Ce lo ricordano i Baustelle nella loro 'Contro il mondo', mentre le nuove generazioni di trapper come Geolier e Baby Gang hanno altri problemi: il giubbotto ...
Oggi posso sentirti solo per telegramma/ E posso scriverti solo una volta a settimana / Per dirti che qui ci manchi / Chiederti: “Lì come va?”. È un brano d’amicizia e d’amore tra chi sta in gabbia e chi rimane fuori ad aspettare e promette “sia a casa che ai tuoi figli non mancherà nulla”. Il gip Guido Salvini di Milano, leggo, ha negato l’affido a una comunità per Baby Gang, attualmente al Beccaria (credo), perché «l’uso di cannabinoidi non è qualificabile come dipendenza ma come espressione di uno stile di vita”, fin qui ok, e perché Baby Gang è “un modello negativo per il suo pubblico, avendo sfruttato i propri comportamenti illegali per costruire il suo successo”. Un filo di ottimismo mi spinge a non abbandonarmi a questo blue spleen e a prendere sul serio Bianconi, anche se i miei metri quadri di parquet sono molto meno: basta criticare la sinistra, stare lì a dire che il PD è morto, è pigrizia, lo yoga di sdraiarsi sul divano a twittare che Bonaccini “mai”, Schlein “ma l’hai sentita?”, Cuperlo “per carità, anche se”. Ho sentito il bisogno di appuntarmi su un foglietto il feat di Sfera Ebbasta: “Chissà se / tu staresti da me / anche senza cash / o suite in hotel / se al mio collo non brillassero vvs / e tornassi in quartiere”. Il cantante ci racconta che anche i radical chic piangono e che non c’è nulla da ridere per il boomer alle prese con l’inevitabile disincanto: “Essere contro il mondo e invece averlo addosso / In centoventi metri quadri di parquet” e ancora “Svegliarsi tardi la mattina, criticare il grande vuoto, la sinistra che non c’è / Farsi di yoga e qualche droga…”.
Lontanissimo dalle malizie, dalla goliardia e dall'ansia d'appartenenza di tanti suoi vicini di banco con la maglietta di Tarantino, Domenico Montixi è un ...
Solitamente non sono per operazioni di questo tipo a prescindere, ma credo ne varrebbe la pena e ci sarebbe molto di più da raccontare che in 20 minuti, che è la durata del corto. Con questo Francesco che sembra una sorpresa delle merendine Mr Day, che pare apertissimo alla modernità e invece poi è oscurantista come giustamente si conviene al suo ruolo, bisognerebbe fare un tipo di operazione molto più sottile e differente, e non so se questo personaggio si presterebbe ancora bene. ma non ho voluto fare del citazionismo, credo non ci sia una sola citazione esplicita nel corto (se c’è è involontaria), volevo che fosse più una questione di tono e attitudine. Si parte sempre con l’idea di replicare esattamente quello che si ha in testa, poi si fanno i conti con la realtà e con il fatto che è oltretutto un lavoro collettivo che deve passare per la testa e per le mani di tante altre persone. Il Jackson dei primi film è il più libero e dirompente, anche secondo me è il miglior Jackson, e De Bello è una mitragliatrice con la tourette carica di trovate incredibili. Anderson ma il mio riferimento di volta in volta dipende da ciò che necessita per la tipologia di storia che voglio raccontare. Sono i più disparati tra i registi del filone zombi movies italiani, diciamo che ho preso i due estremi, il meglio, il Fulci di Zombi 2, lo zombi movie italiano perfetto, e un film folle, sgangherato, cialtrone e divertentissimo come Virus di Bruno Mattei, passando per tutto quello che sta nel mezzo. Io cerco, nei limiti del possibile, con grande rispetto, di fare le cose come le facevano nei film di riferimento, tenendo conto di ogni aspetto, nei pregi e nei supposti difetti, e tutto c’era in quelle opere meno che questo concetto di ironia postmoderna. Io non ho fretta, preferisco fare poco ma farlo solo quando sono convinto di poterlo fare come vorrei, con un certo grado di approssimazione, e di avere attorno le persone giuste – poche ma buone – con cui portarlo avanti. Il documentario avrebbe dovuto presentare interviste ai vari attori, registi, musicisti e sceneggiatori protagonisti di questo specifico filone, inframezzate dalle scene di quello che doveva risultare una sorta di film perduto con gli stilemi di quel cinema, e per il quale avevo carta bianca e un piccolo budget. La verità è che il principale produttore è Alex Wank, e parzialmente io. Questo è il percorso fino ad oggi de L’Isola dei Resuscitati Morti, l’ultimo corto di Domenico Montixi, videomaker dalla grossa barba e gli occhiali da sole accigliati che seguo fin dagli esordi e che trovo una proverbiale boccata d’ossigeno fra i registi che rivisitano le estetiche da b-movie degli anni ’70.
L'orchestra Antonio Vivaldi si butta nel rock e propone brani che spaziano dai Beatles agli Aerosmith. L'insieme valtellinese mostra di non avere pregiudizi ...
La Vivaldi, orchestra "classica" per definizione ma aperta a ogni esperienza musicale, ha fatto la scelta coraggiosa di proporre oggi, alle 17, al Teatro Sociale di Sondrio un concerto dei più significativi compositori e interpreti del pop rock. Il caso più eclatante è stato quello del "Pavarotti & Friends" con il maestro a cantare brani pop e rock. Intorno a questa affermazione si sono arrovellati gli appassionati di musica del Novecento, secolo complesso e multiforme da questo punto di vista, che ha schierato, per dirla con termini mutuati dalla politica, "conservatori" e "progressisti", ovvero patiti a oltranza della musica classica (la cosiddetta musica "colta") e i seguaci del pop rock, filone che si lega in particolare al gusto dei giovani.