The Last Of Us, serie tv

2023 - 1 - 10

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The Last of Us, la recensione senza spoiler della serie TV HBO (Multiplayer.it)

Si assapora un pizzico di rammarico non appena si scorgono i titoli di coda del nono episodio della prima stagione di The Last of Us, attuale e momentaneo ...

Nel duplice tentativo di strizzare l'occhiolino ai fan di lungo corso e di raccontare il gioco a chi, per i motivi più disparati, non ha mai potuto viverlo in prima persona, Craig Mazin e Neil Druckmann hanno confezionato un arco narrativo che da una parte esaurisce in fretta le novità, dall'altra si rivela fin troppo criptico nel mostrare alcuni aspetti di quel mondo post-apocalittico che invece su console ha tutto il tempo e il modo di spiegarsi al meglio. Non è affatto un caso che proprio a supporto di questa sceneggiatura così frizzante vengano inserite numerose e riuscitissime variazioni rispetto al videogioco a cui la prima stagione si rifà, altro grande pregio di queste prime tre puntate. Al contrario, se siete neofiti, potreste aver bisogno di qualche piccolo chiarimento da parte di qualcuno più esperto. Da una parte, infatti, l'assenza di qualsiasi novità rispetto al videogioco potrebbe azzerare l'interesse del fan di lungo corso, che sarà sostanzialmente testimone di una storia che conosce già a memoria. Al contrario, grazie al maggior numero di dialoghi, riesce a dimostrarsi un personaggio ancor più sfaccetato, lacerato nel profondo, profondamente disilluso. Per fare un esempio, evitando così troppi spoiler, gli scontri con gli infetti si contano sulle dita di una mano. Pedro Pascal e Bella Ramsey formano una coppia dotata di un talento cristallino. Bella Ramsey, dal canto suo, si conferma tra i giovani più promettenti di Hollywood. Inoltre, fatto salvo per alcuni dettagli di contorno, la trama smette di offrire nuovi spunti, adagiandosi, fino a collidere completamente, su quella del videogioco. In qualsiasi corso di sceneggiatura, del resto, sconsigliano caldamente di riadattare pedissequamente la trama un'opera per un media completamente differente da quello originale. Mentre ci si abbandona ai primi bilanci, freschi di un'esperienza globalmente meritevole di essere fruita, lo sottolineiamo immediatamente per non smorzare eccessivamente l'entusiasmo, si viene pervasi da un velo di delusione, frutto dell'effettivo palesarsi di storture ed incongruenze mesi addietro solo ipotizzate, eppure già così concrete agli occhi di una buona fetta di fan, scaturite all'indomani di alcune dichiarazioni rilasciate da Neil Druckmann e soci su quanto avrebbero offerto all'audience del piccolo schermo una volta completati i lavori. Proviamo a spiegarveli, senza spoiler, nella recensione della prima stagione delle serie TV di The Last of Us.

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The Last of Us Serie TV | Recensione - Resisti e sopravvivi ... (Spaziogames.it)

Abbiamo visto in anteprima tutta la serie TV di The Last of Us di HBO e Sky Atlantic, ispirata al capolavoro Naughty Dog: leggi la recensione!

Il modo per spezzare la maledizione delle serie e dei film tratti dai videogiochi è stato quindi quello di adattare una delle migliori storie mai realizzate per un videogame? La vicinanza con Ellie e il rapporto che pian piano legherà i due trasformerà quella che doveva essere una semplice missione di scorta un in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Il concetto delle reti interconnesse di funghi è altrettanto angosciante, oltre ad essere in grado di rendere a suo modo ancora più saldo e accorato il rapporto tra Joel ed Ellie. Parliamo di Craig Mazin, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense in grado di salire alla ribalta grazie a Chernobyl – miniserie televisiva statunitense e britannica, creata e scritta dallo stesso Mazin e diretta da Johan Renck per HBO e Sky, un piccolo fenomeno di culto che in breve tempo è stata accolta in maniera entusiasta dal pubblico di tutto il mondo, Italia inclusa. Vien da sé che chi ha giocato al titolo Naughty Dog sarà ovviamente a conoscenza dello svolgersi degli eventi, incluso il destino di alcuni personaggi, sebbene ciò non rappresenti un difetto in senso stretto (spiegherò poi il perché). [su Amazon](https://www.amazon.it/Last-Us-Part-PS5/dp/B0B3ZD724V/ref=sr_1_2?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=ZDIAXW3MV951&keywords=the+last+of+us+part+1&qid=1664208937&sprefix=the+last+of+us+part+1%2Caps%2C102&sr=8-2&tag=spz-links-21&ascsubtag=37092%C3%B9) – in grado di trasformare per sempre il medium.

