Vittorio Adorni

Si ritagliò un ruolo da protagonista nell'era dei 'giganti' Merckx e Gimondi. L'omaggio della figlia di Felice: "Ciao Vittorio, salutami papà"

La sua proprietà di linguaggio e la sua capacità di analisi erano rinomate tanto che dopo la fine della carriera sportiva Adorni proseguì come commentatore. È l'inizio della cavalcata trionfale del ciclista azzurro che giunge a Imola con 9'50" su Herman Van Springel e 10'18" su Michele Dancelli. Vittorio Adorni viene ricordato soprattutto per la fuga infinita al Mondiale di Imola del 1968. Nel suo palmarés pure una Bernocchi nel 1967 e diverse frazioni al giro di Romandia. Passato professionista nel 1961, a non ancora 24 anni, Adorni approdò alla Salvarani nel 1964, team con il quale vinse il Giro l'anno seguente davanti a Italo Zilioli e Felice Gimondi. È riuscito a ritagliarsi uno spazio tra i giganti, mettendo in bacheca 60 vittorie tra i pro, tra cui 11 successi di tappa al Giro d'Italia, tra cronometro e frazioni in linea.

Il grande ciclista ci ha lasciato a 85 anni. Si affermò in Rosa nel '65 e portò a casa il titolo iridato tre anni dopo. A dare la notizia, ...

Ha in seguito ricoperto la carica di presidente del Consiglio del ciclismo professionistico all'interno dell'Unione Ciclistica Internazionale. 9 anni di professionismo, dal 1961 al 1970, e due titoli da peso massimo del ciclismo nazionale e globale. Sceso dal sellino, proseguì la professione di commentatore televisivo.

Il vincitore del Giro d'Italia 1965 e del Mondiale 1968 è morto oggi a Parma. Aveva 85 anni, è stato molto più di un corridore.

[perché per farlo avrebbe dovuto occuparsi solo di fare il corridore, pensare solo al ciclismo e tutto ciò non era cosa per lui](https://girodiruota.com/perche-non-possiamo-rinunciare-al-ciclismo-e-alla-bici-nonostante-tutto/). [Processo alla tappa](https://www.ilfoglio.it/sport/2017/03/10/news/giro-d-italia-1962-processo-alla-tappa-da-zavoli-a-alessandra-de-stefano-124650/) che Vittorio Adorni ancora correva e correva alla grande. L’aveva scelto, aveva sempre detto che Vittorio Adorni avrebbe potuto fare ogni cosa, perché con un cervello come il suo e un saperci fare con il suo, di Adorni, si può davvero fare ogni cosa. Vittorio Adorni è un gran corridore, soprattutto è la testa migliore su di una bicicletta”. L’eccezionalità di Vittorio Adorni è sempre stata quella di essere uomo e corridore, persona senza essere personaggio, cervello e non solo gambe cuore polmoni. [Sergio Zavoli, uomo appassionato di sport, ma non solo di sport, uomo che sapeva come funzionava la tv, l’Italia](https://www.ilfoglio.it/televisione/2020/08/05/news/sergio-zavoli-era-il-giornalismo-delle-parole-330159/) e che spaziava come nulla fosse dalle biciclette, al pallone, alla politica, ai problemi internazionali con rara documentata precisione e sottile capacità di analisi.