Alle elezioni per il rinnovo della Knesset, la vittoria per l'ex-premier Benjamin Netanyahu e per i suoi alleati di destra si profila sempre più ...
“L'ascesa dei partiti religiosi di estrema destra alle elezioni israeliane è un risultato naturale delle crescenti manifestazioni di estremismo e razzismo nella società israeliana, di cui il nostro popolo soffre da anni". "Fino all'ultima busta, nulla dice che è finita": aveva detto da parte sua Lapid in un primo commento ai risultati, ribadendo il valore di una "politica che non si basa sull'odio e sull'incitamento". Con l’80% dei voti scrutinati, il blocco di destra dell'ex premier e leader dell’opposizione Benjamin Netanyahu si appresta a vincere le elezioni in Israele.
Se Benjamin Netanyahu riuscirà a formare un governo sarà grazie all'estrema detra di Ben-Gvir, che ha preso voti anche dalla destra anti Bibi e ha riportato ...
Se è così, è chiaro che lo scioglimento della Joint List è ciò che ha dato a Netanyahu la sua maggioranza (sebbene se Balad varcherà la soglia, ciò cambierà). Il suo partito Yesh Atid è cresciuto, ma a spese dei partiti alla sua sinistra, Labour e Meretz. A molti israeliani che ieri sera seguivano la nottata elettorale però non è piaciuta affatto la risposta del numero due di Ben-Gvir. Sono molte le preoccupazioni legate invece all’unità dentro al paese, la campagna elettorale di Ben-Gvir è stata all’insegna del motto “morte ai terroristi”, rivisitazione di quello che prima presentava come un “morte agli arabi”, e non ha lanciato segnali di distensione dentro alla società israeliana. Ben-Gvir ha i suoi piani e i suoi sostenitori, ha già detto che vorrà tenere per sé il ministero della Pubblica sicurezza, mentre il suo alleato Bazel Smotrich vorrebbe la Difesa. Il Likud di Netanyahu con i suoi 33 seggi è rimasto dov’era: è sempre il primo partito in Israele, ma con un bisogno stringente di alleati, anche scomodi.
Con il conteggio dei voti ormai quasi terminato, Bibi avrebbe i numeri per riprendersi il governo dopo una ventina di mesi all'opposizione....
Per qualche mese è stato primo ministro ad interim, ha firmato l’accordo sui confini marittimi con il Libano, ha gestito con i generali le operazioni in Cisgiordania per smantellare le nuove organizzazioni di miliziani. L’affluenza oltre il 70 per cento Come ha già fatto potrebbe accettare – pur avendo promesso in campagna elettorale che mai sarebbe successo – di allearsi con Netanyahu per ridimensionare il peso degli estremisti. L’affluenza oltre il 70 per cento è la più alta dal 2015, la stanchezza da elezioni (le quinte in meno di quattro anni) non ha tenuto gli israeliani a casa. Se Netanyahu riceverà l’incarico, dovrà concedere ai due quello che ha promesso: Smotrich (che in un audio lo ha chiamato «bugiardo, figlio di un bugiardo») chiede il ministero della Difesa anche se soldato – ed è una rarità in questo Paese – non è mai stato; Ben-Gvir vuole diventare ministro per la Pubblica Sicurezza: ha impostato la campagna su «legge e ordine», al di qua e al di là della Linea Verde, questa mattina un palestinese ha investito con un furgoncino un militare a un check point ed è stato ucciso mentre cercava di pugnalarlo. [Netanyahu](https://www.corriere.it/esteri/22_ottobre_31/israele-l-ascesa-ben-gvir-destra-religiosa-armata-sdoganata-netanyahu-4379d3d8-595d-11ed-a5c7-8813766af362.shtml) avrebbe i numeri per riprendersi il governo, è rimasto all’opposizione per una ventina di mesi dopo essere stato primo ministro per 12 anni consecutivi.
Il blocco di destra, guidato da Netanyahu, otterrebbe 65 dei 120 anche se questo dato potrebbe cambiare con lo spoglio delle ultime schede elettorali, ...
Si sta avvicinando alla soglia anche il partito di opposizione arabo, Balad, fermo ora al 3,04%. Al momento il partito di sinistra Meretz è a un soffio dal minimo di voti del 3,25% necessario per ottenere la rappresentanza alla Knesset, attestandosi al 3,2%. Gli exit poll diffusi subito dopo la chiusura dei seggi hanno previsto 62 seggi per la coalizione guidata dal partito Likud dell'ex premier.
Era considerato, come già successo nelle passate tornate, cinque negli ultimi tre anni, un referendum sulla figura di Benjamin Netanyahu.
