Il boss di Castelvetrano era latitante da 30 anni. È stato catturato dal Ros dei carabinieri in una struttura sanitaria in cui era andato per accertamenti ...
"Il latitante è stato arrestato all'interno di una clinica di Palermo. É' una bella giornata per l'Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e i nostri eroi in divisa non mollano mai". Quel giorno si era appena insediato a capo della Procura di Palermo Giancarlo Caselli, e la notizia arrivò proprio mentre il magistrato stava incontrando i giornalisti a Palazzo di giustizia per un saluto. Cosi' il presidente del Consiglio Giorgia Meloni dopo la cattura di Matteo Messina Denaro. "Il mondo è un po' più sicuro oggi". "Con l'arresto di Matteo Messina Denaro l'Italia assesta un duro colpo alla mafia. Il padrino di Castelvetrano è stato portato via in una località protetta su un furgone bianco. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie". "Desidero rivolgere il mio sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito all'arresto di Matteo Messina Denaro, la cui cattura è una notizia bellissima per la nostra nazione. Un pensiero commosso va a tutte le vittime della mafia, alle loro famiglie e a tutti i magistrati che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla criminalità organizzata come i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e il Beato Rosario Livatino". Il presidente Meloni: "Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua" "Desidero esprimere i sentimenti della più viva soddisfazione per la cattura di Matteo Messina Denaro e rivolgere a tutte le istituzioni e all'Arma dei Carabinieri la più sentita riconoscenza per questo risultato straordinario.
A trent'anni dall'arresto di Totò Rina e dopo trent'anni di latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros.
Non si sono fatti attendere i ringraziamenti del ministro della Difesa, Guido Crosetto, nè tantomeno del presidente del Consiglio Giorgia Meloni alle forze dell’ordine, alla magistratura e “alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per la giustizia”, si legge nel tweet di Crosetto. A trent’anni dall’arresto di Totò Rina e dopo trent’anni di latitanza, il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros. L’arresto è importantissimo soprattutto perché Messina Denaro era l’unico boss rimasto in libertà a conoscere i segreti delle stragi, dato che da Riina a Giovanni Provenzano, passando per Giovanni Brusca tutti protagonisti del biennio del terrore erano già stati arrestati.
Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza. L'inchiesta che ha portato alla cattura del ...
Messina Denaro, secondo fonti della clinica Maddalena, ha tentato la fuga ma è stato fermato all'interno di un bar. Quel giorno si era appena insediato a capo della Procura di Palermo Giancarlo Caselli, e la notizia arrivò proprio mentre il magistrato stava incontrando i giornalisti a Palazzo di giustizia per un saluto. “Un arresto estemporaneo”, fanno sapere dal Ros, che ha eseguito la cattura dopo anni e anni di ricerche.
Roma, 16 gennaio 2023 - Il boss mafioso Matteo Messina Denaro è stato arrestato a Palermo dai carabinieri del Ros. L'esponente di Cosa Nostra era latitante ...
[Congratulazioni da Mattarella, Meloni: "Grande vittoria dello Stato"](http://"Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia".) La cattura è scattata nella clinica privata, La Maddalena, dove il capomafia di Castelvetrano (Trapani) si era recato "per sottoporsi a terapie", ha spiegato il comandante del Ros, Pasquale Angelosanto, sottolineando che "non ha opposto resistenza". [Matteo Messina Denaro](https://www.quotidiano.net/cronaca/matteo-messina-denaro-chi-e-falcone-borsellino-1.8458754) è stato arrestato a Palermo dai carabinieri del Ros e del Gis.
Dopo 30 anni di latitanza, i Ros hanno arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro, tra i più ricercati del mondo: "Non ha opposto resistenza"
Il comandante ha poi aggiunto: "Il latitante è stato arrestato all'interno di una clinica di Palermo. Il presidente del Consiglio ha dichiarato in una nota: "Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia". Un sentito ringraziamento a tutte le istituzioni della Repubblica che hanno operato per il conseguimento di questo importante risultato". L'inviata Rai Mariagrazia Mazzola da Palermo ha riferito che Matteo Messina Denaro è stato arrestato mentre si recava a fare la chemioterapia. Stando a quanto si apprende, l'arresto è stato effettuato all'interno di una struttura sanitaria privata di Palermo, la clinica Maddalena, dove il boss si trovava ricoverato in regime di day-hospital. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato questa mattina al ministro dell'Interno e al Comandante dell'Arma dei Carabinieri per esprimere le sue congratulazioni per l'arresto di Matteo Messina Denaro, realizzato in stretto raccordo con la magistratura.
Trovato il covo a Campobello di Mazara, nel Trapanese: nessuna arma ma profumi e vestiti di lusso. Il Comandante generale dei Carabinieri Teo Luzi: "La ...
I carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri, alla clinica Maddalena di Palermo. E' evidente che il muro di omertà e di connivenze è stato pazientemente scardinato anche in questo caso dalle forze di polizia. A loro deve andare la gratitudine del Paese per questo straordinario risultato e per il silenzioso e difficile lavoro che svolgono ogni giorno anche a prezzo di molti sacrifici e rischi". "Il fenomeno dei latitanti e dei criminali che si sono sottratti alla giustizia riguarda la mafia ma anche il terrorismo. "Esistono dei luoghi compatibili con la detenzione e la garanzia dell'assistenza sanitaria non sono molti ma possiamo assolutamente garantire che coesisteranno il diritto alla salute e il diritto alla sicurezza per la detenzione di un pericoloso latitante, assicurato alla giustizia dopo 30 anni". Sapevo che il cerchio si stava stringendo e che c'erano alcune prospettive di lavoro. Non guardo a chi sara' il prossimo ma a che si prosegua incessantemente nella giusta direzione di assicurare prima o poi tutti alla giustizia". E questo accade proprio grazie al loro impegno, che rivive in ogni incontro con i giovani, con un popolo di studenti e insegnanti al lavoro per un'educazione alla legalità, un senso di giustizia sintonizzato sull'esercizio della memoria di chi ha pagato tutto questo con la vita". È comunque una strada da percorrere e penso che magistrati e investigatori proveranno a farlo". "Un minimo senso di umanità e di eticità e di senso cristiano oltre a quello che insegna la Costituzione impone di curare le persone quando sono ammalate. "Una grande emozione per me e un grande successo dello Stato". L'ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell'Aquila, una struttura di massima sicurezza che ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perché nell'ospedale del capoluogo c'è un buon centro oncologico.
I beni mobili e immobili che sono stati sequestrati alla sua rete di contatti e teste di legno ammontano a una cifra tra i quattro e i cinque miliardi di ...
Negli ultimi tre decenni sono stati infatti tantissimi i colpi inferti al boss e ai suoi fedelissimi, e hanno riguardato beni mobili e immobili che Matteo Messina Denaro, avvalendosi di vari prestanome, ha accumulato senza porsi confini né settoriali, né tantomeno geografici. Sono state ingenti, nel tempo, anche le somme depositate in conti correnti di paesi stranieri, compresi ovviamente anche i paradisi fiscali. Un risultato che è l’ultima e la più importante operazione tra quelle messe in campo per [contrastare colui che è considerato l’ultimo capomafia stragista.](https://www.wired.it/article/latitanti-matteo-messina-denaro-ricercati-italia-motisi-cinquegranella-cubeddu-bonavota/)
È di circa 4 miliardi la stima (probabilmente per difetto) del patrimonio sequestrato e confiscato a prestanome di Matteo Messina Denaro, il boss di ...
A Nicastri, definito il re del vento, è stato sequestrato un patrimonio di un miliardo e mezzo di euro. È la stima (probabilmente per difetto) del patrimonio sequestrato e confiscato a prestanome di Matteo Messina Denaro, il boss di Calstelvetrano finalmente arrestato dopo 30 anni di latitanza. Il settore è stato curato per conto del boss dall’imprenditore trapanese Vito Nicastri, l’ex elettricista di Alcamo e pioniere del green in Sicilia, che per anni avrebbe tenuto le chiavi della cassaforte del capomafia.
Il superlatitante, dopo 30 anni in fuga, è stato arrestato all'interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove si stava curando da oltre un anno ...
"Ci è apparso in buona salute e di buon aspetto non ci pare che le sue condizioni siano incompatibili con il carcere", ha spiegato l'aggiunto di Palermo Paolo Guido alla conferenza stampa. Alla domanda se Messina Denaro abbia tentato la fuga, gli investigatori hanno affermato di "non aver visto tentativi di fuga" anche se, hanno aggiunto, "sicuramente ha cercato di adottare delle tutele una volta visto il dispositivo che stava entrando nella struttura". Il capomafia trapanese è stato condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell'acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del '92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del '93 a Milano, Firenze e Roma. Quando è stato bloccato, hanno aggiunto, Messina Denaro "non ha opposto alcuna resistenza" e "si è subito dichiarato, senza neanche fingere di essere la persona di cui aveva utilizzato l'identità". "Catturare un latitante pericoloso senza ricorso alla violenza e senza manette è un segno importante per un paese democratico". "Abbiamo catturato l'ultimo stragista responsabile delle stragi del 1992-93", ha detto il procuratore di Palermo Maurizio De Lucia. E' un risultato che dà coraggio che ci dà nuovi stimoli ad andare avanti e ci dà metodo di lavoro per il futuro, la lotta alla criminalità organizzata è uno dei temi fondamentali di tutti gli stati". "Oggi è una giornata storica - ha detto il procuratore de Lucia - che dedichiamo a tutte le vittime della mafia". L'ultimo periodo, quelle delle feste natalizie, i nostri lo hanno trascorso negli uffici a lavorare e a mettere insieme gli elementi che ogni giorno si arricchivano sempre di più e venivano comunicati", ha detto Pasquale Angelosanto, comandante del Ros. La prenotazione di una seduta di chemioterapia a nome di Bonafede ha fatto scattare il blitz. L'ipotesi più accreditata, come anticipato da La Repubblica e il Centro, è che il boss venga detenuto nel carcere dell'Aquila poiché è una struttura di massima sicurezza, ha già ospitato personaggi di spicco ed anche perché nell'ospedale del capoluogo c'è un buon centro oncologico. Non è escluso che il boss sia stato trattenuto altrove per la notte, o in una caserma o nei vari penitenziari della zona.
