Mourinho ha preparato la partita come sempre quando deve affrontare le squadre di calibro superiore: difesa e contropiede. Se alla fine la partita fosse finita ...
La Roma dà segni di vita solo nei minuti di recupero con Spinazzola che calcia a rete, ma e' centrale e telefonato. Addirittura la banda Spalletti potrebbe trovare pure il terzo goal con Raspadori, ma questa volta Rui Patricio c'è'. Non e' la prima volta che accade in questo campionato. Kvaratskhelia impegna immediatamente Rui Patricio che devia in angolo. Se alla fine la partita fosse finita in pareggio sarebbe stato davvero troppo per questo Napoli, che ha tirato le fila del gioco dall'inizio alla fine. In fondo il Napoli non è il Barcellona di Guardiola.
Si potrebbe stare ore a raccontare la diversità di giocate e soluzioni del Napoli, tanto si parla sempre e solo di tutti quelli che De Laurentiis venderà.
Il terzo gol è il frutto di una grandissima azione di Elmas (ricordate? Elmas, con movimento da attaccante consumato (ma come? Quello che non sapeva fare niente particolarmente bene ….), che, una volta ricevuto il pallone nel cerchio del centrocampo, inizia a portarla con falcate velocissime (sempre con la solita maestria nella frequenza e nella modalità di conduzione) tagliando il campo dritto per dritto per 30 metri fino a che, arrivato al limite dell’area avversaria, accortosi di non avere né lo scarico sull’esterno di destra, né la possibilità di tiro, si gira per scaricare la palla a Di Lorenzo, ancora una volta nella abituale posizione di centrocampista di costruzione aggiunto. Anche in questo caso è così: c’è un calcio d’angolo a rientrare, per primo Di Lorenzo va a saltare in terzo tempo sul primo palo e (prendendo il tempo al suo diretto marcatore) colpisce la palla direzionandola sul secondo palo, dove a sua volta Kim in tuffo si lancia sul pallone (sempre anticipando il suo diretto avversario e mettendo la testa dove molti nemmeno metterebbero il piede) e lo direziona sulla linea di porta dove, a sua volta, Osimhen (che sembra aspettare in agguato, ma che in realtà fino a lì arriva dopo aver vinto anche lui a sportellate il duello con il proprio marcatore) la spinge in rete. Il secondo gol scaturisce da un’azione di calcio d’angolo, in un modo che potrebbe sembrare banale ma che, invece, è il prodotto di uno dei tanti valori aggiunti del Napoli di quest’anno: la fisicità dei suoi giocatori, ed anzi il dominio fisico che questi esercitano verso gli avversari anche (e soprattutto) nei calci da fermo, in cui si riesce a prendere la posizione ed a saltare per colpire il pallone proprio grazie a duelli da uno contro uno da ciascun azzurro vinto contro il diretto avversario. Ed infatti, una volta stoppato il pallone Kvaratskhelia inizia a condurlo puntando il suo diretto avversario; non appena questo gli è “a tiro”, si accentra entrando in area con 2 tocchi dati al pallone in rapidissima frequenza tra di loro, il secondo dei quali gli serve per guadagnarsi la frazione di tempo necessaria alla preparazione del tiro che ha già deciso come eseguire: con una torsione dell’anca (ciò che gli consente di calciare all’improvviso mentre conduce la palla verso la direzione opposta a quella che imprimerà al pallone) schiaffeggiando la palla e direzionandola rasoterra sul palo lontano.