La superstizione si diffonde nella cultura popolare come un meme nei social ma forse è solo una risposta psicologica al nostro bisogno di controllare la ...
A pensarci bene il meccanismo è molto simile a quello della rapida diffusione e del successo di un meme nei social media. Nella vita di tutti i giorni infatti 13 è meno comune del 12 (per esempio non c'è un 13° mese) e questo genera un senso di inconoscibilità che di per sé non causerà una fobia, ma la ricerca psicologica mostra che comunque preferiamo ciò che ci è familiare, mentre non ci piace ciò che non lo è. Così troviamo la paura del venerdì 17, quella di camminare sotto una scala o di rompere uno specchio o di non sposarsi di martedì e venerdì. Nella letteratura scientifica psicologica una parte della cattiva reputazione del numero 13 o 17, è collegata a un particolare aspetto cognitivo definito come «sensazione di anomalia» o di non «familiarità» (in inglese Felt Sense of Anomaly, identificato come comune a molte esperienze dissociative). Secondo Joe Nickell, noto investigatore del paranormale ed esponente dello scetticismo scientifico che in passato ha contribuito a smascherare famose truffe come il presunto diario di Jack lo squartatore, l’origine della cattiva reputazione del 13 potrebbe essere la sua contrapposizione a quella che egli definisce come la «completezza fortunata» del 12, il numero dei mesi dell’anno, degli dei nell’Olimpo, dei segni zodiacali e degli apostoli di Gesù. In Giappone, ad esempio, il 9 è considerato sfortunato probabilmente perché il termine che lo identifica ha un suono simile alla parola che indica «sofferenza».
Perché venerdì 17 porta sfortuna: la spiegazione della data tra Bibbia, antichi romani e greci ... «Essere superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male ...
La combinazione venerdì e 17 è, invece, di origini cristiana: nella Bibbia è scritto che Gesù morì di venerdì. Insomma, secondo la storia oggi bisogna prestare un po’ di attenzione e se avete paura di questo venerdì di febbraio, tirate un sospiro di sollievo. La prima fa risalire la data sfortunata all’epoca degli antichi romani, i nostri antenati infatti scrivevano il numero 17 così XVII, che anagrammato diventa VIXI (“vissi”, quindi “sono morto”).
In Italia il "13" è "vietato" a tavola, una superstizione legata al Vangelo e all'Ultima cena dove erano in tredici seduti intorno al tavolo. Le radici della ...
Il 17 è associato alla sfortuna nella smorfia napoletana. In particolare nei Paesi anglosassoni è il venerdì 13 il giorno sfortunato. Secondo altre teorie il 17 è associato alla battaglia della foresta di Teutoburgo nel 9 d.C. Le radici della sfortuna associata al numero 17 sono diverse e l'abbinamento con il giorno del venerdì è tipico dei Paesi di tradizione greco-latina. Un'altra causa della superstizione sul numero diciassette è legata alla scrittura in numeri romani XVII associata all'anagramma VIXI che vuol dire vissi, quindi "non vivo più sono morto". Secondo l'Antico Testamento il diluvio universale iniziò il 17 del secondo mese come riportato dalla Genesi.
Il venerdì 17 è una data che molte persone considerano sfortunata. Questa superstizione si basa su credenze popolari che affondano le radici nell'antichità.
In Cina, invece, il numero 8 è considerato fortunato perché la sua pronuncia è simile a quella della parola "ricchezza". Anche la superstizione del numero 13 sembra avere origini antiche e si è diffusa in molte culture in tutto il mondo. In Giappone, ad esempio, il numero 4 è considerato sfortunato perché la sua pronuncia è simile a quella della parola "morte".
Non solo superstizione: c'è una fobia legata a questa data. L'ultima volta, giugno 2022, a Varese esplose il caldo record.
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Altri portano in giro portafortuna, chiamati "amuleti". Gli italiani portano anche ciondoli, come il corno rosso, un ferro di cavallo o un vecchio gobbo, nelle ...
17 così come molti hotel in America che non nominano il 13° piano (delle volte è chiamato 12 B, ndr.). In [Italia](/t/italia), soprattutto al [Sud](/t/sud), molte persone utilizzano anche amuleti per «sconfiggere la sfortuna». [venerdì 17](/t/venerdi-17) per molti è proprio un «giorno nero».
