Il repertorio bachiano delle cantate, per prevede per la terza domenica di Avvento un'unica composizione, composta per Weimar, uno luogo in Bach ebbe la ...
Tanto la lettera dell’ epistola prevista per la terza domenica di Avvento, ( la lettera di San Paolo ai Romani, capitolo VI. versetti 19-23) quanto quella della VIIa domenica dopo la Trinità (prima lettera ai Corinzi, capitolo IV versetti 1-5), prendono in considerazione il tema della Giustizia. Eseguita per la prima volta a Weimar il 13 dicembre 1717 La cantata “Ärgre dich, o Seele, nicht ” (Non scandalizzarti, anima mia) BWV 186a, è stata rialaborata da Bach a Lipsia, per la VIIa domenica dopo la Trinità, ed eseguita l’11 luglio 1723.
Margherita Dalla Vecchia esegue all'organo Zeni della chiesa dei Servi i corali Schübler n. 4 BWV 648 e n. 5 BWV 649. 11 dicembre 2022.
Il quinto corale BWV 649 è invece tratto dalla cantata Bleib bei uns, denn es will Abend werden (Resta con noi, perché verrà la sera) BWV 6, composta nel 1724 per il lunedì dell’Angelo, il giorno dopo la Pasqua. Il quarto corale Schübler trascrive nello specifico il quinto movimento della cantata, il duetto tra contralto e tenore Er denket der Barmherzigkeit (E nella sua misericordia si ricorderà). Alla base del quarto pezzo della raccolta c’è il corale Meine Seele erhebt den Herren (L’anima mia magnifica il Signore) impiegato nella cantata BWV 10 del 1724, destinata alla solennità della Visitazione della Beata Vergine Maria.
Con coraggio: Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina. Gc 5,7-10. Antifona Rallegratevi sempre nel Signore, ve lo ripeto: ...
Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Allora, che cosa siete andati a vedere? In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Comunità Monastica di Ruviano (Clicca) di Padre Gianpiero Tavolaro Terza domenica di Avvento Is 35,1-6a.8a.10; Sal 145; Gc 5 7-10; Mt 11,2-11 Chi sa.
Gesù chiede, di fronte a questa alterità, la capacità di non scandalizzarsi, cioè di non inciampare; anzi, su questo egli pronuncia una “beatitudine”: «e beato chi non si scandalizza di me». Gesù, con la sua parola e con le sue opere, è l’annunzio di un evangelo che irrompe nella storia, attraverso vie e modalità nuove e imprevedibili, che solo chi sia capace di spogliarsi di precomprensioni e di “religione” riesce a coglie nella fede. Gesù, però, aggiunge anche che «il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui»: con queste parole, egli sta parlando di sé stesso e sta ancora rispondendo alla domanda del Battista sulla sua identità («Sei tu colui che deve venire…?»). Gesù, in realtà, non risponde a Giovanni in modo “diretto” ed esplicito, ma lo fa con una citazione dalla Scrittura, lasciando a Giovanni uno spazio di libertà, interamente giocato sulla disponibilità a saper leggere attraverso la “lente” della Scrittura! Chi sa volgere il proprio sguardo a Colui che viene, chi sa cogliere veramente l’imminenza della venuta del Signore è capace di trasformare la propria esistenza in un’attesa gioiosa, perché sa scorgere il Suo irrompere umile e quotidiano nell’oggi, in una presenza discreta, ma efficace. e ora, alla fine della sua vita e della sua missione, egli non grida più, ma domanda.
Il Messia, il Salvatore che Giovanni aveva annunciato e indicato presente alle folle, agisce e parla in maniera diversa da quanto lui si attendeva e credeva ...
Il cristiano, in altre parole, anche quando le sue idee, le sue aspettative, le sue aspirazioni non si realizzano, crede che nella storia è presente una buona notizia: Gesù è morto per noi ed è risorto, e continua a camminare con noi, sempre. Un Maestro di vita che ha incarnato il Vangelo in comportamenti coerenti. “Dio - afferma il teologo Bonhoeffer - non realizza sempre le nostre attese, ma compie sempre le sue promesse”. Perseverare in un cammino di vita cristiana dentro “la notte” è faticoso per questo tanti, anziché perseverare, preferiscono tornare a percorrere altre strade, più facili e apparentemente più gratificanti, quali lo stordimento nel piacere. Da questi segni Giovanni può capire che Gesù è il Messia atteso, venuto nel mondo per annunciare il grande amore di Dio per tutti gli uomini. Possiamo chiamare “notte oscura” le sofferenze fisiche, morali o spirituali, la solitudine, la mancanza del senso della vita, la dolorosa esperienza del peccato, l’apparente assenza di Dio, la lacerante percezione che la scelta di seguire Cristo sia stata la scelta sbagliata della vita …
L'avvento è tempo di attesa: per noi cristiani è attesa gioiosa, attesa fiduciosa. Protagonisti nella Liturgia appaiono Isaia, il grande profeta, e.
