Espressivamente potente e a tratti straniante, questa storia è retta soprattutto dalle sue incredibili protagoniste.
L'occhio di De Angelis in questo caso è fondamentale appunto per espandere e far fiorire questa esile storia, che diviene anche l'affresco di un certo tipo di Napoli, anzi di Napoli diverse tra loro: c'è quella del Vomero, borghese e intellettuale ma in qualche modo ancor più gretta delle zone popolari che i suoi abitanti guardano dall'alto in basso; e poi appunto la città di Vittoria, una periferia laterale, sgangherata ma non per questo meno magica e magnetica. Mentre le due si scoprono e si sfidano, oltre a sfidare le convenzioni e la morale di famiglia, Giovanna deve fare i conti con un mondo adulto che non è più rassicurante e monolitico come credeva, ma che è anche pieno di ombre, di non detti, di verità pretese ma mai del tutto univoche. In questo l'essenza del romanzo di Ferrante è replicato alla perfezione: ci troviamo di fronte a una storia molto sottile, se non esile, che per certi versi i sei episodi di questo adattamento dilatano all'eccesso, causando non poche lentezze e lungaggini; ma tutto diviene anche il pretesto per raccontare qualcosa di più profondo e forse inafferrabile, mostrando come la banalità dei gesti e dei sentimenti quotidiani si possa trasformare in fardelli emotivi difficilmente alienabili.
Elena Ferrante, l'autrice del libro da cui è tratta la serie (di cui è sceneggiatrice insieme a Laura Paolucci, Francesco Piccolo e al regista Edoardo De ...
Ed è possibile che la scelta della Golino sia stata in parte dovuta anche alla sua riconoscibilità fuori dai confini nazionali, grazie al suo periodo hollywoodiano, e al suo ruolo “istituzionale” in giurie di festival internazionali come Cannes e la Berlinale. Ed è proprio dalla rivelazione involontaria di un dettaglio su di lei che si scambiano i genitori di Giovanna che prende il via la storia. Vittoria parla un dialetto che mi è estraneo. [HBO](https://www.gqitalia.it/show/article/migliori-serie-hbo-di-sempre)-Rai, mentre la versione cinematografica di La figlia oscura, scritta e diretta da Maggie Gyllenhaal, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura al Festival del cinema di Venezia 2021 e ottenuto 3 nomination agli Oscar 2022. Un personaggio misterioso, il parente di cui nessuno a casa parla, del quale al massimo si bisbiglia qualche ricordo e che si critica a denti stretti. Oltre ad aver venduto milioni di copie in tutto il mondo, ha trovato la sua strada sugli schermi anche fuori dall’Italia.
Dove è stata girata la serie tratta dall'omonimo romanzo di Elena Ferrante e trasmessa su Netflix.
[Vomero](https://siviaggia.it/idee-di-viaggio/napoli-10-cose-da-vedere/131974/), uno dei quartieri alti di Napoli dove vive la borghesia cittadina sin dalla fine del 1800 quando nacque il rione. Anzi: nel romanzo e nella fiction si parla di ben due Napoli, quella “bene” e quella no. Racconta il passaggio dall’infanzia all’adolescenza di Giovanna ed è ambientata in una Napoli degli Anni Novanta.
Su Netfli dal 4 gennaio, la serie ambientata a Napoli negli Anni 90 rende giustizia al romanzo dell'autrice de “L'amica geniale”
A dispetto di quanto si possa pensare però, “La vita bugiarda degli adulti” non è una serie che poggia il suo peso narrativo sul personaggio di Vittoria. Mentre vede i suoi genitori mandare all’aria anni di matrimonio, la zia parlare di un amore intenso e romanzato, le sue amiche di una vita alle prese con i primi rapporti gentili e rispettosi, prova a capire quale sia la cosa giusta da fare, non vedendo l’ora di “togliersi il pensiero”. Peccato che Giovanna di questa zia abbia sempre saputo poco nulla e il fatto che il padre la associ per bruttezza la porta a volerne sapere di più. In quelli di zia Vittoria, la donna che l’accompagna a una trasformazione, c’è Valeria Golino. Nel corso delle sei puntate, della durata di circa un’ora ciascuna, seguiamo la crescita di Giovanna, il suo abbandono dell’adolescenza che avviene con la progressiva presa di coscienza che il mondo degli adulti non risponde all’idea di perfezione che si era fatta negli anni. A un certo punto il padre svela alla madre una sua preoccupazione: quella che la figlia stia diventando “brutta” come la sorella Vittoria.
La serie Netflix tratta dall'omonimo bestseller di Elena Ferrante racconta l'umanità diversa e colorata della città: scopri tutte le location su Elle Decor.