Mettendo fine ad una latitanza durata quasi trent'anni, i carabinieri del Ros hanno arrestato oggi a Palermo il boss Matteo Messina Denaro, che si trovava ...
Arrestato Matteo Messina DenaroUno dei più efferati, dei quali è stato giudicato responsabile, è stato quello del giovanissimo Giuseppe Di Matteo, figlio di un pentito. Messina Denaro, che ha sessant'anni, si era dato alla latitanza nell'estate del 1993, dopo le stragi di mafia di Roma, Milano e Palermo. Mettendo fine ad una latitanza durata quasi trent'anni, i carabinieri del Ros hanno arrestato oggi a Palermo il boss Matteo Messina Denaro, che si trovava in una cinica privata della città, per sottoporsi a terapie.
Gli inquirenti hanno trovato il nascondiglio del boss di Cosa Nostra a Campobello di Mazara, da dove ieri mattina Messina Denaro era partito per recarsi in ...
La zona tra Campobello e Castelvetrano, paese di Messina Denaro, è stata battuta palmo a palmo. Oltre a Luppino, arrestato in flagranza oggi, e a Bonafede, la cui posizione è ancora al vaglio degli inquirenti, chi ha coperto, favorito e finanziato la fuga di Messina Denaro negli ultimi tempi? Ieri mattina Messina Denaro aveva raggiunto Palermo partendo da Campobello di Mazara, paese del favoreggiatore che l'ha accompagnato in clinica, Giovanni Luppino, imprenditore del settore olivicolo praticamente incensurato, e di Andrea Bonafede l'uomo che ha prestato, ancora da capire se consapevolmente o meno, l'identità al capomafia.
Lunedì 16 gennaio è stato arrestato Matteo Messina Denaro, il latitante numero uno. Il boss mafioso è stato fermato a Palermo mentre era in una clinica ...
L’augurio che dobbiamo farci, tutti noi, è che l’arresto di Matteo Messina Denaro, unito al suo stato di salute e all’età, lo porti a collaborare con la magistratura per fare i conti con il passato e chiudere veramente una parte di storia italiana. Conoscere queste cose significherebbe dare verità e giustizia alle vittime e forse chiudere veramente i conti con il passato, un passato che per molta gente non lo è mai stato di fatto, siano essi vittime innocenti delle mafie o siano essi fiancheggiatori o in concorso con le stesse. Le mafie si possono sconfiggere certo, “sono fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”, diceva Giovanni Falcone, ma a credere che l’arresto di Matteo Messina Denaro porti ad un ridimensionamento della criminalità organizzata si farebbe un grave errore. Sicuramente l’azione che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro è stata encomiabile, e le donne e gli uomini che hanno partecipato alle indagini sono da elogiare per perseveranza ed abilità, e certo, l’arresto del boss è una notizia che apre alla speranza di poter avere queste verità e giustizia. Oltre a ciò il 21 ottobre 2020 la Corte d’Assise di Caltanissetta l’ha condannato per essere stato uno dei mandanti delle [ stragi di Capaci e via D’Amelio](https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/dalle-stragi-mafia-leggi-antimafia). A Messina Denaro sono riconducibili molti dei più tragici fatti sanguinosi della nostra storia recente: dal [rapimento del piccolo Giuseppe di Matteo](https://ilbolive.unipd.it/index.php/it/news/chiara-cannella-libera-valle-dello-jato), alla guerra di mafia contro le famiglie di Marsala e del Belice, dall’omicidio di un proprietario d’albergo di Triscina, colpevole di ritenerlo una persona non gradita e d’averlo detto alla sua impiegata, che era l’amante del boss, all’uccisione di Vincenzo Milazzo e, pochi giorni dopo, anche della sua compagna Antonello Bonomo, incinta di tre mesi.
