Fear of missing out, ovvero la paura di rimanere fuori. Fuori dalla rete, fuori dal giro di quella virtualità che quasi diventa una casa.
Nel nostro tempo libero e nel lavoro i social diventano un luogo dove tendenzialmente spendiamo del tempo e all’interno della relazione virtuale, soddisfiamo il nostro bisogno di stare con l’altro e di essere connessi, scrivono da IEUD. E la cosa più agghiacciante è che basta guardarsi attorno per rendercene conto. È la FOMO, e un po’ come la nomofobia (la paura di rimanere sconnessi), la ringxiety (l’ansia da smarphone) o la textiety (l’ansia da messaggio), è un male dei nostri tempi La sensazione che le opportunità di interazioni sociali siano molto più divertenti di quelle che si possono avere nella realtà. Perché se da un lato è vero, in sostanza, che la tecnologia ci permette di essere sempre più collegati ovunque ci troviamo, dall’altro questa “abitudine” induce inevitabilmente ad una sorta di dipendenza. Si tratta di una vera e propria fobia colpirebbe più della metà degli utenti dei social media.