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The Last of Us - Stagione 1 (IGN Italia)

Lo era il videogioco nel 2013, lo è la serie TV di Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (game director e sceneggiatore del gioco originale) prodotta nel ...

La serie TV non è solo un adattamento intelligente del videogioco del 2013, ma è una nuova versione dello stesso racconto, che allarga lo sguardo, moltiplica i punti di vista e sfrutta il linguaggio della serialità televisiva per mostrarci spiragli di un mondo più grande e di una storia collettiva, pur mettendo al centro il viaggio di Joel ed Ellie e il loro rapporto. La sensazione, e qui arriviamo agli aspetti più tecnici, è che la logica portante non sia stata quella di trasformare il videogioco in una narrazione seriale televisiva, ma quella di tradurre prima di tutto il complesso lavoro di world building alla base della serie di Naughty Dog in un universo diegetico che funziona in televisione. Non voglio entrare nel dettaglio per evitare spoiler (perché sì, in effetti, lo sarebbero anche per chi conosce il gioco), ma nel dittico diretto da Ali Abbasi (le ultime due puntate) c’è una sequenza che mi è sembrata piuttosto forzata e che per la smania di spiegare, far vedere, sottolineare con il pennarello a punta doppia, finisce per essere semplicemente esagerata, e va anche a infrangere una cifra stilistica che pur nella rappresentazione di un mondo brutto e sporco, era sempre stata delicata sugli aspetti più umani. Pur senza mai perdere di vista il fulcro della narrazione, che resta in ogni momento il viaggio di Joel ed Ellie, durante la prima stagione c’è spazio per diverse tematiche strettamente attuali, intrinsecamente politiche, che confluiscono naturalmente nei discorsi, nelle inquadrature e arricchiscono quella che è a tutti gli effetti una serie sul mondo di The Last of Us. Tutti i personaggi, anche quelli più controversi e gli antagonisti, ci fanno vedere il mondo dal loro punto di vista ed è quasi sempre possibile trovare un senso nelle loro motivazioni, soprattutto perché calate in un mondo in cui la brutalità è il prezzo da pagare per sopravvivere. Come i funghi, come i Cordyceps, The Last of Us, muta, perde pezzi di sé e ne acquista altri, cambia forma, ma continua a evolversi e trovare un modo di raggiungere un pubblico sempre più vasto. Ecco, nel raccontare di nuovo la prima parte di quella storia, nel tradurla in un altro linguaggio e nello spezzare quel vincolo indissolubile sospeso tra testimonianza e mimesi che il videogioco stabilisce tra noi e il personaggio controllato, The Last of Us, la serie TV, parte proprio dalla consapevolezza del senso della storia nella sua interezza. La serie televisiva di The Last of Us trova così compiutezza narrativa proprio nella pluralità degli sguardi che mette in scena intorno a Joel ed Ellie, nel senso di narrazione ambientale raccontato dai tanti inserti che raccontano quello che c’è prima, quello che abbiamo perso, come esseri umani, e quello che hanno perso tutte le persone con cui si intreccia la storia dei due personaggi principali. Aver investito tanto in una narrazione che lascia molto spazio ai personaggi secondari ha, infatti, permesso a tutto il cast di metterci il suo, e se nel primo episodio bastano pochi istanti a Nico Parker per farci legare con Sarah, per quanto mi riguarda, la prova di Nick Offerman e Murray Bartlett nei panni, rispettivamente, di Bill e Frank, è difficile da dimenticare. Se siete qui, dicevo, probabilmente la storia di Ellie e di Joel la conoscete già, per cui togliamo ogni indugio possibile: sì, le 9 puntate (della durata variabile tra gli 82 e i 45 minuti) della prima stagione coprono lo stesso arco narrativo del videogioco e mettono in scena un racconto che è spesso identico alla versione originale, ma allo stesso tempo anche molto diverso, molto altro, non nella sostanza, non negli snodi narrativi, ma nei modi, ovviamente nel linguaggio, nello sguardo, nel legame che instaura con chi è dall’altro lato dello schermo. Se nel 2013 la seconda parte era probabilmente soltanto un’idea, un progetto, nello show televisivo tutto è costruito tenendo chiaramente presente quello che è stato fatto nei videogiochi e l’intero percorso in termini di costruzione dell’universo narrativo, del mondo post-apocalittico, se vogliamo anche nella caratterizzazione dei personaggi. Cosa succederebbe se, per esempio, il mondo diventasse più caldo e i funghi avessero la necessità di evolvere per sopravvivere a condizioni climatiche mutate, diventando capaci di proliferare anche nel corpo umano, raggiungere il cervello, prendere il controllo di milioni persone in una furia pandemica senza precedenti?