Chi è Matteo Messina Denaro? Di chi si parla? Il 'capo dei capi' come si dice? L'erede di Riina?
anche lei non è più il Giletti di una volta, neanche il Baiardo è quello di una volta…Io posso dire che è una brava persona, ma lei dice: ‘Con tutto ciò che hanno fatto?’. Tuttavia senza voler costruire “castelli” col senno di oggi, non si perde tempo nel riascoltare una trasmissione condotta da Massimo Giletti per la sua trasmissione “Non è l’Arena” su “La 7”. Diciamo che Messina Denaro non è palermitano come erano i corleonesi che si erano affermati a Palermo com’è tradizione per questo tipo di mafia. In quest’ottica la latitanza di un boss è particolare: lascia tracce, ma serve anche a rinnovare sistemi di complicità e coperture tra i gruppi. Su Messina Denaro, la sua latitanza, la possibilità che potesse essere arrestato, Baiardo dice: “…potrebbe succedere come una vecchia trattativa, come è stata fatta nel’93… Sostiene che “Cosa Nostra non ha più bisogno di avere un capo, ammesso che abbia mai avuto questa esigenza in passato e ammesso che Riina lo fosse fino in fondo. Però si deve ricordare la logica della federazione mafiosa: Messina Denaro avrà avuto solidarietà dagli altri gruppi territoriali e questo è sicuramente un elemento significativo, perché i suoi legami hanno resistito in una fase storica in cui la centralizzazione di Cosa nostra si è disgregata. Nomi non ne ha fatti, ma non è fuori dal mondo che la ‘dritta’ sia venuta da quel Provenzano che non era poi molto d’accordo nella gestione di Riina, prendere frontalmente lo Stato e sfidarlo (“Per fare la pace, bisogna prima fare la guerra”). E di certo non si fanno verbali o ‘papelli’ che dir si voglia. Anche qui, si è nel ‘si dice’: documenti compromettenti per politici e imprenditori, e perfino l’originale di quel ‘papello’ che sarebbe il patto sottoscritto tra Corleonesi e pezzi delle istituzioni per garantire impunità e condizioni meno gravose in carcere per i boss, in cambio di un ‘allentamento’ dell’offensiva stragista dei Corleonesi. Ma quella minaccia non esiste più da decine di anni e quindi è solo un grande abbaglio ritenere che Cosa nostra abbia un capo dei capi“. Di quel feroce gruppo di ‘corleonesi’ che a colpi di kalashnikov e bombe ha sterminato i boss della Cosa Nostra palermitana, non c’era più nessuno: Riina e Provenzano, morti in carcere.
Il rifugio del boss si trova nel centro abitato di Campobello di Mazara, nel Trapanese.
È indagato Alfonso Tumbarello, 70 anni, il medico che aveva in cura Andrea Bonafede, alias Matteo Messina Denaro: Tumbarello è di Campobello di Mazara ed è stato per decenni medico di base in paese, sino a dicembre scorso, quando è andato in pensione. “È illusorio pensare che arresti come questo avvengono per un colpo di fortuna, ma anche illusorio pensare che la mafia possa essere combattuta perché si arrestano boss. Intanto arrivano novità sul proprietario dell’appartamento in cui si è nascosto Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara: il covo è di proprietà del vero Andrea Bonafede, l’alias utilizzato dal boss per circolare in tranquillità. Campobello di Mazara è certo il paese del favoreggiatore e autista personale del boss Giovanni Luppino, finito anche lui in manette. Il nascondiglio è stato perquisito per tutta la notte: le operazioni sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido che da anni indaga sull’ex latitante di Cosa nostra. Qui, in questa via senza uscita che un tempo si chiamava Via Cb 31 e oggi porta il nome di San Vito, i carabinieri del Ros e la procura di Palermo hanno individuato il covo del boss Matteo Messina Denaro, arrestato, ieri 16 gennaio, alla clinica Maddalena di Palermo.
Il regime penitenziario che istituisce il cosiddetto “carcere duro” è nato come una misura temporanea prima delle stragi di mafia del 1992 e del 1993.
[15 luglio 2009 numero 94](https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2009-07-15;94), l’articolo prevede la sua applicazione contro persone condannate principalmente per reati di tipo mafioso. [mafia](https://www.wired.it/article/matteo-messina-denaro-arrestato-chi-e/) e terrorismo. A causa delle sue estreme [privazioni della libertà](https://www.wired.it/article/latitanti-matteo-messina-denaro-ricercati-italia-motisi-cinquegranella-cubeddu-bonavota/), che vanno dall’isolamento continuo alle limitazioni dei colloqui e delle ora d’aria, nel corso degli anni sono stati sollevati dubbi di costituzionalità.