Pubblichiamo di seguito il Messaggio di Papa Francesco per la 57ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest'anno si celebra, in molti Paesi, il 21 maggio 2023 sul tema: «Parlare col cuore. “Secondo verità nella carità” (Ef 4,15)».
Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale. In quanto cristiani, sappiamo che è proprio grazie alla conversione del cuore che si decide il destino della pace, poiché il virus della guerra proviene dall’interno del cuore umano[6]. È a partire da questo “criterio dell’amore” che, attraverso i suoi scritti e la sua testimonianza di vita, il santo vescovo di Ginevra ci ricorda che “siamo ciò che comunichiamo”. Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità. L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità. È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Essi infatti possono esclamare con gioia che il cuore ardeva loro nel petto mentre Lui conversava lungo il cammino e spiegava loro le Scritture (cfr Lc 24,32). Solo ascoltando e parlando con il cuore puro possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo.
"Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c'è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e ...
In quanto cristiani, ribadisce il Papa, “sappiamo che è proprio grazie alla conversione del cuore che si decide il destino della pace, poiché il virus della guerra proviene dall’interno del cuore umano”. Nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo è urgente affermare una comunicazione non ostile”. Va invece promossa, a tutti i livelli, una comunicazione che aiuti a creare le condizioni per risolvere le controversie tra i popoli”.
L'appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all'indifferenza e all'indignazione”, lo scrive Papa ...
Il Papa guarda ancora al contesto di conflitto globale che stiamo vivendo e ribadisce quanto sia necessaria, “una comunicazione non ostile” per promuovere una “cultura di pace” capace di “superare l’odio e l’inimicizia”. Noi “siamo ciò che comunichiamo” ci ricorda e il suo insegnamento, osserva il Papa, appare “controcorrente” in un tempo in cui spesso la comunicazione viene strumentalizzata. In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. E’ un appello che interpella particolarmente chi comunica in un contesto oggi “così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità”. Il cuore è infatti ciò che muove all’accoglienza, al dialogo e alla condivisione, innescando una dinamica che Francesco definisce come quella del “comunicare cordialmente”. Il tema si collega idealmente a quello del 2022, che invitava all’ascolto e a quello precedente che esortava a “andare e vedere” quali condizioni per una buona comunicazione.
Città del Vaticano - La terza guerra mondiale a pezzi, prima che essere combattuta sul terreno con devastanti missili e potenti tank, è preceduta e ...
È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri». Una fiducia che ha bisogno di comunicatori non arroccati, ma audaci e creativi. Anche la comunicazione e il modo di comunicare sono una tessera di un mosaico più ampio.
Il messaggio di Francesco per la Giornata delle comunicazioni sociali 2023 sul tema della "verità nella carità". Non solo galateo: le contrapposizione oggi ...
Il pontefice lo scrive ai comunicatori di professione, ma ricordando che “in un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni - da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune - l’impegno per una comunicazione ‘dal cuore e dalle braccia aperte’ non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno”. È uno sforzo richiesto a ciascuno di noi, ma che richiama in particolare il senso di responsabilità degli operatori della comunicazione, affinché svolgano la propria professione come una missione”. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale. Uno stile indispensabile per “superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo”. Uno stile anche per la comunicazione nella Chiesa "che accenda il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un'identità autoreferenziale". Il messaggio di Francesco per la Giornata delle comunicazioni sociali 2023 sul tema della "verità nella carità".
Nella festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, Papa Francesco chiede ai media di parlare "con gentilezza. Ne abbiamo bisogno nell'ambito ...
Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale. È a partire da questo “criterio dell’amore” che, attraverso i suoi scritti e la sua testimonianza di vita, il santo vescovo di Ginevra ci ricorda che “siamo ciò che comunichiamo”. Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono. È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Solo ascoltando e parlando con il cuore puro possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono"
I media di non fomentino la rabbia. E' il monito di papa Francesco nel Messaggio per la 57esima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali.
