Vatican News

2022 - 12 - 31

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Nel recinto di Pietro, gli ultimi anni del Papa emerito (Vatican News)

Alessandro De Carolis - Città del Vaticano. Castel Gandolfo, giovedì 28 febbraio 2013. Perfino le lancette degli orologi sembrano intimidite dal compito che ...

La celebrazione in Sala Clementina si svolge alla presenza di Francesco e di molti cardinali e per il Papa emerito è l’occasione per ripetere a voce più alta quella gratitudine tante volte immaginiamo espressa di persona al suo Successore: È sempre un 28, ma in giugno, il giorno del 2016 in cui Benedetto XVI commemora solennemente il 65.mo della sua ordinazione sacerdotale. Da quel momento, le feste di Natale, di Pasqua, compleanni e anniversari sono l’occasione per l’Inquilino di Casa Santa Marta di percorrere la breve distanza che lo separa da colui che in più di una occasione definirà, con affettuosa simpatia, “il nonno saggio in casa”. E da quella croce cui è rimasto accanto con fedeltà, passando dal Soglio al recinto, ogni giorno della sua vita velata, l’umile lavoratore della Vigna si lascia ispirare per il suo ultimo augurio: E speriamo che Lei potrà andare avanti con noi tutti su questa via della Misericordia Divina, mostrando la strada di Gesù, verso Gesù, verso Dio” ( E qualche rara foto postata sui social dagli ospiti di turno al Mater Ecclesiae apre delle finestre su quel “recinto” al quale Benedetto XVI resta sempre più ancorato, man mano che avanzano gli anni e “il lento scemare delle forze fisiche”, come scriverà ai lettori del Corriere della sera per ringraziarli degli auguri ricevuti per i 91 anni Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro” ( Poi, parallelamente all’avvio di quello di Francesco, il Pontificato per così dire “emerito” di Benedetto si trasferisce in quel nascondimento dove il suo titolare ha disposto con cura che prosegua. La rinuncia – racconta anni dopo il Papa emerito al giornalista Peter Seewald nel libro “Ultime conversazioni” – matura in un insistito Cor ad cor loquitur con il “suo Superiore”. Ma questo non significa abbandonare la Chiesa, anzi – se Dio mi chiede questo è proprio perché io possa continuare a servirla con la stessa dedizione e lo stesso amore con cui ho cercato di farlo fino ad ora, ma in un modo più adatto alla mia età e alle mie forze” ( È come, dice, quando “anche un padre smette di fare il padre. Il saluto reciproco delle due Guardie svizzere, il loro disporsi a fianco delle due ante del portone sospinte in avanti, il tonfo sordo della chiusura, la mitragliata dei flash, i commenti timorosi della gente.

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Gasbarri: Benedetto XVI era il Papa della dolcezza (Vatican News)

Per tanti anni organizzatore dei viaggi papali e direttore amministrativo della Radio Vaticana, Gasbarri ricorda un tratto particolare del Papa ...

Il Santo Padre rispose serenamente con la sua consueta gentilezza ma in modo insolitamente impersonale: “Dica che con i giovani ci sarà senz’altro il Papa”. Ovviamente non c’era alcun bisogno di avere la mia autorizzazione in merito ma il suo modo di chiederla fu tenerissimo. Nell’aprile 2012, proprio al ritorno da Cuba, il Santo Padre chiese se fosse iniziata la preparazione del viaggio in Libano previsto per il mese di settembre. Dopo pochi giorni, mentre mi accingevo a partire per Rio de Janeiro per preparare la XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù fissata per il luglio 2013, riferii a Sua Santità che il comitato organizzatore era in attesa dell’annuncio ufficiale del viaggio e quindi se si poteva confermare con certezza la sua presenza all’evento. Ma poco dopo comprese che il percorso iniziato da Papa Paolo VI e proseguito con impareggiabile energia da Papa Giovanni Paolo II era ormai irreversibile. Ciò che Madre Teresa chiamava “Il Vangelo della gentilezza”.

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Lombardi: Benedetto, una vita spesa per incontrare il volto di Gesù (Vatican News)

L'ex portavoce di Benedetto XVI traccia un profilo di Joseph Ratzinger e della sua straordinaria missione centrata sulla fede in Cristo. Una fede ...

Il papa si inginocchiò in silenzio davanti al SS.mo Sacramento e dietro di lui, nell’oscurità, l’immensa assemblea si unì a lungo in preghiera nella calma più assoluta. Il papa terminò il suo discorso e il meraviglioso ostensorio della cattedrale di Toledo venne portato al centro del palco per l’adorazione eucaristica. In realtà, quella lunghissima e straordinaria collaborazione fu la preparazione per il pontificato di Benedetto XVI, visto dai cardinali come il più indicato continuatore e successore dell’opera di Papa Wojtyla. Aldilà delle misure pastorali o giuridiche, necessarie per fronteggiare il male nelle sue manifestazioni, egli ha sentito la potenza terribile e misteriosa del male e il bisogno di fare appello alla grazia per non lasciarsene schiacciare nella disperazione e trovare il cammino di guarigione, conversione, penitenza, purificazione, di cui le persone, la Chiesa e la società hanno bisogno. L’orizzonte è diventato totale non solo per il pensiero, ma anche per il servizio sacerdotale e pastorale. Ma quella che è stata la croce più pesante del suo pontificato, di cui egli aveva già cominciato a cogliere la gravità durante il periodo trascorso alla Dottrina della Fede e che continua a manifestarsi come una prova e una sfida alla Chiesa di portata storica, è la vicenda degli abusi sessuali. Se il suo predecessore ci aveva dato una testimonianza preziosa e indimenticabile di come vivere nella fede una malattia progressiva dolorosa fino alla morte, Benedetto XVI ci ha dato una bella testimonianza di come vivere nella fede la fragilità crescente della vecchiaia per molti anni fino alla fine. Le sue pagine venivano dalla penna di uno studioso, ma allo stesso tempo di un credente che aveva impegnato la sua vita nel cercare l’incontro con il volto di Gesù e che vedeva in ciò allo stesso tempo il compimento della sua vocazione e del suo servizio per gli altri. Per 24 anni sui 26 del pontificato del suo predecessore, Ratzinger fu il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. L’essere cristiano mi dona la conoscenza, di più, l’amicizia con il giudice della mia vita e mi consente di attraversare con fiducia la porta oscura della morte. Le sue pagine e le sue parole sull’escatologia, la sua enciclica sulla speranza rimangono un dono per la Chiesa su cui la sua preghiera silenziosa ha posto il suggello nei lunghi anni di ritiro “sul monte”. In questo senso non riesco a considerare casuale il fatto che il tempo della decisione della rinuncia al papato, cioè l’estate del 2012, coincida con quello della conclusione della trilogia su Gesù.

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