De Andrè non era solo un cantautore, per molti è tuttora un patrimonio di riflessioni, valori e ideali intramontabili. Con lue sue liriche sottili e altamente ...
Concludendo, non si può che dedurre che l’odio, l’invidia, la vendetta e il relativo gusto intrinseco di giudicare, siano “figli della mancanza”. Il giudice, definito iperbolicamente con l’epiteto di “nano” da De André, diventa una carogna per il semplice fatto che gli altri “hanno ciò che lui non ha”. A chi alla sbarra in piedi mi diceva “Vostro Onore” e di affidarli al boia fu un piacere del tutto mio, non conoscendo affatto la statura di Dio”. Sono successi delitti, mafia servizi segreti deviati, stragi e non si è mai accorto di niente”. Scrive per l’appunto di una ragazza impertinente che vuole scoprire “quanto si dice intorno ai nani, che siano i più forniti della virtù meno apparente, fra tutte le virtù la più indecente”. Nel testo, De Andrè parla di un nano che, per utilizzare un termine moderno, veniva costantemente “bullizzato” per via della sua statura e per il suo aspetto fisico.