Con lo spoglio del 44,6% dei voti il suo Likud si conferma il primo partito con 32 seggi. Al secondo posto Yesh Atid, il partito del premier ...
Ora - se i dati reali confermeranno gli exit pool - spetta al presidente Isaac Herzog avviare le consultazioni: e il nome in cime della lista è di nuovo quello di Benyamin Netanyahu. Come fatto in tutte le elezioni passate, l'ex premier ha martellato dal suo sito Facebook chiamando incessantemente i sostenitori del suo Likud ad andare alle urne. Consci della posta in palio per sbloccare l'impasse politica che ha attanagliato Israele, tutti i partiti - nessuno escluso - hanno ripetutamente chiamato il proprio elettorato ad andare alle urne. A cominciare dal premier Yair Lapid che - dopo aver votato di buona mattina nel seggio vicino alla sua abitazione in un sobborgo di Tel Aviv insieme alla moglie Lihi - ha spronato gli israeliani ad esprimere le proprie scelte. Una vittoria che Ben Gvir ha già ipotecato chiedendo nei giorni scorsi il ministero della Pubblica sicurezza. Gli exit poll danno alla coalizione di destra 61/62 seggi su 120, tanti quanti servono per governare, e 54/55 seggi a Yesh Atid.
Con l'80 per cento delle schede scrutinate in Israele, la coalizione guidata dall'ex premier Benjamin Netanyahu dovrebbe conquistare 65 seggi sui 120 alla ...
I primi risultati che emergono dalle elezioni israeliane che vedono in testa la coalizione di centro-destra guidata da Benjamin Netanyahu sono «una dimostrazione» che i palestinesi «non hanno in Israele un partner per la pace». Lo riporta il Comitato elettorale centrale che finora ha contato 3.451.440 voti, di cui 20.571 sono stati annullati. Lo ha reso noto il Comitato elettorale centrale che ha finora contato 3.863.484 voti, di cui 22.801 sono stati invalidati.
Gli exit poll di Canale 11 e Canale 13 danno in testa il blocco di destra di Benyamin Neyanyahu con 61 (o 62) seggi alla Knesset (su 120) contro i 55 del blocco ...
I suoi futuri alleati di governo sostengono peraltro che adesso il processo a Netanyahu dovrebbe essere annullato. Il leader dell'opposizione, nel suo messaggio sul canale Telegram, ha contrapposto "file di elettori di sinistra che votano a Tel Aviv" con una stanza vuota di un seggio a Holon. Ma alle elezioni di un anno e mezzo fa, inaspettatamente, si e' trovato estromesso dall'ufficio del premier ed "espulso'' dalla residenza ufficiale di via Balfour a Gerusalemme che era divenuta il simbolo stesso dell'influenza accumulata dalla famiglia Netanyahu: in particolare della moglie Sarah e del figlio maggiore Yair. In questi mesi ha saputo invece compattare al meglio il Fronte delle destre assicurandosi un sostegno d'acciaio sia da due partiti ortodossi, sia dai nazional-religiosi espressione del movimento dei coloni. Alla Knesset il Likud ha boicottato sistematicamente il lavoro delle commssioni. Netanyahu ha subito chiarito che non era disposto ad accettare quell'avvicendamento al potere ritenendo che Bennett - pur di aggiudicarsi il timone del Paese - avesse tradito il pubblico nazional-religioso che lo aveva votato. Il leader del Likud, Benjamin Netanyahu, ha postato una foto di seggi vuoti, esortando gli elettori ad andare a votare, ma si è scoperto che l'immagine risaliva alle elezioni del 2019. "Questa percentuale e' inferiore al 60% necessaria per garantire la rappresentanza alla Knesset, ma secondo le previsioni è possibile raggiungerla durante la prossima ora e mezza", ha fatto sapere il centro di ricerca. Il blocco anti-Netanyahu guidato dall'attuale primo ministro ad interim, Yair Lapid, è molto attardato e il blocco delle forze di destra, centro e sinistra che lo sostiene si fermerebbe a 50 seggi. Come fatto in tutte le elezioni passate, l'ex premier ha martellato dal suo sito Facebook chiamando incessantemente i sostenitori del suo Likud ad andare alle urne. La lista araba nazionalista Balad, secondo questo exit poll, non è riuscita a superare la soglia di ingresso. Netanyahu sembra avercela fatta, seppure per un soffio, a riconquistare la maggioranza in Parlamento dopo avere stretto alleanza con la destra religiosa.
