Nureyev

2023 - 1 - 5

Rudolf Nureyev Rudolf Nureyev

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Rudolf Nureyev: causa morte, malattia, AIDS, compagno e vita ... (Tag24 - Radio Cusano Campus)

Rudolf Nureyev causa morte. Nato a Irkutsk il 17 marzo 1938, Rudol'f Chametovič Nureev è stato un ballerino e coreografo russo.

Fino alla fine dei suoi giorni continuò a impegnarsi nella danza come coreografo e direttore d’orchestra, acquisendo nel 1982 la cittadinanza austriaca. Diventato il primo ballerino della storica compagnia del Kirov di Leningrado, a giugno del 1961 conquistò Parigi, da cui rifiutò il rimpatrio imposto dalle autorità sovietiche, chiedendo asilo politico in Francia. Probabilmente egli contrasse l’HIV proprio intorno a quegli anni, tuttavia per i primi tempi Nureev negò che ci fosse qualcosa di anomalo riguardo alla sua salute e affermò semplicemente di soffrire di altre differenti malattie, pertanto rifiutò qualsiasi approfondimento clinico e specifica terapia che fossero disponibili ai tempi.

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Rudolf Nureyev – GENIO RIBELLE, a 30 anni dalla scomparsa lo ... (Sky Tg24)

È stato il più grande danzatore di tutti i tempi e ha rivoluzionato per sempre il ruolo del ballerino. La nascita su un treno, la fuga dalla Russia, ...

Da lì Londra e poi il Teatro Alla Scala di Milano, una carriera incredibile che lo ha visto dominare i palcoscenici d’Europa e d’oltreoceano. La nascita su un treno, la fuga dalla Russia, il successo senza precedenti oltre i confini del teatro fino a tv, moda e showbiz. È stato il più grande danzatore di tutti i tempi e ha rivoluzionato per sempre il ruolo del ballerino.

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Rudolf Nureyev, trent'anni senza il tartaro volante che rivoluzionò la ... (Il Gazzettino)

Senza di lui, la danza non sarebbe stata la stessa. Il balletto classico e quello moderno sarebbero rimasti incompatibili, non ci sarebbero stati fenomeni ...

Nureyev non rivide più la sua patria per tantissimo tempo (fino al disgelo e al permesso concessogli da Gorbaciov nel 1987), e per lui si aprì una nuova vita in Occidente. La seconda grande occasione arrivò nel 1961, quando il primo ballerino del Kirov si infortunò e gli proposero di partire al posto suo, per uno spettacolo in programma all'Opéra di Parigi. Ma poco prima di lasciare la capitale francese per Londra, gli agenti del Kgb - che seguivano ovunque le star russe - gli chiesero di tornare in patria per un'importante esibizione al Cremlino, mentre gli altri avrebbero proseguito la tournée come previsto. Molto tempo dopo, disse di ricordare con nostalgia i solenni lutti di Stato dell'Urss, che erano un'occasione imperdibile per ascoltare, con la mastodontica radio sovietica che si trovava in casa, le composizioni di Schumann, di Beethoven, di Cajkovskij. La coreografa americana Martha Graham aveva visto nel giusto, e gli aveva assegnato il ruolo di Lucifero in un balletto che costituì una delle sue prime incursioni nel contemporaneo. Colui che sarebbe diventato, per tutto il mondo, il tartaro volante, nasce il 17 marzo del 1938, a bordo di un vagone della Transiberiana, dalle parti di Irkutsk.

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Omaggio a Nureyev a 30 anni salla scomparsa su Sky (IlMohicano_MilanoSound)

A trent'anni dalla scomparsa di 'Rudolf Nureyev', Sky TG24 dedica al più grande danzatore di tutti i tempi uno speciale dal titolo 'Genio ribelle', ...