“Gli operatori della comunicazione possano sentirsi ispirati da questo santo della tenerezza – l’augurio del Papa -, ricercando e raccontando la verità con coraggio e libertà, ma respingendo la tentazione di usare espressioni eclatanti e aggressive”. “Comunicare cordialmente vuol dire che chi ci legge o ci ascolta viene portato a cogliere la nostra partecipazione alle gioie e alle paure, alle speranze e alle sofferenze delle donne e degli uomini del nostro tempo”, scrive ancora il Papa, ricordando che “in un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione ‘dal cuore e dalle braccia aperte’ non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. “Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono”.
Parlare col cuore. «Secondo verità nella carità» (Ef 4,15) Cari fratelli e sorelle! Dopo aver riflettuto, negli anni scorsi, sui verbi “andare e vedere” e.
Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. [[4]](#_ftnref4) [Messaggio per la LVI Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali](https://www.vatican.va/content/francesco/it/messages/communications/documents/20220124-messaggio-comunicazioni-sociali.html) (24 gennaio 2022). [Totum amoris est](https://www.vatican.va/content/francesco/it/apost_letters/documents/20221228-totum-amoris-est.html) (28 dicembre 2022). [Fratelli tutti](https://www.vatican.va/content/francesco/it/encyclicals/documents/papa-francesco_20201003_enciclica-fratelli-tutti.html#201) (3 ottobre 2020), 201. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale. Dal cuore scaturiscono le parole giuste per diradare le ombre di un mondo chiuso e diviso ed edificare una civiltà migliore di quella che abbiamo ricevuto. Accanto a questo importante anniversario, mi piace ricordarne in tale circostanza un altro che ricorre in questo 2023: il centenario della sua proclamazione a patrono dei giornalisti cattolici da parte di Pio XI con l’Enciclica [Rerum omnium perturbationem](https://www.vatican.va/content/pius-xi/it/encyclicals/documents/hf_p-xi_enc_26011923_rerum-omnium-perturbationem.html). È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità. L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità. Essi infatti possono esclamare con gioia che il cuore ardeva loro nel petto mentre Lui conversava lungo il cammino e spiegava loro le Scritture (cfr Lc 24,32).
Il Papa invita i leader mondiali a frenare l'escalation bellica in Ucraina, anche nell'uso delle parole, per la Giornata delle Comunicazioni Sociali.
Il messaggio del Pontefice la LVII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: la parole "cuore" pronunciata 31 volte e la citazione dei Promessi Sposi.
Parlare con il cuore è oggi quanto mai necessario per promuovere una cultura di pace laddove c’è la guerra; per aprire sentieri che permettano il dialogo e la riconciliazione laddove imperversano l’odio e l’inimicizia. Il Signore Gesù, Parola che si è fatta carne, ci aiuti a metterci in ascolto del palpito dei cuori, per riscoprirci fratelli e sorelle, e disarmare l’ostilità che divide. Una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale. Il Signore Gesù, Parola pura che sgorga dal cuore del Padre, ci aiuti a rendere la nostra comunicazione libera, pulita e cordiale. È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. È a partire da questo “criterio dell’amore” che, attraverso i suoi scritti e la sua testimonianza di vita, il santo vescovo di Ginevra ci ricorda che “siamo ciò che comunichiamo”. Sogno una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità. L’appello a parlare con il cuore interpella radicalmente il nostro tempo, così propenso all’indifferenza e all’indignazione, a volte anche sulla base della disinformazione, che falsifica e strumentalizza la verità. Il suo atteggiamento mite, la sua umanità, la disposizione a dialogare pazientemente con tutti e specialmente con chi lo contrastava lo resero un testimone straordinario dell’amore misericordioso di Dio. “Parlare con il cuore”.
Papa Francesco vola nel Congo e nel Sudan del Sud con ITA Airways Partenza da Roma Fiumicino il 31 gennaio alle 7:55 per la prima volta con l'Airbus A350, ...
Il ritorno del Santo Padre a Roma Fiumicino è previsto per il 5 febbraio alle 17:15. Ad accogliere sottobordo il Santo Padre presso l’aeroporto di Fiumicino saranno presenti il Presidente di ITA Airways, Antonino Turicchi, l’Amministratore Delegato e Direttore Generale di ITA Airways, Fabio Maria Lazzerini e il Chief Commercial Officer di ITA Airways e CEO Volare, Emiliana Limosani. ITA Airways per la prima volta ha scelto l’Airbus A350, Ammiraglia della Compagnia con nuova livrea azzurra per accompagnare il Santo Padre nel suo viaggio.
