La proposta è lavorare ad un istituto di alta formazione del pensiero Bruniano sui linguaggi ipertestuali da intitolarsi ad Aldo Masullo.
Proprio la problematicità del mondo, resa sempre più complessa dall’allargamento della popolazione che pretende di condividere modelli di vista e sistemi di assistenza che rende inevitabili i supporti tecnologici che permettono quest’estensione di attività. In quel testo nell’ambito del collegamento di cui accennavamo prima fra Bruno a Kant torna rimbombante la celeberrima citazione di Bruno per cui “nell’Infinito spazio possiamo definire centro nessun punto, o tutti i punti: per questo lo definiamo sfera il cui centro è ovunque” da Le Opere Magiche. In sintesi, secondo Masullo, c’è un collegamento fra le idee di Giordano Bruno e il sistema moderno di comunicazione e rete, e la sua opera contribuisce a comprendere come le idee filosofiche possano influenzare lo sviluppo della tecnologia e della società. E sentirsi dire da questo sistema intelligente che certo Bruno è il padre del mondo digitale e che Masullo lo rileva prontamente nella sua opera, non ci dice anche come sia profondamente radicato questo connubio nella comunità del sapere globale a partire dalla sua radice Nolana? Una curiosità, la sua, che mi permise di passare qualche ora in più con lui. Vi è molto, se non tutto, di queste sue pionieristiche intuizioni, in cui con padronanza e grande libertà, ibridava tradizione e futuro, già nelle prime righe del suo ultimo saggio “ Giordano Bruno maestro di Anarchia”, dove instaura un’identità fra Bruno e Kant nella descrizione di un individuo ragionante libero perché responsabile. Masullo sostiene che le idee di Bruno sulla pluralità dei mondi abitati, la natura infinita della materia e l’unità della conoscenza hanno influenzato la comprensione della comunicazione e della rete in molti modi. Ad esempio, Masullo sostiene che l’idea di Bruno che tutto è connesso e che la conoscenza è unitaria è simile all’idea di una rete globale di informazioni e conoscenze, come quella che esiste su Internet. Come Bruno, infatti Masullo riflette e analizza con originalità proprio la genesi del pensiero come prodotto umano. Trovarsi dinanzi due giganti, come Giordano Bruno e uno dei suoi più lucidi analisti, quale Aldo Masullo, per un cronista che ha come unico titolo per impicciarsi della materia la sua origine nolana, è sempre temerario, ma, lo confesso, quanto mai lusinghiero. Sono considerazioni che ci potrebbero aiutare per un approccio più critico e consapevole a linguaggi e soluzioni che ineluttabilmente richiedono di potersi appoggiare a pensieri forti. Cosa fa sostituire i giganti della politica e della storia con un formicolare di nani così simili ad ognuno di noi?
In scena, Mario Di Fonzo, Pietro Juliano, Peppe Romano, Alessio Sica; a condurre gli ospiti negli ambienti di San Domenico Maggiore, la guida Matteo Borriello.
Alle ore 19 (con un secondo turno alle ore 20.30), presso il Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, in apertura straordinaria, la vicenda del filosofo nolano viene riproposta, nella visita teatralizzata «Fiamme e Ragione», scritta e diretta da Febo Quercia, realizzata con il patrocinio del Comune di Napoli. La coerenza del pensatore si contrappose alla visione rigida della Chiesa ancora radicata nella religiosità medioevale, giocando un ruolo fondamentale nella storia del conflitto fra religione e filosofia, ricomposto solo da Papa Giovanni Paolo II nell'ambito del Concilio Vaticano Secondo. Sabato 18 febbraio, NarteA rievoca uno degli episodi più drammatici della storia: la condanna al rogo per eresia di Giordano Bruno, avvenuta il 17 febbraio del 1600 in Campo de' Fiori a Roma.
Roma, 17 feb. (askanews) – “Come ogni anno, siamo qui il 17 Febbraio, a Campo dei Fiori a Roma, a ricordare Giordano Bruno che, proprio il 17 Febbraio del ...