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The Last of Us: Su Sky la serie tv più attesa dell'anno (The Wom)

The Last of Us, celebre videogioco, è ora una serie tv che Sky trasmette in contemporanea con gli Stati Uniti. Al centro un mondo sconvolto da una pandemia ...

La serie tv Sky The Last of Us è ispirata dall’omonimo videogioco per PlayStation. “L’infezione virale che in The Last of Us prende il sopravvento è chiaramente finzione ma è teoricamente possibile. Bella Ramsey, che interpreta Ellie, è consapevole di quanto la serie tv Sky The Last of Us giochi con paure che tutti ben conosciamo. “Per quanto fantastici e apparentemente impossibili, le storie apocalittiche prendono spunto da fatti reali e temi che riguardano il modo in cui le società distruggono loro stesse e la natura”, ha affermato Pedro Pascal, l’attore che interpreta Joel. In tale contesto, Joel, un incallito sopravvissuto, viene ingaggiato per far uscire di nascosto Ellie, una ragazza di quattordici anni con una missione da compiere molto più grande di lei, da un’opprimente zona di quarantena. Basata sull’ [omonimo videogioco](https://it.wikipedia.org/wiki/The_Last_of_Us) acclamato dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le piattaforme PlayStation, The Last Of Us si svolge vent'anni dopo la distruzione della civiltà moderna.

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The Last of Us: il video messaggio di Neil Druckmann "Spero amiate ... (BadTaste.it)

Neil Druckmann, direttore creativo del videogioco, ha registrato un messaggio per i fan di The Last of Us, in vista della serie tv.

La serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty Mint, e Naughty Dog. The Last Of Us è una co-produzione Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel ruolo di Florence. Druckmann, che è anche regista di alcuni episodi oltre che showrunner e sceneggiatore, si è augurato che i fan del gioco amino la serie tv almeno quanto il cast e la troupe. - LEGGI: Inoltre ha sottolineato che tutto è stato creato con in testa il gioco e appunto l’amore dei fan.

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“The Last Of Us” è più che l'adattamento di un videogioco - Il Post (Il Post)

Secondo i critici la nuova serie di HBO, sulla storia di un uomo e una ragazza in mezzo a un'epidemia zombie, è molto più riuscita di altri esperimenti ...

Finora la Sony, ultima delle grandi major americane (le più grandi case di produzione cinematografica) non aveva ancora nulla al livello della concorrenza, se si esclude la co-gestione dei film con protagonista l’Uomo Ragno in virtù di un vecchio accordo con la Marvel, e il mondo dei film Terminator. Il protagonista è Pedro Pascal, diventato noto per la serie tv Narcos e per aver partecipato brevemente a Il trono di spade, oltre ad essere il protagonista di The Mandalorian. Il successo della Marvel, che ad un certo punto ha creato un proprio studio di produzione per controllare in prima persona i film incentrati sui propri personaggi, invece di dare ad altri i diritti per farlo, ha spinto chi possiede i diritti delle proprietà intellettuali più grandi a fare lo stesso. The Last Of Us è anche il secondo esperimento di Sony nel mondo della produzione per cinema e tv. A differenza degli adattamenti ad alto budget di altri videogiochi visti negli ultimi anni, come il film su Tomb Raider con Alicia Vikander o la serie tv tratta da The Witcher, The Last Of Us non mira unicamente a sfruttare un successo economico per crearne un altro ma ha ambizioni maggiori. Le proprietà intellettuali sono da circa vent’anni la risorsa più redditizia per il cinema hollywoodiano. Anche la cura nella replica degli scenari, delle scenografie degli interni e della fotografia del gioco è di particolare aderenza. Il finale in particolare fu considerato storico e radicale quanto ad audacia e sentimentalismo, ed è di solito la componente più raccontata da chi lo ha giocato. All’inizio del viaggio, nella prima puntata della serie, l’uomo scopre che la ragione di questo spostamento rischioso e segreto è che la bambina è stata morsa da uno zombie, ma il fungo non l’ha attaccata: cioè è immune al contagio. Dal 16 gennaio andrà in onda su Sky con un episodio a settimana The Last Of Us, serie televisiva in 9 puntate da poco più o poco meno di un’ora l’una, prodotta da Sony e Playstation Productions per il canale via cavo americano HBO e tratta dall’omonimo videogioco per Playstation del 2013. Fin dalla sua uscita, oltre al successo di vendite, il videogioco di The Last Of Us fu considerato dalla critica uno dei più importanti e riusciti di sempre. La trama del gioco e della serie è un classico rivisitato: è ambientata in un 2023 post apocalittico nel quale da venti anni l’umanità è stata decimata da un’epidemia zombie.

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