Gli exit poll di Canale 11 e Canale 13 danno in testa il blocco di destra di Benyamin Netanyahu con 62 seggi alla Knesset (su 120) contro i 54 del blocco di ...
Il suo Likud ha avuto 30 seggi, il partito di Lapid 24. 'King Bibi' riconquisterebbe così - se lo spoglio reale dei voti confermerà gli exit - al quinto tentativo in tre anni e mezzo lo scettro relegando il blocco variegato del suo maggior avversario, l'attuale premier Yair Lapid, a 54/55 seggi. Lo ha detto nella notte il leader del Likud, Benjamin Netanyahu, commentando i risultati elettorali che prevedono la maggioranza per il suo blocco di destra.
Con due terzi dei viti scrutinati, il blocco guidato dal leader dell'opposizione israeliana ottinee 69 dei 120 seggi della Knesset. Il governo uscente di ...
Intanto, ha cominciato il giro di telefonata con gli alleati del blocco nazional-religioso (oltre a Likud e Sionismo Religioso, ci sono i due partiti ultra-ortodossi Shas e United Toraj Judaism) in vista di futuri negoziati per formare un governo. Tira - per ora - un sospiro di sollievo la sinistra radicale di Meretz, fino all'ultimo data in bilico da tutti i sondaggi, che riuscirebbe invece a passare lo sbarramento e a conquistare i 4 seggi della sopravvivenza. Secondo gli exit poll, il blocco che fa capo al leader del Likud avrebbe conquistato la maggioranza per un soffio, 61-62 seggi, contro i 54-55 del governo uscente del premier Yair Lapid.
Ritorno al potere per Benjamin Netanyahu. Gli exit poll annunciati dal quotidiano "Jerusalem Post" e dalle emittenti Canale 11 e Canale 13 danno in testa ...
Ma fonti di Balad sostengono che, con lo spoglio dei voti, questa situazione potrebbe mutare e che "la meta non è tanto lontana". Il partito di Netanyahu, il Likud ("Consolidamento") è risultato ampiamente il più votato e potrebbe ottenere 30 o 41 seggi. Gli exit poll annunciati dal quotidiano "Jerusalem Post" e dalle emittenti Canale 11 e Canale 13 danno in testa proprio il blocco di destra di Netanyahu, con 62 seggi (su 120) alla Knesset, il Parlamento israeliano, contro i 54-55 (11 per i due partiti di sinistra, Labor e Meretz) del blocco di centro-sinistra di Yair Lapid, premier uscente e leader del partito Yesh Atid ("C'è un futuro").
Lo scrittore: «Ormai l'unico quesito era: se pro o contro Bibi?»
A Berlino il museo ebraico ospita fino a febbraio la mostra che lo scrittore ha dedicato alla madre, scampata al Ghetto di Varsavia: installazioni di diversi artisti e nove racconti brevi «perché volevo raccontare la sua storia senza confinarla nel ruolo di sopravvissuta all’Olocausto. Non ricordo nessun ministro israeliano, a parte Ariel Sharon quand’era in divisa, che sia stato fotografato imbracciando un’arma, tantomeno sventolare o puntare la pistola come fa Ben-Gvir. Lo colpisce come in un Paese dove il servizio militare resta un obbligo «la gente possa preferire un personaggio come Ben-Gvir, che l’esercito ha scartato, a Gantz o Eizenkot, ex capi di Stato Maggiore. L’accelerazione tecnologica che ha reso Israele la start-up nation si è generata in questi mesi anche in politica. «Dieci anni fa ero convinto che un editoriale sui giornali, un’intervista che elencava i problemi e qualche soluzione possibile, potessero influire. «Un sabbatico dal mio lavoro in università e da questo Paese.