Viaggio numero 40 per Papa Francesco, che lo porterà a 60 Paesi visitati. Il Papa va in Repubblica Democratica del Congo e poi in Sud Sudan, ...
All’arrivo, il Papa sarà salutato a bordo non solo dal nunzio e dal capo del protocollo, ma anche dall’arcivescovo di Canterbury e dal Moderatore della Chiesa di Scozia, che compiranno questo viaggio con lui. Il 4 febbraio, l’incontro con i religiosi nella cattedrale di Santa Teresa e poi l’incontro con i membri locali della Compagnia di Gesù, mentre nel pomeriggio incontrerà gli sfollati interni, e anche questo sarà un incontro ecumenico. L’arrivo a Kinshasa è previsto alle ore 15 del 31 gennaio, e il Papa sarà accolto dal Primo Ministro Jean-Michel Sama Lukonde, in carica dal 2021 e che non ha mai incontrato il Papa. Il Papa va in Repubblica Democratica del Congo e poi in Sud Sudan, viaggio già previsto a luglio e poi rimandato per ragioni di salute. Ma in questo momento non ci sono le condizioni, si resta a Kinshasa, dove addirittura c’è una zona che è stata definita “di giurisdizione pontificia”, ma gli incontri restano e sono calorosi. Rispetto a luglio, c’è un programma lievemente differente (non si andrà nel Nord Kivu, ma sarà il Nord Kivu ad andare dal Papa), ma con gli stessi obiettivi.
Il Santo Padre, per il suo prossimo viaggio apostolico, partirà martedì prossimo 31 gennaio alle ore 7:55 da Roma-Fiumicino verso l'aeroporto internazionale ...
Ad accogliere sottobordo il Santo Padre presso l'aeroporto romano saranno presenti il presidente di ITA Airways, Antonino Turicchi, l’amministratore delegato e direttore generale di ITA Airways, Fabio Maria Lazzerini ed il Chief Commercial Officer di ITA Airways e ceo Volare, Emiliana Limosani. Il ritorno del Santo Padre a Roma-Fiumicino è previsto per il 5 febbraio alle 17:15. La compagnia per la prima volta ha scelto l’aereo A-350, ammiraglia dell'aviolinea con nuova livrea azzurra per accompagnare il Santo Padre nel suo viaggio.
I 60 anni della «Pacem in terris» per ricordare il contesto di guerra in cui stiamo vivendo al centro del messaggio per la Giornata mondiale delle ...
Come il «misterioso viandante che dialoga con i discepoli diretti ad Emmaus», mirabile esempio di comunicatore secondo papa Francesco, occorre parlare con amore, accompagnando il cammino del dolore, rispettando i tempi di comprensione. Un cuore che con il suo palpito rivela la verità del nostro essere e che per questo va ascoltato. Cita Benedetto XVI, il Papa emerito appena scomparso, per sottolineare che «il programma del cristiano è un cuore che vede. Il cuore da cui, aggiunge, «scaturiscono le parole giuste per diradare le ombre di un mondo chiuso e diviso ed edificare una civiltà migliore di quella che abbiamo ricevuto». Il tema del messaggio 2023 si ricollega a quello dell’anno scorso, in cui il Papa invitava all’ascolto e anche a quello del 2021, che esortava ad andare e vedere quali condizioni per realizzare una buona comunicazione. E aggiunge che «si resta atterriti nell’ascoltare con quanta facilità vengono pronunciate parole che invocano la distruzione di popoli e di territori».
È urgente costruire ponti che possano aiutarci a trovare insieme soluzioni praticabili che non escludano nessuno”. E' quanto auspica Papa Francesco nel ...
“Durante la pandemia – ha ricordato Francesco - molti eroi hanno mostrato fede, speranza, il dono generoso di sé. E’ quanto auspica Papa Francesco nel messaggio inviato ai partecipanti alla V Conferenza Internazionale “Por el Equilibrio del Mundo” che ha luogo a Cuba da oggi al 28 gennaio. “È urgente costruire ponti che possano aiutarci a trovare insieme soluzioni praticabili che non escludano nessuno”.