Si trova nel quartiere del Pianto - nella realtà è Poggioreale - che la Ferrante nel romanzo chiama Pascone. “Nel continuo rispecchiamento di un personaggio nell’altro – spiega il regista - ognuno scopre che la verità è una parola che più la apri più rivela la sua natura bugiarda”. È ambientata invece negli anni Novanta questa serie prodotta da Fandango che ha tra i protagonisti, come ricordato, anche Valeria Golino, la zia Vittoria che è stata allontanata dalla sua famiglia perché considerata una donna cattiva e invidiosa dei successi del fratello Andrea, padre della ragazza. C’è stata molta attesa, nelle ultime settimane, per veder rappresentata sullo schermo la storia di Giovanna Trada, di sua zia Vittoria e delle sue conseguenze, già abilmente descritta dalla misteriosa Elena Ferrante nel suo bestseller pubblicato in Italia da e/o edizioni. Dalla finestra della sua camera, la ragazza con tanta voglia di libertà vede un gruppo di ragazzi che ballano a suon di musica sul ponte di San Giacomo dei Capri che prende il nome, come la via, dal fatto che lì sotto – una zona ancora molto verde, nonostante sia circondata da palazzoni – vi passavano i pastori che conducevano le greggi al pascolo, ma secondo altri quel nome si deve alla Certosa di Capri. [È stata la mano di Dio](https://www.elledecor.com/it/viaggi/a38352403/e-stata-la-mano-di-dio-film-sorrentino-dove-e-girato-napoli/).
L'adattamento in sei episodi dell'omonimo romanzo di Elena Ferrante, diretto da Edoardo De Angelis e in uscita su Netflix mercoledì 4 gennaio, segue la ...
L’adattamento in sei episodi dell’omonimo romanzo di Elena Ferrante, diretto da Edoardo De Angelis e in uscita su Netflix mercoledì 4 gennaio, segue la tredicenne Giovanna nel passaggio dall'infanzia all'adolescenza nella Napoli degli anni Novanta La guida ai film che andranno in onda stasera, mercoledì 25 gennaio, in TV su Sky.
Su Netflix la serie tratta dal romanzo. Laura Paolucci ci svela come si lavora da remoto con la scrittrice del mistero e conferma le riprese in corso dell'…
La sceneggiatrice e produttrice Laura Paolucci lo fa da cinque anni, da quando ha iniziato il lavoro di adattamento su Su Netflix la serie tratta dal romanzo. Traghettare le parole di una scrittrice così amata, così popolare e così misteriosa come Elena Ferrante in immagini è una sfida impegnativa.
La serie Netflix tratta dal romanzo ne rispetta la trama ma non la ferocia, a partire dal personaggio di zia Vittoria, interpretata da una Valeria Golino ...
Nel libro c’è una costante tensione nel definire la sua bellezza (qualche volta a Giovanna è capitato di vederla sorprendentemente bella, solo senza armonia, mentre la maggior parte delle volte è semplicemente ripugnante) e il suo atteggiamento, sempre in qualche modo ostile, anche nelle rare manifestazioni di affetto per la nipote, è accompagnato da frasi in dialetto gridate con veemenza e spietatezza. Questo commento instilla in Giovanna il desiderio di vedere in faccia questa zia Vittoria, e compararsi per stabilire se magari assomiglia più a una donna arcigna e crudele ma autentica che non ai suoi genitori, borghesi e ipocriti, degli insegnanti che da lei sembrano desiderare solo un ottimo rendimento scolastico. Si può dire che il personaggio di zia Vittoria, per esempio, è stato neutralizzato. La sua guida sono le parole brutali che le rivolge zia Vittoria, che la costringono ad aprire gli occhi su quello che fanno i genitori, o in generale gli adulti, «se no non ti salvi». È perfetto che a pochi giorni dall’uscita di Rumore bianco, Netflix abbia reso disponibile anche la serie La vita bugiarda degli adulti tratto dal romanzo di Elena Ferrante, la storia di una bambina di nome Giovanna che prende coscienza del fatto che i suoi genitori sono bugiardi, si tradiscono, e non la amano incondizionatamente. È una frase dell’attore nell’ultimo film di Baumbach, o meglio del suo personaggio nel nuovo film Rumore bianco, che, tra le altre cose, narra delle bugie e dei complotti che si nascondono nella distanza delle cose che vengono dette tra genitori e figli.
La vita bugiarda degli adulti: la recensione della miniserie in 6 puntate in onda su Netflix e tratta dal romanzo omonimo di Elena Ferrante.
Il cast de La vita bugiarda degli adulti ha di certo stupito in parte i lettori affezionati di Elena Ferrante che mai si sarebbero immaginati Valeria Golino nel ruolo di zia Vittoria. L'essenza drammatica de La vita bugiarda degli adulti viene in qualche modo affievolita a causa della poca profondità che si riesce a raggiungere nei sei episodi della serie, impedendoci di conoscere a fondo Giovanna, sua zia, i suoi genitori, i loro segreti e la sofferenza di tutti loro. La grande cinematografia di De Angelis, seppur spettacolare ed evocativa, riesce a snaturare l'essenza della Napoli che trapela dalle righe del romanzo, togliendo la naturalezza di una vicenda che abbraccia i temi cari alla scrittrice (trattati forse con cura maggiore in alcuni dei suoi romanzi più evoluti) e donandogli una eccessiva costruzione scenica, rendendo personaggi e ambientazioni troppo costruiti e non del tutto realistici.