"Scrittore degli ultimi", l'autore triestino, malato da tempo, è venuto a mancare all'età di 69 anni. Nel 2005 la vittoria del Premio Campiello.
[rilasciata a Mangialibri](https://www.mangialibri.com/interviste/intervista-pino-roveredo), lo scrittore triestino ha spiegato: “Il silenzio è un privilegio che ho imparato dai miei genitori sordomuti, ed è un silenzio capace di pensare, osservare, riflettere, e di affrontare la pesantezza dei propri rumori. Un uomo speciale che il Premio Campiello ha avuto l’onore di premiare e che ricorderemo sempre, oltre che per la sua penna ispirata, per la caratura morale. Non ha avuto un’infanzia semplice, e ha debuttato con l’autobiografico Capriole in salita (1996), in cui si è confrontato con il tema dell’alcolismo.
Autore di romanzi, racconti e testi teatrali, vincitore del Premio Campiello nel 2005 con Mandami a dire (Bompiani), Roveredo ha finito il suo viaggio terreno ...
Da Capriole in salita, debutto autobiografico del 1996, alla raccolta di racconti vincitrice del Campiello e a Ballando con Cecilia (Bompiani ma ha pubblicato anche con altri editori). In quest’opera, del 2000 poi ristampata, un uomo riceve l'incarico di andare alla Casa dei Matti per fare compagnia ai degenti, etichettati come “pazzi”, e viene in mente Alda Merini che definiva il manicomio un lager. Più del 70% di chi esce torna a delinquere, le tossicodipendenze — e penso anche a quelle dei migranti che la miseria spinge nel giro della droga — non sono curate. Passa per avere un brutto carattere ma ha solo bisogno di qualcuno che la veda, come Roveredo sapeva fare da autore e da essere umano. E aggiungeva: «Sono cresciuto nel collegio dei poveri di Trieste, a modo suo il primo carcere. La dote che ammirava di più era l’umiltà.
L'emarginazione e la solitudine. Gli “ultimi” al centro del romanzo. È morto a 69 anni Pino Roveredo, dopo una lunga malattia. Lo scrittore si trovava nella ...
Con “Ballando con Cecilia” (Lint, 2000; ripubblicato da Bompiani nel 2014) ha raccontato la storia di un’anziana donna rinchiusa da oltre sessant’anni in ospedale psichiatrico. Con la raccolta di racconti “Mandami a dire” (Bompiani) Pino Roveredo ha vinto il Premio Campiello. Nel 1998 con “La città dei cancelli” (ancora pubblicato dall’editore triestino Lint) ha narrato il mondo del carcere.
Nel 2005 aveva vinto il Premio Campiello con la raccolta di racconti 'Mandami a dire'
"Sempre nel 2009, a novembre, La Contrada porta in scena 'Caracreatura', con Maria Grazia Plos e Massimiliano Borghesi, la regia di Franco Però e l’adattamento teatrale dello stesso Roveredo, inaugurando il restaurato Teatro dei Fabbri. "Poi l’ho conosciuto di persona e per me il suo ricordo è indissolubilmente legato a quello di Orazio e Francesco Macedonio con il quale Pino aveva legato in modo straordinario, in un sodalizio artistico e professionale. "Il primo incontro che ho avuto con Pino Roveredo è stato nel 1996 con il suo libro 'Capriole in salita' che mi ha commosso ed emozionato, con un’originalità di scrittura che non avevo ancora incontrato", ricorda la presidente Livia Amabilino. Da lui abbiamo imparato che non si può davvero mettersi a servizio della propria città evitando di frequentare (meglio senza troppa pubblicità) i suoi angoli più nascosti e umili, “andando per fodere”, come diceva, usando la propria notorietà per dare voce a chi non riesce a farsi ascoltare", afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Francesco Russo (Pd) esprimendo cordoglio per la scomparsa dello scrittore. Avrebbe potuto dare ancora tanto al mondo degli ultimi e alla cultura ma lo abbiamo perso e oggi facciamo i conti con il rammarico di non averlo più, di non avergli detto ancora una volta ‘grazie’ per quello che fai”, così la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani. Dopo un’infanzia difficile e un periodo nel quale aveva avuto gravi problemi di dipendenza dall’alcol, esordì nel 1996 con il romando autobiografico, 'Capriole in salita', che lo fece conoscere al grande pubblico, grazie anche alla partecipazione ai talk show di Maurizio Costanzo.
Nel 2005 poi aveva vinto il Premio Campiello con «Mandami a dire»
Nel 2021 si era candidato a consigliere comunale a Trieste, con una lista civica, Punto Franco, candidandosi a consigliere comunale del capoluogo giuliano. Nel 2005 poi aveva vinto il Premio Campiello con «Mandami a dire». Scrittore impegnato, sempre a favore degli ultimi, Roveredo aveva esordito nel 1996 con il testo autobiografico «Capriole in salita» che lo portò all'attenzione del grande pubblico.
«Nel lontano 1998 “La bela vita” interpretato dagli attori dell'Accademia della Follia, nel 2013 la produzione “La melodia del corvo” diretto da Marko Sosic, e ...
Autore triestino di narrativa e di teatro, nel romanzo d'esordio «Capriole in salita» raccontò la sua vita tra alcol, carcere e manicomio. Con i...
Era lo stesso Roveredo a spiegare il senso di un percorso scandito da un diverso rapporto con il dolore: prima la sofferenza come ragione per continuare sulla strada dell’autodistruzione, poi ragione di vita. Autore triestino di narrativa e di teatro, nel romanzo d’esordio «Capriole in salita» raccontò la sua vita tra alcol, carcere e manicomio. Pino Roveredo (qui sotto, foto di Luigi Costantini/Ap), scrittore triestino morto ieri a 69 anni dopo una lunga malattia, ha raccontato con l’autenticità data dall’esperienza vissuta i territori di chi, «cullandosi sopra l’ altalena del tempo, fatica il giorno per guadagnarsi la notte».
Premio Campiello nel 2005 con "Mandami a dire" (ANSA)
E' in lui che il vicepresidente del Consiglio regionale Fvg, Francesco Russo, individua un vettore per continuare a "sognare un mondo migliore". Un uomo da ricordare "con grande affetto e riconoscenza". La Fondazione oggi lo ricorda come "un uomo speciale", una "penna ispirata", dalla forte "caratura morale".
È morto a 69 anni lo scrittore Pino Roveredo: Premio Campello nel 2005, le sue opere hanno sempre avuto al centro i più fragili.
Impegnato da sempre a raccontare gli ultimi, nel 2005 aveva conquistato il Premio Campiello con il romanzo ‘Mandami a Dire’. “Quando i disturbi diventano più forti della speranza e ti rimane solo l’uso del saluto”, aveva scritto su Facebook. Lo scrittore è morto all’età di 69 anni nella notte tra venerdì 20 e sabato 21 gennaio dopo una lunga malattia.