L'astro nascente della politica israeliana potrebbe assurgere al ruolo di ago della bilancia nelle quinte elezioni politiche in poco più di tre anni e ...
«Che è un uomo giusto, un eroe». «Cosa dici a tuo figlio di lui?», gli è stato chiesto in una recente intervista. Pur di ritornare al potere, e provare a sbarazzarsi di tre procedimenti penali per corruzione di cui si proclama innocente, Netanyahu lo ha corteggiato. Un uomo è anche il suo passato. E dei calcoli di chi, come Netanyahu, è disposto a far di tutto pur di tornare al potere. Ed in questa compagine , Ben-Gvir, pur non essendo il leader, è il personaggio più emblematico, e mediaticamente più esposto.
Secondo gli exit poll la coalizione di destra avrebbe una maggioranza risicatissima, ma le cose possono ancora cambiare.
Gli exit poll sembrano confermare anche un’altra previsione fatta da diversi sondaggi prima delle elezioni: cioè l’aumento dei consensi per i piccoli partiti di estrema destra Potere Ebraico e Partito Sionista Religioso. Forse anche per questo, poco dopo la chiusura delle urne Netanyahu e il Likud hanno avviato una rumorosa campagna per denunciare brogli nei seggi elettorali a maggioranza araba. Il partito più votato sembra essere il Likud, quello guidato dall’ex primo ministro di destra Benjamin Netanyahu, attualmente sotto processo per corruzione (si stima che da solo abbia ottenuto circa 30 seggi).
GERUSALEMME – Sessantuno seggi per la destra pro-Benjamin Netanyahu, 55 per il blocco di Yair Lapid. Secondo i primi exit poll pubblicati appena chiuse le ...
Alle elezioni per il rinnovo della Knesset, la vittoria per l'ex-premier Benjamin Netanyahu e per i suoi alleati di destra si profila sempre più ...
“L'ascesa dei partiti religiosi di estrema destra alle elezioni israeliane è un risultato naturale delle crescenti manifestazioni di estremismo e razzismo nella società israeliana, di cui il nostro popolo soffre da anni". "Fino all'ultima busta, nulla dice che è finita": aveva detto da parte sua Lapid in un primo commento ai risultati, ribadendo il valore di una "politica che non si basa sull'odio e sull'incitamento". Con l’80% dei voti scrutinati, il blocco di destra dell'ex premier e leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu si appresta a vincere le elezioni in Israele.
Lo ha calcolato la televisione commerciale Canale 12 che ieri, nel primo exit poll, gli aveva assegnato 61 seggi. Alle liste che sostengono il premier centrista ...
"Siamo vicini a una grande vittoria”, ha detto Netanyahu nella notte ai suoi sostenitori riuniti a Gerusalemme. Lo ha allora sostituito una coalizione composta da ben otto liste (di destra, di centro, di sinistra ed anche una formazione araba) guidata prima da Naftali Bennett e poi, da luglio, da Yair Lapid. Dopo lo spoglio del 62 % dei seggi il blocco dei partiti che lo sostengono si avvia a conquistare 69 seggi sui 120 della Knesset.
Se Benjamin Netanyahu riuscirà a formare un governo sarà grazie all'estrema detra di Ben-Gvir, che ha preso voti anche dalla destra anti Bibi e ha riportato ...
Se è così, è chiaro che lo scioglimento della Joint List è ciò che ha dato a Netanyahu la sua maggioranza (sebbene se Balad varcherà la soglia, ciò cambierà). Il suo partito Yesh Atid è cresciuto, ma a spese dei partiti alla sua sinistra, Labour e Meretz. A molti israeliani che ieri sera seguivano la nottata elettorale però non è piaciuta affatto la risposta del numero due di Ben-Gvir. Sono molte le preoccupazioni legate invece all’unità dentro al paese, la campagna elettorale di Ben-Gvir è stata all’insegna del motto “morte ai terroristi”, rivisitazione di quello che prima presentava come un “morte agli arabi”, e non ha lanciato segnali di distensione dentro alla società israeliana. Ben-Gvir ha i suoi piani e i suoi sostenitori, ha già detto che vorrà tenere per sé il ministero della Pubblica sicurezza, mentre il suo alleato Bazel Smotrich vorrebbe la Difesa. Il Likud di Netanyahu con i suoi 33 seggi è rimasto dov’era: è sempre il primo partito in Israele, ma con un bisogno stringente di alleati, anche scomodi.
