Sul caso dell'omicidio di Yara Gambirasio si accende un nuovo faro. Ora si chiama in causa la pm Letizia Ruggeri che, dopo quattro anni di inchiesta e ...
Il procuratore di Bergamo Antonio Chiappani, ha commentato così la decisione anticipata proprio dall’AdnKronos: “Resto francamente sorpreso che dopo 3 gradi di giudizio, dopo 7 rigetti dei giudici di Bergamo sia all’analisi che alla verifica dello stato di conservazione dei reparti e dei campioni residui di dna, dopo che nei tre gradi di giudizio era stata respinta la richiesta difensiva di una perizia sul Dna, dopo la definitività della sentenza sopravvenuta nell’ottobre 2018 che ha accertato la colpevolezza dell’autore dell’omicidio di Yara, e dopo che era passato più di un anno da tale definitività, si imputi ora al pm il depistaggio in relazione alla conservazione delle provette dei residui organici, rimasti regolarmente crioconservati in una cella frigorifera dell’istituto San Raffaele fino a novembre 2019, quindi oltre un anno dopo il passaggio in giudicato della sentenza della condanna, e solo successivamente confiscati come prevede il codice di procedura” evidenzia. Questo “sia al fine di permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell’opponente” che “al fine di permettere alla stessa un’adeguata difesa”. La tramissione degli atti alla Procura perché proceda all’iscrizione nel registro degli indagati della pm del caso Yara, Ruggeri, che non era mai stata indagata, per il gip è l’unico “provvedimento adottabile” al termine dell’udienza di opposizione all’archiviazione per il presidente del Corte d’Assiste di Bergamo e di una cancelliera.
La questione su cui si è pronunciato il tribunale di Venezia riguarda le 54 provette contenenti la traccia biologica mista di vittima e carnefice.
A fronte di una denunzia-querela e di un atto di opposizione della difesa dell'uomo condannato in via definitiva all'ergastolo, "in buona parte indirizzati nei riguardi proprio di comportamenti del pm Letizia Ruggeri si impone - ha scritto il gip - la necessità di un'estensione soggettiva dell'iscrizione nei suoi confronti" in relazione al reato di frode in processo penale e depistaggio (articolo 375 del codice penale), reato punito con il carcere da 3 a 8 anni, per chi "immuta artificiosamente il corpo del reato ovvero lo stato dei luoghi, delle cose o delle persone connessi al reato" (comma 1). Una scelta che ha come finalità quella di "permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell'opponente, che richiedono un necessario approfondimento, sia al fine di permettere alla stessa un'adeguata difesa", si legge nel dispositivo con cui il giudice veneto ordina l'archiviazione per Giovanni Petillo e Laura Epis, rispettivamente presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo e funzionaria responsabile dell'Ufficio corpi di reato. Il gip di Venezia Alberto Scaramuzza ha stabilito che Letizia Ruggeri, il pm di Bergamo che ha lottato per trovare l'assassino di Yara Gambirasio, deve essere indagata per depistaggio in merito alla presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna rinvenuti sul corpo della 13enne di Brembate e che la difesa di Massimo Bossetti chiede da tempo di potere analizzare.
Il gip di Venezia ha chiesto di indagare la pm Letizia Ruggeri per depistaggio in merito alla presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna.
[il giudice veneto ha invece ordinato l'archiviazione](https://www.fanpage.it/attualita/omicidio-yara-gambirasio-nessun-depistaggio-sul-dna-procura-chiede-di-archiviare-il-caso/) per il presidente della Prima sezione penale del Tribunale di Bergamo, Giovanni Petillo, e la funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato, Laura Epis. Per Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, quel cambio di destinazione, interrompendo la catena del freddo (i campioni erano conservati a 80 gradi sottozero) potrebbe aver deteriorato il Dna rendendo vano qualsiasi eventuale tentativo di nuove analisi. Indagare la pm di Bergamo Letizia Ruggeri per depistaggio in merito alla presunta non corretta conservazione dei 54 campioni di Dna ritrovati sul corpo di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate di Sopra uccisa nell'autunno 2010.
Il giudice per le indagini preliminari (gip) di Venezia ha disposto l'iscrizione nel registro degli indagati di Letizia Ruggeri, pubblico ministero del.
La denuncia riguarda le 54 provette contenenti le tracce biologiche di Bossetti e di Yara Gambirasio: i legali di Bossetti sostengono che oggi, con nuove tecniche, sarebbe possibile analizzare nuovamente quei campioni per dimostrare l’innocenza del loro assistito. Il gip del tribunale di Venezia, competente per i magistrati di Bergamo, ha deciso di indagare Ruggeri dopo una denuncia presentata dai legali di Bossetti e dopo che questi si erano opposti alla richiesta di archiviazione della procura. Ma dopo la condanna definitiva di Bossetti, avvenuta nel 2018, le provette erano state spostate dal frigorifero dell’ospedale San Raffaele di Milano all’ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo, su decisione di Ruggeri.
