Rebyota è il primo e unico trattamento microbiome based approvato da FDA per la prevenzione delle recidive di infezione da C. diff negli adulti.
Gli antibiotici – l’attuale standard di cura per il trattamento dell’infezione da C. «La disponibilità di REBYOTA è un’ottima notizia per le persone che soffrono del devastante ciclo di infezioni ricorrenti da C. diff ](https://microbioma.it/gastroenterologia/trapianto-di-microbiota-efficace-in-pazienti-con-c-difficile-autorizzata-la-prima-stool-bank-inglese/)è un’infezione grave e potenzialmente mortale che colpisce le persone in tutto il mondo. REBYOTA è il primo e unico trattamento basato sul microbioma approvato dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense per prevenire la recidiva dell’infezione da Clostridioides difficile (C. Dopo la prima recidiva, fino al 65% dei pazienti può sviluppare una successiva recidiva. diff provoca sintomi debilitanti, come grave diarrea, febbre, dolorabilità o dolore allo stomaco, perdita di appetito, nausea e colite (un’infiammazione del colon).
Ogni volta che la cronaca ci racconta di persone che ha mangiato pesce crudo, sushi, o è alimenti non cotti, torna attuale il tema della pericolosità delle ...
E’ dotato di una forte azione vermifuga e disinfettante per il contenuto di alliina, isoalliina e cicloallina. Drastica riduzione degli amidi (pasta, riso e patate) e della frutta ad eccezione di agrumi e kiwi che sono molto ricchi di vitamina C, utilissima in questi casi. Il tema è importante e complesso da discutere perciò limitiamoci a ragionare su cosa fare per aumentare la nostra sicurezza. Quindi l’equilibrio dell’ambiente intestinale è sinonimo di salute. E questo vale soprattutto per alcuni alimenti come appunto il caso del pesce crudo e del sushi. Si attribuisce alla Repubblica di Venezia, proprio in quel periodo storico, l’adozione della quarantena come tentativo di difesa dalla diffusione di malattie pericolose.
Virus influenzali e altri comuni virus aumentano il rischio di malattie neurodegenerative come Alzheimer e Parkinson. Dati su popolazione europea.
Le persone che avevano avuto un'infezione da virus dell'influenza accompagnata da polmonite, per esempio, avrebbero una probabilità di quattro volte più alta di sviluppare Alzheimer rispetto alle persone che non avevano avuto l'infezione con polmonite. Una delle associazioni più evidenti è stata osservata tra l'encefalite virale, una rara infiammazione del cervello che può essere causata da diverse tipologie di virus, e la malattia di Alzheimer. E dopo questa ulteriore analisi, sono rimasti 22 collegamenti tra infezione e malattie cerebrali. Il team ha esaminato, prima di tutto, dati da circa 35mila persone con malattie cerebrali e circa 310mila senza, compresi nel database finlandese FinnGen. I risultati dell'indagine, che ha trovato almeno 22 collegamenti tra infezioni virali e malattie neurodegenerative, sono stati pubblicati su Neuron, ma gli stessi ricercatori hanno sottolineato che i dati mostrano una possibile connessione e che non è ancora chiaro in che modo e se le infezioni siano la causa della comparsa delle malattie a livello cerebrale. Da questa prima analisi, il team ha trovato 45 collegamenti significativi tra infezioni e malattie cerebrali.
Niente preservativo. Pochi o zero controlli medici. Fumo, alcol, droga, sovrappeso, obesità, infezioni sessualmente trasmesse, patologie genitali.
È presente, inoltre, un esperto in materia legale dal lunedì al giovedì dalle 14 alle 18. Un servizio gratuito, che garantisce l’anonimato dell’utente, attivo dal lunedì al venerdì dalle 13 alle 18. «Esiste poca informazione su questi temi e non ci sono strategie di prevenzione finalizzate a intercettare i giovani prima che si verifichino problematiche molto frequenti, quali infertilità, disturbi della sessualità e malattie a trasmissione sessuale, che incidono spesso in modo irreversibile sulla salute generale dell’individuo» commenta Alberto Ferlin, andrologo e professore di Endocrinologia all’Università di Padova, che ha realizzato una ricerca sulla sessualità dei giovani tra 18 e 30 anni attraverso un questionario, divulgato da marzo a novembre 2022 tramite i canali social e via mail agli studenti dell’ateneo padovano.