Lo ha detto il presidente dell’associazione ambientalista FareAmbiente, consegnando alla statua di Giordano Bruno nella piazza un fascio di garofani rossi, insieme ad accademici e rappresentanti dell’associazione, garofani “che sono il simbolo della democrazia, della libertà, della dignità sociale. Giordano Bruno ha preannunciato non solo la democrazia moderna ma anche la necessità dell’armonia e del rispetto della natura. Giordano Bruno non volle mai abiurare le sue idee, è stato il primo grande ambientalista dopo Francesco D’Assisi, perché lui ha sempre considerato la natura e l’ambiente manifestazioni della Divinità, quindi vanno rispettate e vissute sempre in armonia con l’infinito che non ha un principio e una fine”.
La storia della statua di Giordano Bruno a Piazza Navona, un'iniziativa popolare che ha visto l'ostilità da parte della Chiesa.
La statua rimase al suo posto e lì continua a indicare che, contro i facili compromessi e le umilianti sottomissioni, un’altra strada è possibile, sia pure solo da pochi percorribile. Quando anni dopo Pio XI ne chiese la rimozione, Mussolini non se la sentì di cancellare ciò che significava, sconfessando un personaggio significativo e amato e rinfocolando così le proteste. [i martiri del libero pensiero](https://www.micromega.net/giordano-bruno-emancipazione-e-liberta-nelle-pari-opportunita/): Jan Huss, John Wycliff, Michele Serveto, Aonio Paleario, Giulio Cesare Vanini, Pietro Ramo, Tommaso Campanella e Paolo Sarpi (quest’ultimo in sostituzione di Galileo, che aveva abiurato). Passeggiando nel centro storico, a pochi minuti dal Pantheon, tra Piazza Navona e Piazza Farnese, si arriva in una delle piazze più frequentate e dinamiche di Roma, sede di un mercato rionale e luogo di incontro di studenti e giovani. L’iniziativa, supportata dall’impegno degli studenti che cercarono fondi e diffusero il progetto, raccolse le adesioni di grandi intellettuali dell’epoca come Giosuè Carducci, Ernest Renan, Ferdinand Gregorovius, Victor Hugo, Michail Bakunin, George Ibsen, Giovanni Bovio, Giosuè Carducci, Roberto Ardigò, Cesare Lombroso e Pasquale Villari e fu fortemente appoggiata da Francesco Crispi che nel 1887 invitò il comitato a procedere senza lasciarsi intimidire dalle polemiche che infuriavano. Il monumento che oggi campeggia in Campo de’ Fiori fu voluto e promosso da un comitato studentesco fin dal 1876, anno in cui la Sinistra storica andò al governo del Paese.
Il busto del filosofo è stato realizzato nel 1909 da Antonio Bozzano, pittore genovese che si trasferì nella "Piccola Atene" della Versilia dopo aver ottenuto ...
Ricorre l'anniversario della messa al rogo di Giordano Bruno, il 17 febbraio 1600. Il frate filosofo domenicano, dopo l'arresto a Venezia il 23 maggio 1952 ...
È l’ombra dentro di noi, che scende e scava. Anche se se ne fa, e se ne è fatto, un uso speculare a volte rischioso, per cui ai tempi la Chiesa colse in quelle zone ambigue la sua colpa. Leggo su una pagina di Facebook questo commento: “Mi auguro che molti ricorderanno la grandezza di Giordano Bruno, ma anche i suoi cupi carnefici. l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.” “Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... Egli sosteneva che alla base dell’universo vi fossero due principi regolatori: l’anima del mondo, cioè la forma, e la materia universale.
Il 17 febbraio 1600 Giordano Bruno moriva a Campo de' Fiori: altre personalità di spicco finirono sui roghi durante l'era moderna.
L’anno dopo fu impiccato e bruciato sul rogo come “eretico scismatico” e per aver “predicato cose nuove”. Fu scomunicato dalla Chiesa cattolica e condannato dal Concilio di Costanza nel 1411. Fu catturata dai Borgognoni e venduta agli inglesi da Giovanni di Lussemburgo, vassallo del re d’Inghilterra. Si dice che prima dell’esecuzione abbia maledetto la stirpe di Filippo IV e inveito contro Papa Clemente V. Altri due roghi importanti oltre a quello di Giordano Bruno meritano attenzione. Parole storiche che vibrano potenti a 423 anni di distanza dalla morte di Giordano Bruno. Dopo essere stato processato e torturato per tre anni, ascoltò in ginocchio la sentenza l’8 febbraio 1600. La morte sul rogo è certamente una di queste. Da un lato c’era il messaggio che la Chiesa e le istituzioni volevano mandare agli oppositori: mai opporsi o commettere peccato, pena la morte. La morte sopraggiungeva per le gravissime ustione e per l’annerimento della carne. Si applicava agli accusati di stregoneria, eresia e sodomia. La società umana dell’era moderna è stata capace di tutto, dalle più grandi cose a quelle più atroci.
