La scelta discutibile di ricordare insieme Shoah-Foibe la retorica del “se la sono voluta”
Sincronicamente, significa porre in relazione le stragi delle foibe con quelle perpetrate in Slovenia e Croazia nei medesimi giorni, tanto che gli eccidi di italiani nella Venezia Giulia appaiono come il margine occidentale della grande ondata di massacri di oppositori a qualsiasi titolo del movimento partigiano guidato da Tito, che nel maggio 1945 caratterizzò la Jugoslavia nel momento della cacciata dei tedeschi e dell’instaurazione del regime comunista: situazioni tutte dove nel decidere fra la vita e la morte la politica contava più dell’etnia, e ciò anche perché nelle Venezia Giulia dentro la criminalizzazione politica non stava solo la militanza fascista, ma anche la volontà di appartenenza all’Italia piuttosto che alla Jugoslavia, espressa a prescindere dalla stirpe di origine. Non dimentichiamo i non nobili antenati di Maurizio Landini, quei militanti della CGIL che a Genova non volevano far sbarcare i profughi istriani rei di volersi lasciare alle spalle il paradiso comunista jugoslavo. E se qualcuno poi cerca di spiegare le ragioni di una scelta di campo sbagliata – come Roberto Vivarelli nel racconto dei suoi anni giovanili a Salò—cala immancabile la fatwa del l’imam della Resistenza – nel caso Vivarelli, quella di Claudio Pavone. Diacronicamente, ciò vuol dire inserire la crisi del periodo 1943-1956 in una storia di più lunga durata che affronti necessariamente alcuni dei grandi nodi dell’età contemporanea: i processi di nazionalizzazione parallela antagonista in tutti i territori asburgici; il nesso fra irredentismi e politiche di potenza degli stati confinanti; la successione di regimi totalitari; l’escalation delle forme della violenza politica in relazione al mutato carattere delle guerre ed al venir meno, nella seconda, della distinzione fra militari e civili; le rivoluzioni ad un tempo nazionali e sociali; la divisione del continente in blocchi contrapposti. E tuttavia occorre metter in guardia da un modo di sottolineare la ‘differenza’ – tra la Shoah e le altre infamie – che spesso si converte in un doppiopesismo etico non poco ripugnante. La risposta sta nella buona politica, nella buona storia e nella buona didattica. E invece è proprio così: “le colpe sono uguali”: l’agonia del bimbo armeno ammazzato dal calcio del fucile del soldato turco e quella del bimbo ebreo morto di fame e di freddo nel lager (il forno crematorio sarebbe stato meglio per lui) mettono sullo stesso piano etico e giudiziario i responsabili dei due delitti anche se, per le ragioni dette, le motivazioni ideologiche li hanno ispirate sono incomparabili, sono gli ‘effetti’ a ispirare ripugnanza e terrore, in quanti hanno conservato qualche scintilla di umanità. Ben diverso il caso della pulizia etnica, quella che portò milioni di Turchi e di Greci, in seguito alla politica di Kemal Ataturk, a lasciare la loro città e le loro case in modo che Turchia e Grecia fossero abitate solo da persone della stessa razza, lingua, religione. L’Anpi ha nelle scuole diversi incontri in definizione, mentre, ad esempio, la sezione di Isola del Cantone dedica nei giorni 10 e 11 febbraio una mostra a Fascismo, foibe, esodo: le tragedie del confine orientale”. A scanso di equivoci, ho trovato non poco discutibile la scelta del Municipio IX Levante di Genova di ricordare insieme la Shoah e le foibe “perché il sangue dei morti non ha colore”. Quel torinese, a ragione o a torto, non si fidava degli inquilini nati a sud di Roma, temendo che gli avrebbero tenuto l’appartamento in condizioni deplorevoli ma si sarebbe sentito onorato di invitare a cena il colonnello dei CC, proveniente da Potenza, e non avrebbe esitato a dare la mano della figlia a un professionista palermitano con lo studio a Piazza Castello. E tuttavia l’orrore della pulizia etnica e dello sterminio della classe sociale, la borghesia, colpevole di tutto il ‘malum mundi’ non equivarrà mai al genocidio della Shoah.
Da una parte c'è stata la fiaccolata per ricordare le vittime delle Foibe, dall'altra un presidio antifascista per protestare contro la stessa commemorazione.
Fa pace con gli esuli istriani e i martiri delle foibe la città di Napoli. Lo fa intitolando, nel giorno della commemorazione, una strada.
Nel punto in cui è situata la targa che ricorda le vittime delle Foibe L’intitolazione arriva dopo anni in cui il comune si era allineato con il resto d’Italia, fingendo che le foibe non avessero lo status di tragedia al pari di altre della storia d’Italia. Lo fa intitolando, nel giorno della commemorazione, una strada all’ingresso del bosco di Capodimonte.
