Leggi su Sky TG24 l'articolo Bob Dylan pittore, al MAXXI di Roma la sua mostra sulle arti visive.
Qui possiamo vedere anche le sue sculture in ferro, che mantengono il ricordo della sua infanzia in Minnesota, che è chiamata la Terra del ferro. Dylan nutre un sentimento speciale per l’Italia e per Roma in particolare. “Credo che siano principalmente persone che comprendono l’importanza della società e della cultura e della Storia- risponde il curatore della mostra-. “Credo che sia una componente molto importante della sua vita perchè il suo talento gli concede di comporre ed eseguire canzoni , ma anche disegnare, dipingere e scolpire. Osservando le cento e più opere si nota facilmente che Bob Dylan ha molto da esprimere anche con la pittura, il disegno, la grafica. Diamo al pubblico la possibilità di dare un’occhiata nei vari decenni e nelle varie forme d’arte visuali che Dylan ha creato e sta ancora creando.”
A cura di Shai Baitel, la mostra è la prima retrospettiva in Europa incentrata sulle opere di arte visiva di uno degli artisti più iconici della cultura ...
“Questa mostra, che abbraccia tutta la carriera di Bob Dylan, presenta il suo approccio unico all’arte visiva e la sua padronanza della pittura, del disegno e della scultura. Saranno presenti, inoltre, anche alcuni dei testi più noti di Dylan, trascritti personalmente dall’artista e accompagnati da suoi disegni a grafite. La mostra è accompagnata da un catalogo in doppia edizione italiano e inglese, in cui viene raccontata la vasta produzione artistica di Bob Dylan attraverso le immagini e il contributo di importanti scrittori, critici e artisti. “Scelgo le immagini per ciò che significano per me. Ad ogni modo, questo è il mio lavoro”. È molto diversa dalla mia musica, naturalmente, ma ha lo stesso intento“.
Al Maxxi il grande cantautore espone più di cento fra dipinti e disegni. Una mostra accompagnata da canzoni e filmati.
«New Orleans» è un omaggio al luogo di nascita del blues e del jazz. Roma è citata nell’omonima canzone: «Oh, le strade di Roma sono piene di rovine… Il percorso termina con «Ironworks», una serie di sculture in ferro, un richiamo al passato industriale e all’infanzia di Dylan cresciuto in una zona mineraria. «The Beaten Path» conduce alle «vestigia del passato che racchiudono la chiave del futuro». «Mondo Scripto» riunisce i testi di alcune delle canzoni più celebri, scritti a mano e accompagnati ognuno da un disegno di allora. Ma per Bono degli U2 Dylan è stato presente «in ogni fase della nostra vita».
Bob Dylan. Retrospectrum - sede: MAXXI Roma (Roma). cura: Shai Baitel. La mostra "Bob Dylan. Retrospectrum", a cura di Shai Baitel, è la prima retrospettiva ...
New Orleans è la serie che immortala il legame tra Dylan e New Orleans, città natale del jazz, situata all’estremità meridionale della Route 61, una delle strade più famose d’America, nota anche come “The Blues Highway”, la strada del blues, che attraversa da nord a sud la sezione centrale degli Stati Uniti, passando per i luoghi dell’infanzia di Dylan. Il titolo fa riferimento a una tecnica cinematografica in cui la narrazione è il risultato della combinazione di primo piano, secondo piano e sfondo, tutti contemporaneamente a fuoco per poterne distinguere i dettagli a ogni profondità. La serie nasce da una raccolta di schizzi a matita carboncino e penna realizzati tra l’89 e il 92 durante le tournée in America, Europa e Asia. Nel volume la vasta produzione artistica di Bob Dylan viene raccontata attraverso le immagini e il contributo di importanti scrittori, critici e artisti, tra cui Shai Baitel, Alain Elkann, Anne-Marie Mai, Greg Tate, Richard Prince, Bob Dylan, Caterina Caselli. I disegni a matita illustrano quel dialogo tra immagine e testo, passato e presente, che – grazie al continuo flusso creativo che alimenta l’arte di Dylan – ha cambiato il rapporto tra musica e parole. Queste combinazioni di parole e immagini sottolineano il nesso profondo e diretto tra la sua arte visiva e le sue composizioni scritte. Così il curatore Shai Baitel: “Questa mostra, che abbraccia tutta la carriera di Bob Dylan, presenta il suo approccio unico all’arte visiva e la sua padronanza della pittura, del disegno e della scultura. Nel video, Dylan fa cadere al ritmo della musica una serie di fogli con il testo della canzone, scritti la sera prima da un gruppo di amici fra cui Allen Ginsberg, riconoscibile nel film. Queste illustrazioni anticipano i lavori del 2018 quando, con Mondo Scripto, l’artista torna a far dialogare musica e arte visiva realizzando una serie nella quale i testi scritti a mano delle sue canzoni sono accompagnati da disegni originali che richiamano i titoli o i momenti chiave dei brani stessi. I lavori esposti mettono in luce quei motivi che da sempre fanno parte dell’immaginario di musicista di Dylan e che tornano, sotto forma di disegno e di colore, anche nei suoi dipinti.come scrive lui stesso nel catalogo della mostra (a cura di Shai Baitel e pubblicato da Skira), le sue opere d’arte visiva raccontano “il paesaggio americano come lo si vede attraversando il paese, osservandolo per quello che è. Retrospectrum”, a cura di Shai Baitel, è la prima retrospettiva in Europa dedicata alle opere di arte visiva di una delle più importanti icone della cultura contemporanea mondiale. Sono il mondo che vedo o che scelgo di vedere, di cui faccio parte o in cui entro.
Lunghe autostrade che si distendono verso l'orizzonte, paesaggi brulli e sterminati, luna park deserti, grandi palazzi illuminati dai lampioni, ...
Ad ogni modo, questo è il mio lavoro”. “Davanti a queste composizioni l’osservatore non ha bisogno di chiedersi se si tratta di un oggetto reale o se è frutto di un’allucinazione: se visitasse il luogo in cui quell’immagine è realmente esistita, vedrebbe la stessa cosa. Divisa in otto sezioni, l’esposizione è un viaggio in cui diverse espressioni artistiche si intrecciano di continuo. È molto diversa dalla mia musica, naturalmente, ma ha lo stesso intento”. "Bob Dylan. MAXXI: Bob Dylan, "Subterrean Homesick Blues Series". Sono il mondo che vedo o che scelgo di vedere, di cui faccio parte o in cui entro. Nel 2018 il musicista lo ha riscritto su 64 cartelli, allestiti sulla parete accanto a uno schermo: Subterranean Homesick Blues Series unisce così arti visive, musica e parole. C’è anche un’installazione destinata a restare, dono dell’artista per il Museo delle Arti del XXI Secolo: si tratta di Subterranean Homesick Blues, ispirata all’omonima canzone del 1965. Acrilico su tela I Courtesy MAXXI Curata da Shai Baitel, dopo le tappe a Shanghai e a Miami Bob Dylan. Da oggi l’altro volto del cantautore statunitense si svela a Roma nella prima esposizione europea dedicata alla sua attività di visual artist.