La vicenda riguarda la conservazione di reperti dell'inchiesta che ha portato alla condanna all'ergastolo per Massimo Bossetti, accusato di essere l'autore ...
"Il provvedimento di Venezia arriva dopo che per altre due volte la Corte d'Assise di Bergamo aveva negato ai difensori l'accesso a tali provette e dopo che la procura di Venezia aveva chiesto l'archiviazione della posizione del presidente della Corte d'Assise di Bergamo e di una cancelliera a seguito della denuncia per depistaggio, e dopo che la Corte d'Assise di Bergamo aveva disposto la trasmissione degli atti a Venezia per la valutazione delle accuse di illegalità che la difesa di Bossetti aveva avanzato nei confronti della Procura di Bergamo - conclude Chiappani -. La trasmissione degli atti al pm di Venezia per procedere all'iscrizione serve per "permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell'opponente" che richiedono "un necessario approfondimento", sia al fine di permettere alla stessa un'adeguata difesa". La vicenda riguarda la conservazione di reperti della inchiesta che ha portato all'ergastolo il muratore di Mapello.
Massimo Giuseppe Bossetti è un muratore italiano di Mapello, in provincia di Bergamo, che è stato accusato e condannato per l'omicidio di Yara Gambirasio, una ...
Il corpo di Yara è stato trovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, a circa un chilometro dal paese in cui abitava. Il suo corpo è stato trovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, a circa un chilometro dal paese in cui abitava. Il caso ha suscitato un enorme interesse mediatico in Italia e all'estero e ha portato all'arresto di [Massimo Bossetti](/t/massimo-bossetti), un muratore di Mapello, in provincia di Bergamo, accusato di omicidio e condannato all'ergastolo nel giugno 2016.
Non è ancora chiuso il caso dell'omicidio di Yara Gambirasio. Letizia Ruggeri, la pm di Bergamo che si impegnò per trovare l'assassino della 13enne di ...
Nell’atto di quasi 70 pagine di opposizione all’archiviazione si mettono in fila più date a partire dal 26 novembre 2019, quando la difesa richiede l’accesso ai campioni di Dna e l’indomani ottiene l’autorizzazione. Per Claudio Salvagni, difensore di Bossetti, quel cambio di destinazione, interrompendo la catena del freddo – i campioni erano conservati a 80 gradi sottozero – potrebbe aver deteriorato il Dna, rendendo vano qualsiasi eventuale tentativo di nuove analisi. All’origine della decisione del giudice per le indagini preliminari di Venezia, Alberto Scaramuzza, c’è la condotta di Ruggeri riguardo alla gestione e conservazione dei campioni di Dna rinvenuti sul corpo della vittima.
Il giudice per le indagini preliminari di Venezia ha provveduto a trasmettere gli atti alla Procura. Il Gip ha ritenuto “necessaria un'estensione soggettiva ...
Il Procuratore di Bergamo è rimasto sorpreso dalla decisione del giudice per le indagini preliminari di Venezia. La difesa di Bossetti aveva presentato poi una nuova istanza di accesso ai reperti ma anche in quel caso nel 2018 i giudici della Corte d’assise di Bergamo hanno rigettato la richiesta. Il giudice per le indagini preliminari di Venezia ha provveduto a trasmettere gli atti alla Procura. La difesa aveva avanzato l’istanza in vista di una possibile revisione della sentenza. Alcuni mesi fa la difesa di Bossetti aveva contestato la validità della prova genetica chiedendo di poter riesaminare le provette. Alla base della decisione, la condotta della Ruggeri riguardo la cattiva gestione e conservazione dei campioni di DNA rinvenuti sul corpo della vittima.
Frode processuale e depistaggio. Sono le due pesantissime accuse per le quali il gip di Venezia ha chiesto alla Procura di procedere all'iscrizione nel ...
Una iscrizione nel registro che arriva «dopo tre gradi di giudizio, dopo sette rigetti dei giudici di Bergamo sia all'analisi che alla verifica dello stato di conservazione dei reparti e dei campioni residui di dna», afferma il capo dei pm bergamaschi. L'invio degli atti al pm di Venezia e l'iscrizione serve per «permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell'opponente» che richiedono «un necessario approfondimento» sia al fine di permettere alla stessa un'adeguata difesa«. La trasmissione degli atti alla Procura per il gip veneto è l'unico «provvedimento adottabile» a fronte di una «denunzia querela e in un atto di opposizione» presentato dai difensori del condannato in via definitiva.
La magistrata, indagata ora per depistaggio, fu responsabile dell'indagine fin dall'inizio. Il suo lavoro ha suscitato negli anni accuse e polemiche.