Le superstizioni svelano la storia dei popoli · Paese che vai, sfortuna che trovi · In Cina 4 uguale morte · In Spagna è martedì a portare sfortuna · In Polonia lo ...
Sono davvero tante le espressioni e le azioni che sarebbero in grado di allontanare la jettatura e il malocchio, cioè la capacità di alcune persone di portare sfortuna. Se è vero che la lingua è importante veicolo di superstizione, prendete nota su cosa dire per scacciare la sfortuna e attrarre la fortuna. La sfortuna legata al termine è dovuta all’enorme successo della pièce shakespeariana: ogni volta che un’opera annoiava il pubblico, la si sostituiva con il Macbeth, che avrebbe invece sicuramente attratto un elevato numero di spettatori. La sua pronuncia, però, è estremamente simile a quella della parola “morte”; da ciò deriva l’associazione, in Cina, del numero 4 a qualcosa di negativo. È interessante osservare come le varie culture del mondo associno la sfortuna a numeri, animali, parole e azioni diverse. Eppure, sono tanti i [gesti e i riti scaramantici ](https://www.donnamoderna.com/life-style/cose-da-non-regalare-oggetti-da-evitare-galateo-superstizione)a cui ancora affidiamo i nostri eventi più importanti, come un colloquio di lavoro o un esame all’università.
Vi siete mai chiesti perché il 17 porti sfortuna? E perché proprio di venerdì? Per alcune persone, più che una superstizione, quella del numero 17 può ...
Resta il fatto che ognuno è libero di scegliere il significato dell’esistenza e del senso stesso della vita. In virtù di tutto questo, è difficile rimanere attaccati al bigottismo che ha scatenato tutto il razzismo che questo numero ha subìto nel corso dei secoli. La combinazione venerdì e 17 è, invece, di origine cristiana: nella Bibbia è scritto che Gesù morì di venerdì. Mentre il numero 7 indica il risveglio e l’illuminazione spirituale. Oppure, anche nell’Antico Testamento è scritto che il diluvio universale cominciò proprio il 17 del secondo mese (Genesi, 7-11 e/o Genesi 7:11) nell’anno seicentesimo della vita di Noè. Le origini di questo apocalittico giorno nascono dagli antichi greci, i quali sostenevano che il 17 si trovasse tra due numeri -il 16 e il 18- perfetti nella loro rappresentazione geometrica di quadrilateri 4×4 e 3×6.
Ma com'è nata questa credenza popolare? Il numero 17 abbinato al giorno venerdì, è ritenuto una combinazione particolarmente sfortunata in Italia e altri paesi ...
Nei paesi ispanici e di cultura greca il martedì 13 è considerato il giorno di sfortuna e sventura. Nei Paesi anglosassoni, per gli americani e gli australiani, per esempio, è il venerdì 13. Nell’Antico Testamento della Bibbia, si dice che il grande diluvio avvenne proprio il 17 del secondo mese.
Altre teorie fanno risalire la sfortuna del numero 17 a una delle più gravi sconfitte dell'Impero romano: la battaglia della foresta di Teutoburgo nell'anno 9 ...
La combinazione venerdì e 17 è, invece, di origini cristiana: nella Bibbia è scritto che Gesù morì di venerdì, quindi è collegato al più triste degli eventi. A crearla sarebbe stato Keith Miller, una vecchia gloria di questo sport, che aveva individuato in questo numero una serie di disgrazie avvenute sui campi di gioco. Altre teorie fanno risalire la sfortuna del numero 17 a una delle più gravi sconfitte dell’Impero romano: la battaglia della foresta di Teutoburgo nell’anno 9 d.C, quando furono annientate tre intere legioni (la XVII, la XVIII e la XIX). La sfortuna del 17 potrebbe essere anche di origine biblica: nella Genesi (7,11) è indicato che il Diluvio universale ebbe inizio il 17 del secondo mese nell’anno seicentesimo della vita di Noè. Quindi occhi bene aperti perché ogni piccolo dettaglio potrebbe essere presagio di sventura: gatti neri che attraversano la strada, pane capovolto a tavola, rovesciare il sale, rompere uno specchio, passare sotto una scala, sedersi in 13 a tavola e perfino aprire l’ombrello in casa… Nella lingua degli antichi romani il numero 17 si scrive XVII, che anagrammato diventa VIXI (“vissi“, quindi “sono morto”).