dichiarare di essersi pentito di aver girato la pellicola prima di aver introdotto tutte le sue idee nel manga, conclusione compresa. La scenografia è raramente statica, a differenza di tanti anime del periodo, e contribuisce ai movimenti dell’immagine contornando egregiamente i personaggi - in un film dove anche quelli secondari e terziari riproducono azioni diverse - un'altra rarità se si tiene conto che spesso, per risparmiare, veniva utilizzato l’escamotage di riciclare le basi del disegno. Le spettacolari scene d’azione - e spesso non solo quelle - in Akira prevedono 24 disegni al secondo, a differenza dei classici 12 disegni al secondo dell’animazione giapponese, scelta finalizzata per rendere al meglio l’idea di fluidità tra un istante e un altro, costruendo quei dettagli quasi impercettibili ma fondamentali. - provenienti da diverse case di animazione, che si alternarono costantemente in una produzione senza sosta affinché il film fosse portato a termine il prima possibile e, soprattutto, nel miglior modo possibile. Akira è l’adattamento dell’omonimo manga, o meglio, un adattamento parziale che riguarda metà del primo dei sei volumi che lo compongono, più un finale creato appositamente per il film - all’epoca il manga non era ancora stato concluso - da parte di Katsuhiro Ōtomo stesso, alle prese per la prima volta con del materiale di tale portata e con poca esperienza nell’ambito dell’animazione. Per la realizzazione del film venne stanziato un budget altissimo da parte di una decina di società importanti nell’ambito dell’intrattenimento, tra cui Kodansha, Mainichi Broadcasting System, Bandai, Hakuhodo, Toho, LaserDisc Corporation e Sumitomo Corporation, creando l’Akira Committee Company Ltd, in modo che Katsuhiro Ōtomo avesse la possibilità di portare a termine un’opera dalla qualità incredibile sotto ogni punto di vista. [Nausicaä della Valle del vento](https://www.cinefacts.it/cinefacts-pellicola-film-1167/nausicaa-della-valle-del-vento.html) di [Hayao Miyazaki](https://www.imdb.com/name/nm0594503/), ormai divenuto un grandissimo e imprescindibile cult, ma che all’epoca venne distribuito con un minutaggio ridotto, un titolo completamente casuale, diverse modifiche ai nomi dei personaggi e senza un minimo di spiegazione alla trama, cosa che portò Miyazaki stesso a prendere a lungo le distanze dalla distribuzione occidentale. Negli anni ’60 la produzione di cartoni animati giapponesi, anche detti anime, era già florida e diffusa in tutto il mondo tanto da portare a creare nei tardi anni ’80 la definizione di “cultura otaku”, ovvero quell’insieme di conoscenze che riguardavano non solo l’universo animato giapponese, ma anche quello fumettistico e più in generale qualsiasi cosa legata agli usi e costumi del Giappone.

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Akira: il film che cambiò per sempre l'animazione giapponese (CiakClub)

Da oggi torna al cinema Akira, un capolavoro giapponese senza tempo. Scopri perché questo film è tanto importante!

Classe 1997, è laureato in Cinema e Televisione e lavora come sceneggiatore per una piccola casa di produzione meneghina. Si tratta di un film che è anche figlio dello storico trauma che i giapponesi hanno subito dopo l’atomica. Riccardo Dellai è nato a Busto Arsizio e attualmente vive in provincia di Milano, a San Vittore Olona. Per esorcizzare queste paure l’uomo e la tecnica si fondono, creando un mostro di proporzioni catastrofiche. Oltre a sfondare le aspettative di pubblico e critica, Akira riuscì a elevarsi, come mai era successo prima di allora ad un prodotto del genere, al livello dei più grandi film hollywoodiani ed europei. Akira è uno dei film che, più di altri, ha rivoluzionato il modo un cui l’occidente guardava all’animazione giapponese.

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