Recitativi bruniani a cura di Annachiara Mantovani. Esibizione del Coro del Laboratorio di musica popolare del Circolo Gianni Bosio diretto da Sara Modigliani.
Ben lo sapeva Giordano Bruno, che ha avuto il coraggio di alzare la testa per proclamare il diritto-dovere di ciascuno a emanciparsi da dogmi e padroni con la sua attualissima rivoluzionaria filosofia, che apre a prospettive progressiste in ogni ambito”. L’evento “Nel nome di Giordano Bruno” si terrà il 17 febbraio 2023 alle ore 17 presso la piazza Campo de’Fiori, nel luogo in cui venne condannato a morte il celebre filosofo, il 17 febbraio del 1600. “Sono trascorsi 423 anni da quel 17 febbraio del 1600 – si legge nel comunicato stampa dell’associazione organizzatrice – quando il filosofo Giordano Bruno fu arso vivo in Campo de’ Fiori a Roma per ordine del tribunale della Santa Inquisizione, presieduto dal pontefice romano”.
Nola. Rifinanziamento e rinnovo della dirigenza: è la ricetta del Comune di Nola per consentire alla Fondazione Giordano Bruno di ricominciare a funzionare.
“Io vorrei – ha aggiunto il sindaco Carlo Buonauro – che per esempio la Fondazione supportasse il percorso, che anche quest’anno stiamo intraprendendo, per rendere Nola la capitale del libro, dopo il tentativo fallito lo scorso anno”. Rifinanziamento e rinnovo della dirigenza: è la ricetta del Comune di Nola per consentire alla Fondazione Giordano Bruno di ricominciare a funzionare. Quello della mancata attività della fondazione destinata a celebrare la figura del famoso filosofo, è uno dei problemi che gli appassionati del settore lamentano ormai da anni.
Il 17 febbraio 1600 il filosofo venne mandato al rogo dalla Chiesa per le sue idee che risuonano ancora come una sveglia nel nostro tempo dove mordacchie e ...
Forse, vale appena ricordare che Giordano Bruno, in un contesto dove certo la misoginia non mancava e si mandavano al rogo centinaia di povere donne con l’accusa di stregoneria (e alla stregoneria credevano insospettabili intellettuali) scriveva nel De la causa principio et uno: «Mirate chi sono i maschi, chi sono le femine. E la sua lezione è ancora una sveglia nel nostro tempo dove mordacchie e lavaggi del cervello continuano per imporre un mondo di schiavi. Sapeva bene che senza autonomia di pensiero, di ricerca non c’è futuro non c’è speranza né per gli individui, né per gli Stati. Nell’infinito di Bruno l’umana ragione è liberata dalla grotta dei moduli ripetitivi e stantii. Bruno si proclama «risvegliatore di dormienti». Bruno sapeva bene che «il servilismo è corruzione contraria alla libertà e dignità umane».
Ricorre l'anniversario della messa al rogo di Giordano Bruno, il 17 febbraio 1600. Il frate filosofo domenicano, dopo l'arresto a Venezia il 23 maggio 1952 ...
È l’ombra dentro di noi, che scende e scava. Anche se se ne fa, e se ne è fatto, un uso speculare a volte rischioso, per cui ai tempi la Chiesa colse in quelle zone ambigue la sua colpa. Leggo su una pagina di Facebook questo commento: “Mi auguro che molti ricorderanno la grandezza di Giordano Bruno, ma anche i suoi cupi carnefici. l’uomo non ha limiti e quando un giorno se ne renderà conto, sarà libero anche qui in questo mondo.” “Verrà un giorno che l’uomo si sveglierà dall’oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo... Egli sosteneva che alla base dell’universo vi fossero due principi regolatori: l’anima del mondo, cioè la forma, e la materia universale.