Due ore di concerto, aspettando l'Europa (ANSA)
Non solo un concerto, ma una sfilata senza filtri, che ha ricordato a tutti la bellezza dell'essere se stessi, anche se "diversi da loro". E il fuoco dei Maneskin è tornato a invadere il palasport con "I wanna be your slave", tra le hit del momento eseguita anche nel travolgente bis subito dopo l'intensa "The Loneliest". A Torino tutto è "suonato" alla perfezione: da "Beggin", "eseguita talmente tanto che ha rotto il c...., ma a noi piace così tanto e anche a voi" a "Gasoline", passando per "Torna a casa" (in acustico) e l'incontenibile sound di "Mammamia".
Coreografia stellare, musica travolgente: in 13mila al palazzetto ballano e cantano e lo show è da brividi.
Tutto si muove pazzamente, tutto gira e danza, tutto è colore e velocità. Settanta motori fanno vorticare il palazzetto, è come se il tempio di Nadal e Djokovic si fosse messo a ruotare, tutti si aspettano che da un momento all'altro l'astronave decolli. La generazione Maneskin sa benissimo che se tutto provoca, niente provoca, e allora va dritta alla sostanza, appunto la musica. Finché il suono ha rombato forte e ha mandato la "generazione Maneskin" nell'orbita del vecchio rock dei padri e dei nonni, chi s'immaginava fosse una tale figata, eh? Centocinquanta metri di struttura, ecco l'astronave dei quattro ragazzi di borgata che si sono presi il mondo. [Damiano](https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2023/01/21/news/maneskin_intervista_guardian_rush-384499018/), Vic, Ethan e Thomas sono avviluppati nel nero Gucci, ma ogni coreografia scivola e si scioglie nella forza della musica, è questo l'unico senso, il resto è estetica, sovrastruttura.
Il gruppo romano durante la prossima estate si esibirà anche negli stadi: allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, all'Olimpico di Roma e a San Siro a Milano.
Altre date fuori dai confini italiani poi nuovamente in Italia per approdare a luglio negli stadi Nereo Rocco di Trieste, all'Olimpico di Roma e a San Siro a Milano. Fan dei Maneskin davanti al PalaAlpitour di Torino in attesa del concerto che si terrà questa sera. A luglio saranno negli stadi a Trieste, Roma e Milano
Tredicimila fan in delirio. Damiano: 'Siamo super contenti'
Poi è la volta di ‘Gasoline’ per la quale sul palco arriva anche il fuoco mentre quando le note annunciano ‘Torna a casa’ Damiano chiede la collaborazione del pubblico che non si tira indietro come quando prima della cover ‘Amandoti’ Damiano chiede di usare i telefonini per illuminare il palazzetto che così si accende quasi a giorno. E ancora ‘In nome del padre’, la cover di ‘Beggin’ che Damiano presentandola dice "l’abbiamo suonata così tante volte che ha rotto a noi e a voi ma è bellissima’, ‘Timezone’, ‘For your love’, con una lampada che da sola illumina tutti i settori del Pala Alpitour. Due ore in cui i Maneskin hanno intrattenuto il pubblico con i brani live del nuovo disco, ma non solo: dopo 'Don't wanna sleep', è stata la volta del singolo 'Gossip', frutto della collaborazione con Tom Morello, e poi 'Zitti e buoni' recentemente riproposta al festival di Sanremo dove la band si è esibita proprio con Morello.
Manca pochissimo al concerto che i Maneskin terranno nella città di Torino, quindi ecco tutti i dettagli tra cui la scaletta delle canzoni.
Ed a proposito dei fan: se qualcuno pensa di poter prendere un biglietto all’ultimo minuto andando su TicketOne, deve sapere che i posti sono stati esauriti in tempi record. Ovviamente varie città italiane sono comprese in questo forte traguardo ed una delle prime a beneficiare delle loro canzoni sarà proprio Torino. Il concerto, estremamente atteso dal pubblico generalista, si terrà oggi 25 Febbraio al Pala Alpitour ed inizierà dalle ore 21,00.
Tra i fan della band romana davanti al PalAlpitour: hanno tra i 20 e i 26 anni, leggono Murakami, studiano le dispense di biotecnologia, fanno le parole ...
È una festa prima della festa quella a cui stanno partecipando i fan dei Maneskin, tra odori di carne alla griglia e cipolle cotte al momento dai paninari organizzatissimi fin da prima mattina. Sara e Giorgia, da Piossasco, si sono portate dietro una sedia di legno per stare più comode, hanno comprato i biglietti dopo il secondo posto al Festival di Sanremo, prima non li conoscevano ma è stato amore a prima vista. L’aria che si respira davanti al PalAlpitour in attesa di Damiano e compagni, nonostante il vento, è quella della primavera imminente. La meglio gioventù con la passione per il rock si è portata dietro panini fatti in casa, coperte per il freddo, qualcuno una tenda in caso di pioggia, borracce e taralli, i ragazzi ingannano l’attesa disponendosi a cerchio e giocando a Uno, rubamazzo, chiedendo suggerimenti per trovare la definizione del 13 verticale, ripetendo ad alta voce il paragrafo sui polimeri. Per sentirsi meno in colpa si è portata dietro il libro. I gruppi dei numeri a una cifra sono arrivati in piazzale Grande Torino alle 4 questa mattina e fanno parte del fan club ufficiale della band, Mofc, nato a Brescia nel 2017, e quindi prima di Sanremo, l’Eurovision, il tour americano, prima degli stadi pieni e strapieni e del successo planetario.