“Per poter comunicare secondo verità nella carità”, avverte il Santo Padre, “occorre purificare il proprio cuore. Solo ascoltando e parlando con il cuore puro ...
Ne è convinto il Papa che sogna “una comunicazione ecclesiale che sappia lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, gentile e al contempo profetica, che sappia trovare nuove forme e modalità per il meraviglioso annuncio che è chiamata a portare nel terzo millennio”; “una comunicazione che metta al centro la relazione con Dio e con il prossimo, specialmente il più bisognoso, e che sappia accendere il fuoco della fede piuttosto che preservare le ceneri di un’identità autoreferenziale”; “una comunicazione le cui basi siano l’umiltà nell’ascoltare e la parresia nel parlare, che non separi mai la verità dalla carità”. In quanto cristiani, ribadisce il Papa, “sappiamo che è proprio grazie alla conversione del cuore che si decide il destino della pace, poiché il virus della guerra proviene dall’interno del cuore umano”. Così il Papa nel Messaggio per la 57ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, dove indica san Francesco di Sales come “uno degli esempi più luminosi e ancora oggi affascinanti del ‘parlare con il cuore’”. Ne abbiamo bisogno nell’ambito dei media, perché la comunicazione non fomenti un livore che esaspera, genera rabbia e porta allo scontro, ma aiuti le persone a riflettere pacatamente, a decifrare, con spirito critico e sempre rispettoso, la realtà in cui vivono”. “È il cuore che ci ha mosso ad andare, vedere e ascoltare ed è il cuore che ci muove a una comunicazione aperta e accogliente. Tutti siamo chiamati a cercare e a dire la verità e a farlo con carità”.
“Nessuno si salva da solo. Il messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale della Pace”. Mercoledì 25 gennaio nuovo Tutorial WeCa. “Nessuno si salva da ...
È la grande opportunità anche per la nostra autonomia, per il contributo di ciascuno, per la mia e la tua differenza. Oltre alla diffusione tramite i social network e sul sito www.weca.it, i tutorial vengono trasmessi sulle televisioni del circuito CoralloSat, sono in podcast su Spotify e possono essere ascoltati anche, attraverso comando vocale, sui dispositivi compatibili con ‘Amazon Alexa’ grazie alla skill ‘WebCattolici’. «Siamo legati – dirà don Sergio Massironi all’interno del tutorial – non è una cattiva notizia, non è una minaccia.
Papa Francesco per la Giornata delle Comunicazioni sociali invita a "parlare col cuore" e dire no a retorica bellica e propagandistica.
Solo ascoltando e parlando con il cuore puro possiamo vedere oltre l’apparenza e superare il rumore indistinto che, anche nel campo dell’informazione, non ci aiuta a discernere nella complessità del mondo in cui viviamo”. Allora può avvenire il miracolo dell’incontro, che ci fa guardare gli uni gli altri con compassione, accogliendo le reciproche fragilità con rispetto, anziché giudicare per sentito dire e seminare discordia e divisioni”. Dopo esserci allenati nell’ascolto, che richiede attesa e pazienza, nonché la rinuncia ad affermare in modo pregiudiziale il nostro punto di vista, possiamo entrare nella dinamica del dialogo e della condivisione, che è appunto quella del comunicare cordialmente”.
Nel giorno di San Francesco di Sales protettore dei comunicatori e giornalisti il Papa pubblica il suo messaggio per la 57° Giornata delle Comunicazioni e ...
Abbiamo bisogno di comunicatori disponibili a dialogare, coinvolti nel favorire un disarmo integrale e impegnati a smontare la psicosi bellica che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII nell’Enciclica Lezione oggi controcorrente in un tempo nel quale, come sperimentiamo in particolare nei social network, la comunicazione viene sovente strumentalizzata affinché il mondo ci veda come noi desidereremmo essere e non per quello che siamo. Esso dimostra come per lui la comunicazione non dovesse mai ridursi a un artificio, a – diremmo oggi – una strategia di marketing, ma fosse il riflesso dell’animo, la superficie visibile di un nucleo d’amore invisibile agli occhi. In un periodo storico segnato da polarizzazioni e contrapposizioni – da cui purtroppo anche la comunità ecclesiale non è immune – l’impegno per una comunicazione “dal cuore e dalle braccia aperte” non riguarda esclusivamente gli operatori dell’informazione, ma è responsabilità di ciascuno. Papa Francesco riprende in mano l’enciclica di San Giovanni XXIII Pacem in terris per ribadire che è quanto mai urgente e necessario una comunicazione non ostile, «nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo», come sottolinea nel messaggio per la 57ma Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, che si celebrerà domenica 21 maggio sul tema «Parlare con il cuore. Parlare con il cuore per affermare una cultura di pace laddove c’è guerra, parlare con il cuore per aprire sentieri di dialogo e di riconciliazione proprio dove l’odio e l’inimicizia hanno scavato solchi apparentemente indelebili.
