L'intelligenza artificiale potrebbe rappresentare una minaccia per Google, a fronte dei grandi cambiamenti sociali ed economici che tale innovazione ...
E ovviamente non sarebbe facile per Google stessa trovare una sorgente alternativa di ricavi e ancor più di utili, che le permettesse non tanto di sopravvivere, ma di rimanere – come è posizionata ormai da molti anni – ai vertici mondiali per capitalizzazione (è ora quarta alle spalle di Apple, Saudi Aramco e Microsoft) e per utile netto (è quarta alle spalle di Saudi Aramco, Apple e Microsoft). E allora perché la caduta, che la fece precipitare nel chapter 11 (la procedura prevista negli Stati Uniti per cercare di evitare il fallimento) e che ora fa sì che la Borsa valuti il suo spettro un quarto di miliardo di dollari, a fronte degli oltre mille di Alphabet (la holding quotata di cui Google rappresenta la componente larghissimamente maggioritaria)? Google ha tutti i mezzi per costruirsi un nuovo motore di ricerca basato su tale tecnologia – è suo il chat bot denominato LaMDA-Language Model for Dialogue Applications – ma rischia, creando un suo motore (anche se migliore) in gara con le startup che potrebbero cercare di entrare nel mercato, di arrecare severi danni a quello che è tuttora il suo business largamente dominante. – che le imprese presumibilmente lavoreranno nel prossimo futuro: con una maggiore libertà di sperimentazione per le startup, che, avendo meno problemi di protezione della loro immagine rispetto a Google, possono permettersi qualche errore in più senza conseguenze drammatiche: conseguenze che viceversa sia Microsoft nel 2016 sia più recentemente Meta hanno dovuto affrontare, trovandosi alla fine costrette (sotto la pressione dei media e dei social) a ritirare le loro chat sperimentali. E perché essa, o piuttosto la tecnologia che ne è alla base e alla cui costruzione i ricercatori di Google hanno dato un contribuito fondamentale, potrebbe rappresentare – una volta perfezionata – un grosso pericolo per Google? È stata la presentazione da parte di OpenAI (la fondazione che ha anche Elon Musk fra i finanziatori) della sua ultima creatura – ChatGPT – a generare un grande dibattito a livello mondiale.