Da lì Londra e poi il Teatro Alla Scala di Milano, una carriera incredibile che lo ha visto dominare i palcoscenici d’Europa e d’oltreoceano. Una defezione in piena guerra fredda che viene ripercorsa nello speciale da Pierre Lacotte che lo aiutò in prima persona in quei drammatici momenti a sfuggire agli agenti del Kgb e a chiedere asilo politico alla Francia. Nello speciale le testimonianze di Sylvie Guillem, star assoluta della danza e prima ballerina al mondo a ricevere il Leone d’Oro alla carriera che proprio da Nureyev fu nominata étoile quando aveva solo 19 anni, la più giovane nella storia dell’Opéra di Parigi, Manuel Legris, direttore del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala che Nureyev nominò étoile dell’Opéra di Parigi nel 1986, Pierre Lacotte, coreografo e direttore artistico amico di Nureyev, l’étoile Roberto Bolle che venne notato da Nureyev quando aveva solo 15 anni e Luigi Pignotti, manager e fisioterapista di Nureyev.

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Rudolf Nureyev, trent'anni dopo: il ricordo di Sigismondo Nastri (Il Vescovado Costa di Amalfi)

di Sigismondo Nastri Ricorre domani il trentesimo anniversario della morte di Rudolf Nureyev (Irkutsk, 17.3.1938 - Parigi, 6.1.1993).

«Vittoria», così chiamavano il vecchio galeone in legno quei vogatori di Amalfi che lo condussero primo al traguardo per ben tre volte in meno di un decennio. Da venerdì 23 dicembre 2022 sarà possibile accedere a gruppi contingentati su una delle più integre torri di guardia di Pompei, che agli inizi del I secolo a.C. Uno sguardo sulla città antica di Pompei dal suo punto più alto, la Torre di Mercurio. Il ballerino di origine russa ma naturalizzato austriaco Rudolf Nureyev morì a causa di una crisi respiratoria, malata... Ebbi il piacere di visitare la sua splendida residenza sull'isola de li Galli e ne conservo un ricordo bellissimo. Sì, perché stando alle parole di Margot Fonteyn: "Rudy non era un ballerino, era la danza stessa".»

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Rudolf Nureyev, chi era il ballerino: età, carriera, fidanzato, come è ... (Il Corriere della Città)

Rudolf Nureyev, noto ballerino russo, è morto 30 anni fa e oggi da Serena Bortone si parlerà proprio di lui: dalla carriera al decesso.

La leggenda del balletto, nel pieno della sua carriera, ha incontrato per la prima volta nel 1987 Freddie Mercury, cantante e frontman dei Queen. In seguito, ha lavorato per il Teatro alla Scala di Milano e nel 1962 ha esordito negli Stati Uniti. Poi si è iscritto all’Accademia di danza Vaganova e a ha iniziato a farsi conoscere passo dopo passo. Nel nostro Paese ha esordito per la prima volta come coreografo, quando ha curato una nuova edizione di Raymonda su incarico del Festival dei due mondi di Spoleto. Tutto pronto per il classico e imperdibile appuntamento di Rai 1 con Oggi è un altro giorno, la trasmissione in onda dalle 14 e condotta da Serena Bortone. Rudolf Nureyev è un noto ballerino russo, morto a Parigi il 6 gennaio del 1993.

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Rudolf Nureyev, la storia che non ha fine (Vanity Fair.it)

A 30 anni dalla morte di Rudolf Nureyev, il ballerino che ha conquistato tutto e tutti, ritorna in auge un romanzo sulla sua grandiosa vita.

Ma il libro è lì e continua a vivere e sono profondamente convinto di riuscire a raggiungere con questo romanzo un nuovo pubblico italiano. Fu lì, nella sua isola, che Rudi trovò il silenzio, la bellezza e la solitudine per provare almeno ad accettare la propria vita e la propria portentosa smania di vivere. In una caverna sotterranea compose il nome di sua madre allineando tessere in cirillico. La spettacolare villa di fronte alla Costiera Amalfitana era, di per sé, una metafora della sua esistenza... Aveva speso tutto il suo salario in un televisore a colori – oggetto raro nell’Irlanda di quei tempi – così avrebbero potuto guardare la Coppa del Mondo. Era un insieme di storie che, in sostanza, componevano una storia. Ma il giorno dopo – quando suo padre tornò al pub – Jimmy collegò il televisore a una prolunga e lo portò fuori sul balcone del condominio. Avevo vagamente in testa di voler puntare su una storia internazionale, una storia che trascendesse frontiere e confini, ma non sapevo bene da dove cominciare. E magari l’esibizione era ripresa in Italia o in Germania o in Libano. La danza era il suo sostegno. La danza era il suo ossigeno. Dalla privilegiata prospettiva di Londra, New York, Parigi, Roma, Napoli, Buenos Aires, continuò a sorprendere il mondo con la sua bellezza, la sua arroganza, la sua sfrenatezza, la sua danza mirabolante.