Con il conteggio dei voti ormai quasi terminato, Bibi avrebbe i numeri per riprendersi il governo dopo una ventina di mesi all'opposizione....
Per qualche mese è stato primo ministro ad interim, ha firmato l’accordo sui confini marittimi con il Libano, ha gestito con i generali le operazioni in Cisgiordania per smantellare le nuove organizzazioni di miliziani. L’affluenza oltre il 70 per cento Come ha già fatto potrebbe accettare – pur avendo promesso in campagna elettorale che mai sarebbe successo – di allearsi con Netanyahu per ridimensionare il peso degli estremisti. L’affluenza oltre il 70 per cento è la più alta dal 2015, la stanchezza da elezioni (le quinte in meno di quattro anni) non ha tenuto gli israeliani a casa. Se Netanyahu riceverà l’incarico, dovrà concedere ai due quello che ha promesso: Smotrich (che in un audio lo ha chiamato «bugiardo, figlio di un bugiardo») chiede il ministero della Difesa anche se soldato – ed è una rarità in questo Paese – non è mai stato; Ben-Gvir vuole diventare ministro per la Pubblica Sicurezza: ha impostato la campagna su «legge e ordine», al di qua e al di là della Linea Verde, questa mattina un palestinese ha investito con un furgoncino un militare a un check point ed è stato ucciso mentre cercava di pugnalarlo. [Netanyahu](https://www.corriere.it/esteri/22_ottobre_31/israele-l-ascesa-ben-gvir-destra-religiosa-armata-sdoganata-netanyahu-4379d3d8-595d-11ed-a5c7-8813766af362.shtml) avrebbe i numeri per riprendersi il governo, è rimasto all’opposizione per una ventina di mesi dopo essere stato primo ministro per 12 anni consecutivi.
Il premier uscente libanese Najib Miqati si è detto sereno rispetto al mantenimento dei termini dell'accordo energetico con Israele anche in caso di ...
Che vinca Netanyahu o qualcun altro, nessuno può ostacolare questo accordo", ha detto Miqati. Lo stesso mediatore Usa, Amos Hochstein, parlando a Beirut con i giornalisti libanesi, nei giorni scorsi aveva detto di aspettarsi che l'accordo tra i due paesi possa reggere a entrambe le transizioni politiche in Israele e in Libano, dove nei giorni scorsi si è concluso il mandato del presidente della Repubblica Michel Aoun. Il leader israeliano, che in queste ore appare in testa nel conteggio dei voti per le legislative svoltesi ieri, in campagna elettorale aveva minacciato di "neutralizzare" l'intesa siglata nei giorni scorsi tra Libano e Israele, con la mediazione americana, per la spartizione delle risorse energetiche marittime.
Il premier uscente libanese Najib Miqati si è detto sereno rispetto al mantenimento dei termini dell'accordo energetico con Israele anche in caso di ...
Che vinca Netanyahu o qualcun altro, nessuno può ostacolare questo accordo", ha detto Miqati. Lo stesso mediatore Usa, Amos Hochstein, parlando a Beirut con i giornalisti libanesi, nei giorni scorsi aveva detto di aspettarsi che l'accordo tra i due paesi possa reggere a entrambe le transizioni politiche in Israele e in Libano, dove nei giorni scorsi si è concluso il mandato del presidente della Repubblica Michel Aoun. Il leader israeliano, che in queste ore appare in testa nel conteggio dei voti per le legislative svoltesi ieri, in campagna elettorale aveva minacciato di "neutralizzare" l'intesa siglata nei giorni scorsi tra Libano e Israele, con la mediazione americana, per la spartizione delle risorse energetiche marittime.