Il gruppo vincitore di Sanremo ed Eurovision 2022 in concerto davanti a 13mila fan arrivati a Torino da tutt'Italia. I primi si sono ritrovati davanti al ...
Dopo la tappa a Milano questa è la seconda italiana per i Maneskin. a Coraline a I Wanna be your Slave agli ultimi e meno noti brani. Da Mamma mia, a Zitti e Buoni, da Rush!
Nella Capitale il 24 e 25 marzo. «Per noi è come un nuovo debutto»
In estate i primi stadi: il 16 luglio debutteranno a Trieste, prima di arrivare il 20 e 21 luglio all'Olimpico di Roma e il 24 e il 25 luglio a San Siro a Milano. Non è un caso che suonino solo sette canzoni in italiano su ventiquattro: tra queste anche Vent'anni, Torna a casa e la cover di Amandoti dei CCCP, che la band suona su un piccolo palco in mezzo al parterre. Le loro ambizioni le esplicitano anche con una produzione da show internazionale, con 300 corpi illuminati che si muovono continuamente sulle loro teste e le loro spalle: «Sul palco ci siamo solo noi. Bentornati anche a loro: «Stasera mi sentirete parlare poco, perché dire in italiano "su le mani" e "gridate" mi mette un po' in imbarazzo», spiazza il leader. È un nuovo debutto: non c'è confronto con il passato», diranno a caldo, appena scesi dal palco. Il ritmo, irresistibile, è quello di Don't Wanna Sleep, che manda subito su di giri i 13mila del Pala Alpitour di [Torino](/t/torino), armati di cellulare per riprendere l'istante in cui il sipario cade e i quattro ragazzi si palesano.
I Maneskin hanno dato il via al "Loud Kids Tour" europeo. Dal 16 marzo torneranno in Italia nei palazzetti e in estate saranno negli stadi.
Il palco è vuoto, con un fondo nero, con giusto la batteria di Ethan sopraelevata rispetto al resto e due schermi laterali, il minimo sindacale per vedere meglio le performance dei quattro. Quel che è certo è che il "Loud Kids Tour" sicuramente mantiene quello che promette a partire dal titolo. Per i Maneskin dopo la prova del secondo disco è il momento dell'atteso tour nei palazzetti, più volte rimandato per il Covid e per i diversi impegni internazionali. - Ora il gruppo affronterà alcune date tra Olanda, Belgio, Germania e Francia per poi tornare in Italia dal 16 marzo. Un concerto costruito in gran parte sui
Così Damiano, Victoria, Thomas ed Ethan non hanno deluso le aspettative, suonando per 2 ore di concerto i loro brani più famosi, come «Gossip», «Zitti e buoni», ...
Li hanno attesi, da giorni, in oltre 13mila. I Maneskin arrivano al Pala Alpitour di Torino sabato 25 febbraio. Il concerto sabato 25 febbraio al Pala Alpitour
Il successo non ha affatto stancato Victoria, Damiano, Thomas e Ethan che mantengono genio e sregolatezza sul palco, ma nel backstage si concedono il lusso dell ...
Il contenuto è vero non va giudicato dall’involucro, ma la foto di copertina di “RUSH!” tuttavia qualche indizio di successo planetario già lo dava: non sono i Beatles, è vero, sulle strisce di “Abbey Road”; i Måneskin stessi sono le strisce mentre una modella li supera a gran velocità. I Måneskin sono inoltre stati premiati come Best New Alternative Artist agli iHeart Music Awards 2022, dove per la prossima edizione hanno ricevuto ben due nomination: Best Group Of The Year e Alternative Artist Of The Year. Non sono mancati neppure altri successi, già amati, come “Mammamia” e “Supermodel” in questa produzione del tutto innovativa composta da oltre 300 corpi illuminati e quasi 40 universi di programmazione, il tutto sorretto da una struttura di oltre 150 metri, per un peso complessivo di 40 tonnellate. Due maxischermi ai lati raccontano le follie, la carica esplosiva e la bellezza dinamica di Victoria, quando si affaccia di schiena sul pubblico, quando usa il suo basso come un moltiplicatore di energia; portano alla luce Ethan e la sua batteria, che dal fondo del palco si leva e traina il ritmo con forza magnetica. Quest’ultimo è stato eseguito in versione acustica sul secondo palco, al centro del Pala Alpitour, con la chitarra esatta di Thomas e la voce graffiante di Damiano, che invita i fan in delirio a usare i telefonini non per fagli i video, ma per illuminare lo stadio. Il palco del Pala Alpitour si è acceso all’uscita dei favolosi quattro per due ore di musica potente, accompagnata da uno spettacolare disegno di luci, in cui la band presentava live i brani del nuovo disco, come le impertinenti “Baby Said”, “Don’t wanna sleep” e “Bla bla bla”: un rock’n’roll spavaldo e dirompente.