Il procedimento disciplinare si concluse, nel settembre del 2019, con un nulla di fatto e il Csm decise di non perseguire la magstrata. Per quella lettera Belotti è stato poi querelato dalla pm: il procedimento si è chiuso con un risarcimento (11mila euro) e una lettera di scuse da parte del politico. La magistrata ha condotto l'inchiesta, prima per trovare la ragazzina e dopo il ritrovamento del cadavere - il 26 febbraio 2011 a Chignolo d'Isola (pochi chilometri dalla casa della ragazzina) - per individuare il colpevole dell'omicidio.
Venezia, la decisione del gip: Letizia Ruggeri indagata. La Procura di Bergamo: «Siamo fiduciosi che emergerà la correttezza dei comportamenti»
Sono fiducioso che in sede di indagini emergerà la correttezza dei comportamenti tenuti dalla collega». Questo, si legge sempre nel provvedimento, «al fine di permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell’opponente, che, per come sopra elencate e precisate richiedono un necessario approfondimento, sia al fine di permettere alla stessa un’adeguata difesa». [Bossetti](https://www.corriere.it/argomenti/massimo-bossetti/) li denunciò, mettendo in dubbio la corretta conservazione del Dna nel passaggio dall’Istituto San Raffaele di Milano al tribunale di Bergamo. Opponendosi all’archiviazione dei due indagati, gli avvocati di Bossetti hanno chiamato in causa la pm Ruggeri: fu sua l’iniziativa di trasferire i campioni, a dicembre 2019, con la confisca avvenuta a gennaio. [omicidio di Yara Gambirasio](https://www.corriere.it/cronache/22_dicembre_30/omidicio-yara-gambirasio-indagata-pm-d71bd47c-87b3-11ed-a82c-3a1d84a66a2f.shtml), la tredicenne di Brembate Sopra, commesso il 26 novembre 2010. Il carpentiere di Mapello è in carcere (da tempo a Bollate) da 3.119 giorni e dovrà rimanerci.
La difesa di Massimo Bossetti chiede di poter analizzare i reperti con nuove tecniche, il tribunale nega. Per gli avvocati: "Quelle tracce sono ...
La finalità è "permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell'opponente (la difesa di Bossetti, ndr), che richiedono un necessario approfondimento, sia al fine di permettere alla stessa un'adeguata difesa". Il gip veneziano motiva la sua decisione con la circostanza che in presenza di una denunzia-querela e di un atto di opposizione degli avvocati di Bossetti "in buona parte indirizzati nei riguardi proprio di comportamenti del pm Letizia Ruggeri si impone la necessità di una estensione soggettiva dell'iscrizione nei suoi confronti". Con il trascorrere del tempo ha avanzato pesanti dubbi sul loro stato stato di conservazione, dopo il trasferimento dall'ospedale San Raffaele di Milano all'Ufficio corpi di reato del tribunale di Bergamo.
La difesa di Bossetti – con gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini –ha infatti contestato l'errata conservazione dei campioni del dna prelevati e le ...
Una scelta che ha come finalità quella di “permettere al Pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell’opponente, che richiedono un necessario approfondimento, sia al fine di permettere alla stessa un’adeguata difesa”, si legge nel dispositivo con cui il giudice veneto ordina l’archiviazione per Giovanni Petillo e Laura Epis, rispettivamente presidente della Prima sezione penale del tribunale di Bergamo e funzionaria responsabile dell’Ufficio corpi di reato. Per l’omicidio della piccola Yara, 13 anni, scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio 2011, il procedimento giudiziario si era concluso il 12 ottobre 2018 con la condanna definitiva all’ergastolo di Massimo Giuseppe Bossetti, muratore di Mapello, il cui movente sarebbe stato un’aggressione a sfondo sessuale. L’accusa nei confronti di Letizia Ruggeri, la Pm di Bergamo che ha portato alla condanna di Massimo Bossetti, è grave e apre uno squarcio nella verità processuale del caso Gambirasio.
La richiesta di indagare per depistaggio il pubblico ministero titolare delle indagini sulla morte di Yara Gambirasio rappresenta un colpo di scena ma ...
Sorpreso, spiega il magistrato che "si imputi ora al pm il depistaggio riguardo la conservazione delle provette dei residui organici", dopo che "nei tre gradi di giudizio era stata respinta la richiesta difensiva di una perizia sul Dna, dopo la definitività della sentenza sopravvenuta nell'ottobre 2018 che ha accertato la colpevolezza dell'autore dell'omicidio di Yara, e dopo che era passato più di un anno da tale definitività". L'invio degli atti al pm di Venezia e l'iscrizione serve per "permettere al pm una compiuta valutazione anche della sua posizione in relazione a tutte le doglianze dell'opponente" che richiedono "un necessario approfondimento" sia al fine di permettere alla stessa un'adeguata difesa". La trasmissione degli atti alla Procura per il gip veneto è l'unico "provvedimento adottabile" a fronte di una "denunzia querela e in un atto di opposizione" presentato dai difensori del condannato in via definitiva.