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Rudolf Nureyev, 30 anni dalla scomparsa del leggendario ... (Sky Tg24)

Leggi su Sky TG24 l'articolo Rudolf Nureyev, 30 anni dalla scomparsa del leggendario danzatore: la sua vita. FOTO.

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Rudolf Nureyev, trent'anni fa moriva il Tartaro Volante (Style)

Il 6 gennaio 1993 se ne andava in Francia il ballerino russo più famoso di sempre. Gli amori, la malattia e le cause della sua morte.

Al suo capezzale c'erano Robert Tracy , il suo "assistente", e il suo manager e fisioterapista Luigi Pignotti. Eppure furono numerose le storie d'amore che ebbe nel corso della sua vita, da Robert Tracy, giovane ballerino americano e studente di Arte della Columbia University che divenne il suo "assistente", a Erik Bruhn, direttore del Balletto Reale Svedese e poi di quello Nazionale Canadese, fino a un rapporto d'amore epistolare (forse più leggendario che altro) con La sua omosessualità non venne mai del tutto resa pubblica, per via della sua formazione sovietica (paese in cui essere gay è un reato) e per paura di perdere lavori e credibilità. Venne scritturato all'Opéra e la sua carriera decollò in tutto il mondo. Come coreografo firma nuove versioni di innumerevoli balletti, innovando lo stile e i passi e attirando su di sé numerose critiche ma molti più ammiratori. per cui fa il provino, viene preso e ne diventa subito la stella.

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Trent'anni fa l'addio a Nureyev. Il ricordo dell'amico: "Grande fino ... (Luce!)

Franz Moser, avvocato e regista austro-olandese, racconta il ballerino e il legame speciale che li univa. "Uomo straordinario con una forza sovrumana che gli ...

“È stato sepolto poco fuori Parigi, nel cimitero ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois, – puntualizza ancora – con il frac che gli feci fare dal più bravo sarto di Vienna per le sue apparizioni come maestro d’orchestra e che io stesso gli infilavo: si fece sempre vestire da me, perché mettersi un frac è una impresa, con tutti bottoni della camicia, il gilet, la giacca strettissima, il fiocco, le scarpe laccante. La sua [tomba](https://luce.lanazione.it/attualita/padre-tomba-figlio-morto-tumore/) è un’opera splendida e commovente, capolavoro della maestria italiana: sopra vi è la scultura a mosaico di un kilim, un tappeto orientale che amava moltissimo, è stata progettata dallo scenografo Ezio Frigerio e realizzata dallo Studio Akomena di Ravenna”. [Aids](https://luce.lanazione.it/attualita/giornata-mondiale-aids-pep/) wonna fuck me, I’m gonna fuck [Aids](https://luce.lanazione.it/primo-trio-hp/aids-in-arrivo-il-vaccino-contro-lhiv-moderna-e-iavi-avviano-la-sperimentazione/)‘ (l’Aids mi vuole fregare, ma io fregherò l’Aids), diceva. Nessuno in due anni può diventare un [maestro d’orchestra](https://luce.lanazione.it/attualita/festival-di-sanremo-francesca-michielin-direttrice-dorchestra-per-emma-siamo-coraggiose/), ma Nureyev era straordinario e ci riuscì. Mi è stato permesso di dare una mano a Rudolf a realizzare un suo sogno, [dirigere un’orchestra](https://luce.lanazione.it/primo-blocco-grande-hp/beatrice-venezi-direttore-dorchestra/), che per lui valeva tanto ma voleva anche dire di essere ‘messo sulla croce per la quinta volta’ dalla critica: già era successo come [ballerino](https://luce.lanazione.it/attualita/guerra-ucraina-il-primo-ballerino-dellopera-oleksiy-potyomkin-si-arruola-per-difendere-kiev/), coreografo, attore nel film ‘Rodolfo Valentino‘ di Tschaikovsky e nel musical ‘The King and I‘; poi finalmente, direttore d’orchestra”. [mondo del balletto](https://luce.lanazione.it/attualita/espiare-un-lutto-ballando-tchaikovskij-il-lago-dei-cigni-steso-sul-bavaglio-di-putin/), che lo faceva uscire dopo una serata di ballo, andando nei locali la notte e tornare direttamente alla prova la mattina seguente alle 10. “Non si fidava di nessuno, molti volevano approfittarsi della sua ricchezza e della sua fama. [ballare](https://luce.lanazione.it/sport/chiara-chillemi-danza-pressioni-psicologiche/) con Paolo Bortoluzzi; ricordo ancora le mani rosse e bollenti che avevo uscendo da teatro, lo avevamo applaudito per 45 minuti – prosegue Moser –. La paura di morire di fame lo ha rincorso per tutta la vita, anche quando era all’apice della ricchezza. Lo ricordo ancora scendere le scale del magnifico teatro barocco, tutto vestito in verde in abiti Missoni, aveva un mantello elegante e maestoso, con passi nobili e plastici: ebbi la sensazione di veder scendere un re. Si conobbero due anni prima della sua morte, nel gennaio del 1991, quando Wilhelm Hübner, presidente dei Wiener Philharmoniker si recò da Moser, che aveva fondato nell’85 la Wiener Residenz Orchester, con una proposta: “Mi disse che c’era un celebre personaggio che gli aveva chiesto di dirigere i suoi Wiener Philharmoniker, ma Wilhem aveva dovuto dire di no – ricorda –. Ma Nureyev in teatro non fu solo ballerino, ebbe anche altre carriere che non avranno raggiunto lo stesso successo, ma in cui comunque eccelse: fu anche coreografo, attore, direttore artistico teatrale e infine direttore d’orchestra.