Il live del Pala Alpitour di ieri è stato l'ennesimo certificato delle skill aziendali di questi quattro capitalisti di ventura travestiti da rockstar.
C’è il tempo per suonare I wanna be your slave per ben due volte, c’è la volontà di non trascurare la lingua italiana – Zitti e Buoni, Coraline, In nome del padre, Vent’anni, Torna a casa, La fine – e di regalare ai paganti uno spettacolo degno di una band con status internazionale. Racconta di avere apprezzato il dato anagrafico degli ultimi live: richiamare un pubblico un po’ più in là con gli anni (minoritario, certo, ma ben visibile, soprattutto sugli spalti) è la vera conquista, perché contribuisce a sfatare il luogo comune che assimila i Måneskin a una band per ragazzini, risponde alla loro ambizione di volere creare musica per tutti, alle loro pretese intergenerazionali. La Måneskin SPA è anche questo, prendere o lasciare (del resto, dopo l’incontro in sala stampa con gli stakeholders, doveva esserci anche un momento aziendale aperto ai clienti). È questo, forse, l’aspetto che rimane sullo sfondo quando si tenta di decodificare il fenomeno: i Måneskin sono un monumento all’etica lavorativa, approcciano alla professione con una dedizione quasi fordista, rappresentano il punto in cui mentalità calvinista e spirito capitalista finiscono per intersecarsi: sono nati per dominare il mercato, il loro posto nel mondo doveva essere quello, era scritto nel destino. [Rush!](https://www.rollingstone.it/musica/storie-musica/rush-i-maneskin-sbirciano-sotto-la-gonna-dello-show-biz/706870/), la porzione più golosa del press kit riservato a una fauna disomogenea composta da cronisti, podcaster, critici musicali e braccialettomuniti di varia natura che, per comodità di analisi, facciamo rientrare nella lasca definizione di “stampa italiana” – peraltro, origliando, ho scoperto che la speranza di alcuni mercanti in erba con un fiuto naturale per gli affari e una passione spropositata per le rendite è quella di trasformarlo in una specie di reliquia del domani (gente pratica, i giornalisti); in effetti, nel best-case scenario, un’edizione di Rush! Sono perfettamente a proprio agio nei panni di nuovo fenomeno globale, il fardello della next big thing (quelli che, come me, contano le prime decine di capelli bianchi utilizzano ancora questa espressione vetusta: mi dispiace) lo sopportano più che volentieri.
Damiano ha poi affermato di essere rimasto stupito da una “Torino così rock” e questo perché “non ci aspettavamo così tanto coinvolgimento, venendo dalle arene ...
Su Bla bla bla (dove spiccano i versi ormai cult “hai detto che sono brutto e che la mia band fa schifo, ma ho una canzone con un miliardo di streaming, quindi baciami il cu-cu- cu-cu-cu-cu-culo”) Damiano si lancia divertito nello stage diving sui fan, poi su “For Your Love” prende in spalla un enorme faro per illuminare i compagni e i fan. L’estate è già ricca di impegni con show previsti il 16 luglio allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, 20 e 21 luglio allo Stadio Olimpico di Roma e il 24 (sold out) e 25 luglio allo Stadio San Siro di Milano. Lo spettacolo insomma è assai gradevole, carico di energia, il pubblico (trasversale tra i 50 e i 15 anni) è caldo anche se – contrariamente alle promesse – Damiano lo ha incitato continuamente. Detto questo per oltre due ore di show la band ha tirato dritto e senza pausa con i primi tre brani tutti tirati “Don’t Wanna Sleep”, “Gossip” e “Zitti e Buoni”. Animale da palcoscenico, Damiano si è preso tutti i suoi spazi (meritati per il suo carisma e la personalità), mentre Victoria al basso e Thomas alla chitarra, con alle spalle il batterista Ethan, hanno rispettato il loro perimetro di azione. I Wanna Be Your Slave Infine il frontman ha dichiarato di aver spiegato, a inizio concerto, di non voler dire sempre al pubblico “su le mani” perché “mi imbarazzo a dirlo in italiano, faccio l’effetto discoteca”. I Wanna Be Your Slave 18. La band che in questi ultimi anni tiene alta la bandiera italiana all’estero (questo va riconosciuto, è innegabile) deve proseguire il Loud Kids World Tour di 32 concerti nelle arene di tutta Europa, con oltre 350.000 biglietti venduti. L’energia del pubblico ha sorpreso anche noi, solo in Brasile abbiamo trovato qualcosa di simile, lì hanno pogato per tutto il tempo“. Gli fa eco Victoria: “I biglietti per questo tour erano stati venduti ormai molto tempo fa e alla gente avrebbero anche potuto fare schifo le nuove canzoni. Ieri sera sembrava brillasse di una luce particolare la stella di Damiano David su tutti i Maneskin e i loro fan al Pala Alpitour di Torino, seconda tappa italiana del Loud Kids World Tour, dopo Pesaro il 23 febbraio.