L’uomo, purtroppo spesso cerca la felicità per strade che si rivelano sbagliate, il profeta annuncia la vera speranza, quella che non delude mai perché fondata sulla parola di Dio. E’ l’attesa dell’agricoltore che, come scrive l’apostolo Giacomo, ha seminato ed aspetta con pazienza il frutto della terra, dopo essere stata irrorata dalle piogge d’autunno e di primavera: ‘Non lamentatevi, fratelli, siate pazienti, rinfrancate i vostri cuori perché la venuta del Signore è vicina’. E’ l’attesa di Giovanni Battista, il precursore, l’uomo di cui Gesù dirà: ‘Tra i nati di donna non c’è un uomo simile a lui’. Tutta la Liturgia oggi ci parla di attesa e di attesa operosa. Noi andiamo verso Cristo, che è venuto a salvarci a prezzo del suo sangue e lo stesso Gesù verrà ancora una volta ma come giudice dei buoni e dei cattivi; Egli giudicherà non ‘per sentito dire’, ma ciascun uomo in chiave di fede vera e di amore profondo. Abramo ha fiducia nel Signore, lascia la sua terra e si trasferisce nella terra promessa; dirà il profeta: ‘Tu, Betlemme, non sei piccola se da te nascerà il Re dei Re’; e il popolo attende sulla parola del Signore.
In questa terza domenica di Avvento, chiamata anche domenica della gioia, il Vangelo ci ripropone con forza la figura di Giovanni il Battista. Si trova già in ...
Giovanni è colui che doveva preparare il popolo ad accogliere il Salvatore, è colui che ha preparato l’arrivo del Figlio di Dio. “Sei proprio tu?” è la semplice domanda che i discepoli rivolgono al Signore ma che è piena di tante aspettative. Si aprono chi occhi dei ciechi, si rinforzano le gambe degli zoppi, si dischiudono gli orecchi dei sordi, i morti tornano a vivere e la Buona Notizia è annunciata. Prima di lasciare definitivamente la sua missione vuole essere convinto che proprio Gesù sia l’atteso dal popolo di Dio. La fede del Battista è grande più dei suoi dubbi. Oggi è la volta di padre Antonio Messeri dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, in missione in Uruguay, originario di Bivigliano.](https://www.ilfilo.net/wp-content/uploads/2022/12/avvento-giovanni.gif)
Domenica scorsa abbiamo lasciato Giovanni sulle rive del Giordano mentre annunciava la venuta del Messia e invocava la conversione del popolo.
In ciò il ruolo di Giovanni ricorda quello di Mosè: come questi ha guidato Israele verso la terra promessa senza entrarvi personalmente, così il Battista ha preparato la strada al Regno di Dio senza sperimentarlo di persona. Ad esempio, i ciechi che «riacquistano la vista» sono coloro che riottengono di poter vedere Dio, gli zoppi che «camminano» coloro che procedono sulla via della fede, i lebbrosi «purificati» coloro che possono riavvicinarsi a Dio, e così via. Giovanni ha infatti avuto il compito di preparare la strada per la venuta del Regno di Dio.
La terza domenica di avvento ha il nome. Non tutte le domeniche hanno un nome proprio. Il nome di questa domenica è: gioia. La domenica della gioia! Gioia.
Giovanni Battista lo pensa forte, che toglie e taglia il male alla radice, purifica con il fuoco. Meier, nella sua monumentale opera “Un ebreo marginale” indica la forza e il successo di Giovanni Battista al punto da mettere paura ad Erode Antipa. Per capire Gesù e il suo contesto dobbiamo ri-scoprire i personaggi che lo hanno “accolto e preparato”. Ma la consolazione più grande è che il Signore viene a modo suo, non secondo le nostre visioni e i nostri gusti. Giovanni attirò grandi folle, ma la sua ampia influenza e/o il suo insegnamento perturbante spinsero Erode Antipa, tetrarca della Galilea e della Perea, a prendere misure preventive, arrestandolo per giustiziarlo”. La terza domenica di avvento ha il nome.
Un "ribaltamento" di prospettive: il Vangelo odierno ci presenta Gesù in cui tutto è misericordia. All'Angelus, Papa Francesco descrive lo sconcerto ...
(...) E può capitarci qualcosa di simile anche con i fratelli: abbiamo le nostre idee, i nostri pregiudizi e affibbiamo agli altri – specialmente a chi sentiamo diverso da noi – delle rigide etichette. Ci meraviglia che proprio lui, che aveva battezzato Gesù indicandolo a tutti "come l’Agnello di Dio", ora dubiti. Il precursore di Gesù "pensava a un Messia severo che, arrivando, avrebbe fatto giustizia con potenza castigando i peccatori". Ma ciò significa che anche il più grande credente attraversa il tunnel del dubbio. ( [Ascolta il servizio con la voce del Papa)](https://www.vaticannews.va/it/podcast/preghiera-angelus-e-preghiera-regina-coeli/2022/12/papa-francesco-angelus-giovanni-battista-avvento-vangelo-gesu.html) E' una domanda cruciale, esprime un momento di crisi del Battista che, afferma