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30 anni senza Rudolf Nureyev, il genio della danza caro agli dèi (Connessi all'Opera)

Da trent'anni che paiono ieri (6 gennaio 1993) riposa nel cimitero ortodosso di Sainte-Geneviève-des-Bois, nella banlieue parigina. Il pellegrinaggio di chi lo ...

Ma ancora una volta si sente dire che la danza non è fatta solo di “arabesque” (la sua posizione preferita, protesa verso l’infinito) e “pas de deux”. Alla Scala, consegna la sua versione di Schiaccianoci, Romeo e Giulietta, Lago dei cigni, Don Chisciotte e Cenerentola. E lui atterra come un Wanderer su una barchetta, con il mantello al vento e il passo autorevole. Rudolf conosce i suoi limiti, anche se a noi bastano il carisma, lo sguardo degli occhi verdi e inquietanti, il magnetismo, la sensualità onnivora, la bocca carnosa e infantile che si muove in continuazione (ma che fa? Con il padre, la maestra del Kirov, Balachine, i colleghi, il direttore dell’Opéra di Parigi, Béjart, Zeffirelli. A Parigi, con una tournée del teatro, in un momento di distrazione del Kgb e un attimo prima di imbarcarsi sul volo di ritorno, Rudy conta sei passi, si getta tra le braccia degli agenti dell’aeroporto di Le Bourget e chiede asilo politico. Viene subito ingaggiato dai Balletti del marchese di Cuevas, ma il suo obiettivo è Copenaghen, la città che ha forgiato Erik Bruhn, il modello cui vuole somigliare. Le prime immagini di Rudolf che ci arrivano dalla Russia sono appunto un film di colorate danze folkloristiche (si studiavano a scuola) e soprattutto lo spezzone della Variazione del Corsaire affrontata in sala Čaikovskij per il Concorso Danza di Mosca ’58 dove, concentrato e felino, l’indomito Rudy gira, salta, affronta ogni insidia infagottato in poveri sbuffi bianchi. È il treno che va a Mosca, poi a Leningrado, poi a Londra, poi chissà dove. E non scordiamo che siamo in Urss. Un alter ego sempre negato a lui che bambino si arrampica su una collinetta e guarda e riguarda il treno che passa sferragliando sul ponte della pianura sottostante. Il pellegrinaggio di chi lo porta nel cuore verso quella sepoltura, che il genio di Ezio Frigerio ha ricoperto con uno splendido kilim a mosaico per allontanare la morte, è ininterrotto.

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