Il Ruanda ha recentemente accusato la Repubblica democratica del Congo di aver abbandonato l'accordo di pace e così continuano i combattimenti tra l'esercito di ...
Il palco dove si svolgerà la celebrazione è il più grande mai realizzato nella Repubblica Democratica del Congo, ed è anche dotato di un ascensore per consentire al Papa di arrivare più agevolmente visto che si sposterà con la sedia a rotelle. In Sud Sudan, invece, seconda tappa del viaggio, Francesco va «per incoraggiare, con la sua presenza, i responsabili di questo Paese per incontrarsi e riconciliarsi». Piuttosto da padre spirituale li consiglierà, come può fare un padre con i suoi figli dicendo loro: 'Basta, unitevi, stringetevi la mano e mettetevi all'opera per il bene di questo Paese» Il Ruanda ha recentemente accusato la Repubblica democratica del Congo di aver abbandonato l'accordo di pace e così continuano i combattimenti tra l'esercito di Kinshasa e i ribelli del gruppo armato M23 (appoggiati dal Ruanda) nonostante il cessate il fuoco e il ritiro dei soldati concordato. La società bulgara è uno dei due gruppi che si occupano di manutenzione di aerei e addestramento di piloti militari, ha precisato il portavoce del governo congolese, Patrick Muyaya. L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) è «profondamente preoccupata» per l'escalation di brutali attacchi contro i civili da parte di gruppi armati nell'est della Repubblica Democratica del Congo.
Il portavoce Bruni ha presentato il viaggio del Papa del 31 gennaio-5 febbraio nei due Paesi; a Juba il Pontefice accompagnato dal primate anglicano ...
“Potrebbe essere congiunta”, ha spiegato Bruni, incentrata “sui temi del viaggio e con domande di interesse per tutti”. Un’accoglienza calorosa - già vista a luglio a Parolin tra balli e canti e gli sfrenati zaghroutah (le urla di gioia) delle donne – la si attende anche per Papa Francesco, in queste terre che riuniscono “il 20% del cattolicesimo mondiale”, ha sottolineato Matteo Bruni. Nel memoriale dedicato al compianto leader del Sudan People’s Liberation Movement/Army e primo vice presidente del Sudan dopo gli accordi di pace, verrà pronunciata una “invocazione di misericordia per il Paese”. E pure la gente, dai vescovi ai politici e i fedeli, non ha mai detto “se il Papa verrà…”, ma “quando il Papa verrà…” certa che la promessa sarebbe stata mantenuta. Per non far mancare comunque la sua vicinanza ai due popoli, Francesco aveva inviato in quei luoghi il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, che in ogni appuntamento pubblico ha sempre voluto ribadire di non essere venuto “in sostituzione ma ad aprire la strada al Santo Padre”. Come toccante, ha ricordato, è stato il viaggio a Bangui, capitale centrafricana, “tappa resa incerta dalle violenze consumatesi fino a qualche giorno prima nella capitale”.
Il motivo del suo viaggio è commemorare il 25° anniversario della storica visita di San Giovanni Paolo II nell'isola caraibica, tra il 21 e il 25 gennaio 1998.
La precedente visita di Stella sull’isola risale all’aprile 2015, pochi mesi prima del primo viaggio di Papa Francesco in territorio cubano. La sua missione in questo viaggio è intrattenere colloqui con le autorità governative cubane e partecipare alle attività pastorali, secondo una nota del ministero degli Affari Esteri. Il cardinale Beniamino Stella, lunedì 23 gennaio, è stato ricevuto a Cuba dal presidente Miguel Díaz Canel come inviato ufficiale di Papa Francesco.