I militanti del Movimento Nazionale, movimento aderente a “La Rete dei Patrioti”, hanno ricordato i martiri delle Foibe e gli Esuli Istriano Dalmata con due ...
La legge n° 92 del 30 marzo 2004 ha, difatti, istituito il “Giorno del ricordo”, al fine di ricordare la strage degli oltre 10mila italiani morti infoibati. “Una importante commemorazione – hanno dichiarato i responsabili del nucleo Guidonia/Tivoli – per ricordare chi fu ucciso durante la repressione anti Italiana attuata in Istria, Fiume e Dalmazia ad opera dei partigiani agli ordini del Maresciallo Tito. Come ogni anno, gli appartenenti ad MN e a la Rete dei Patrioti, ricordano le migliaia di uomini, donne, vecchi e bambini barbaramente torturati ed uccisi dai partigiani Titini in Istria, Fiume e Dalmazia.
Corteo del gruppo giovanile di Fratelli d'Italia in memoria delle vittime delle foibe, dall'altro lato della barricata presidio antifascista di collettivi ...
In risposta alla manifestazione, dalle ore 17.30 si è formato in Piazza del Nettuno un presidio antifascista composto da collettivi studenteschi e sindacali. Quelli sono stati italiani traditi due volte: prima dai comunisti di Tito e poi da quelli italiani”. Pomeriggio di alta tensione in Piazza Maggiore: tante le camionette delle forze dell’ordine disposte in piazza per separare la fiaccolata in ricordo delle vittime delle foibe e il presidio antifascista di risposta.
VITERBO - Si è svolta ieri, 10 febbraio 2023,la cerimonia in occasione del Giorno del Ricordo organizzata dall'associazione Comitato 10 Febbraio della ...
Il presidente della Provincia, Alessandro Romoli, ha denunciato tutti i negazionismi, di qualsiasi tipo, perché sono sinonimo di stupidità; il sindaco Chiara Frontini ha invitato le giovani generazioni a studiare la storia nazionale, per non ripetere gli errori del passato; il deputato Mauro Rotelli ha salutato le associazioni d’Arma e ha elogiato il Comitato 10 Febbraio per l’intensa opera di ricerca storica e di informazione su foibe ed esodo. Il presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio, Silvano Olmi, ha letto i nomi e le storie dei quindici Martiri delle foibe nati a Viterbo e provincia, frutto delle sue ricerche storiche in archivi pubblici e privati. Tante le bandiere tricolori, i labari delle associazioni d’Arma e gli striscioni in ricordo dei Martiri delle foibe.
(ASI) Roma - 'I militanti del Movimento Nazionale, movimento aderente a 'La Rete dei Patrioti', hanno ricordato i martiri delle Foibe e gli Esuli.
Così in una nota il Movimento Nazionale e la Rete dei Patrioti. Il Movimento Nazionale e la Rete dei Patrioti annunciano che verranno ricordati i martiri delle foibe anche a Roma nei pressi del monumento dedicato alle vittime delle foibe Istriane nel quartiere Giuliano Dalmata a Laurentina." Come ogni anno, gli appartenenti ad MN e a la Rete dei Patrioti, ricordano le migliaia di uomini, donne, vecchi e bambini barbaramente torturati ed uccisi dai partigiani Titini in Istria, Fiume e Dalmazia.
PORTO SANT'ELPIDIO – Il consigliere comunale e coordinatore provinciale FdI: «Da qui occorre partire, bisogna raccontare sempre, specie alle giovani ...
Presente anche il consigliere comunale di Fermo, Luigi Rocchi. Da qui occorre partire, bisogna raccontare sempre, specie alle giovani generazioni, ma soprattutto non dobbiamo mai dimenticare quanti nostri connazionali negli anni ’45/’47 abbandonarono le loro terre e quanti italiani furono gettati vivi in quelle cavità carsiche chiamate foibe. E’ quanto fa sapere il consigliere comunale di Porto Sant’Elpidio e coordinatore provinciale FdI, Andrea Balestrieri che anche quest’anno si è recato in via Martiri delle Foibe per la consueta commemorazione.
PORTO SANT'ELPIDIO – La prima uscita del neo assessore Sergio Ciarrocca è al fianco di Andrea Balestrieri, segretario provinciale di Fratelli d'Italia, ...
“Il sacrificio dei nostri connazionali, uccisi nelle foibe o costretti a lasciare le loro case per salvarsi va ricordato. A portare contenuti è stato Orazio Zanetti Monterubbianesi, presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Marche sud. Insieme hanno deposto una corona per commemorare “i connazionali che persero la loro vita, gettati vivi nelle foibe solo perché italiani” spiega Balestrieri che da anni si impegna perché il Giorno del ricordo abbia la giusta dignità in città.