Dura la reazione in Cisgiordania, dove il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammed Shtayyeh, ha definito i risultati “una dimostrazione” che i palestinesi “non hanno in Israele un partner per la pace”, aggiungendo che “i risultati delle elezioni alla Knesset sono un risultato naturale della crescita dell’estremismo e del razzismo nella società israeliana”. Non è escluso, quindi, che una delle prime conseguenze del cambio d’esecutivo possa essere l’avvio di procedimenti legislativi volti a sospendere il processo a carico dello storico leader del Likud. A scrutinio ormai concluso, il suo partito ha ottenuto ben 31 seggi sui 120 della Knesset alle ultime elezioni, con la coalizione che lo appoggia, marcatamente di destra e anti-araba, che ha ottenuto la maggioranza assoluta con 65 seggi, garantendogli la possibilità di governare per i prossimi quattro anni. Una scelta strategica che, secondo il quotidiano Haaretz, ha addirittura penalizzato la coalizione moderata, con la popolazione che ha inviato un messaggio chiaro alla classe politica: no agli arabi al governo. Fuori dal parlamento la storica formazione di sinistra Meretz e il partito arabo Balad. Agli scranni destinati al Likud, infatti, si aggiungono i 14 ottenuti da Sionismo Religioso, il partito di estrema destra guidato da Ben Gvir che preoccupa la popolazione moderata e i palestinesi per le posizioni marcatamente anti-arabe, e quelli dei due partiti ultraortodossi Shas (12) e Torah unita nel giudaismo (8).
Per formare una maggioranza alla Knesset, il Parlamento israeliano, servono 61 seggi: una impresa non facile in un sistema elettorale proporzionale puro. Ma ...
Affermazione importante anche per Ra’am, la Lista Araba Unita di impronta conservatrice, che potrebbe diventare il più grande partito arabo in Parlamento con 5 seggi, stesso risultato per la sinistra di Hadash-Ta’al. Numeri che potrebbero consentire a Bibi Netanyahu, ancora sotto processo per frode e corruzione, di governare col supporto decisivo dell’estrema destra. Un ruolo chiave l’avranno infatti il cartello elettorale di estrema destra formato da Potere Ebraico e Partito Sionista Religioso: quest’ultimo, che includeva anche Otzma Yehudit in una lista di estrema destra, aveva solo 8 seggi nella Knesset e potrebbero arrivare a 14 diventando il terzo partito nazionale.
Gli exit poll in Israele indicano che l'ex primo ministro Benjamin Netanyahu potrebbe aver ottenuto abbastanza seggi per tornare al potere dopo tr...
[Controtempo](https://www.iltempo.it/blog/carlo-antini/2022/11/01/news/bono-vox-libro-autobiografia-u2-surrender-the-edge-larry-mullen-adam-clayton-33699216/) [Rock, politica e Dio. I segreti di Bono nella prima autobiografia](https://www.iltempo.it/blog/carlo-antini/2022/11/01/news/bono-vox-libro-autobiografia-u2-surrender-the-edge-larry-mullen-adam-clayton-33699216/) [Carlo Antini](https://www.iltempo.it/blog/carlo-antini) Gli exit poll in Israele indicano che l'ex primo ministro Benjamin Netanyahu potrebbe aver ottenuto abbastanza seggi per tornare al potere dopo tre anni e mezzo di stallo politico.
Gli exit poll di Canale 11 e Canale 13 danno in testa il blocco di destra di Benyamin Neyanyahu con 61 (o 62) seggi alla Knesset (su 120) contro i 55 del blocco ...
I suoi futuri alleati di governo sostengono peraltro che adesso il processo a Netanyahu dovrebbe essere annullato. Il leader dell'opposizione, nel suo messaggio sul canale Telegram, ha contrapposto "file di elettori di sinistra che votano a Tel Aviv" con una stanza vuota di un seggio a Holon. Ma alle elezioni di un anno e mezzo fa, inaspettatamente, si e' trovato estromesso dall'ufficio del premier ed "espulso'' dalla residenza ufficiale di via Balfour a Gerusalemme che era divenuta il simbolo stesso dell'influenza accumulata dalla famiglia Netanyahu: in particolare della moglie Sarah e del figlio maggiore Yair. In questi mesi ha saputo invece compattare al meglio il Fronte delle destre assicurandosi un sostegno d'acciaio sia da due partiti ortodossi, sia dai nazional-religiosi espressione del movimento dei coloni. Alla Knesset il Likud ha boicottato sistematicamente il lavoro delle commssioni. Netanyahu ha subito chiarito che non era disposto ad accettare quell'avvicendamento al potere ritenendo che Bennett - pur di aggiudicarsi il timone del Paese - avesse tradito il pubblico nazional-religioso che lo aveva votato. Il leader del Likud, Benjamin Netanyahu, ha postato una foto di seggi vuoti, esortando gli elettori ad andare a votare, ma si è scoperto che l'immagine risaliva alle elezioni del 2019. "Questa percentuale e' inferiore al 60% necessaria per garantire la rappresentanza alla Knesset, ma secondo le previsioni è possibile raggiungerla durante la prossima ora e mezza", ha fatto sapere il centro di ricerca. Il blocco anti-Netanyahu guidato dall'attuale primo ministro ad interim, Yair Lapid, è molto attardato e il blocco delle forze di destra, centro e sinistra che lo sostiene si fermerebbe a 50 seggi. Come fatto in tutte le elezioni passate, l'ex premier ha martellato dal suo sito Facebook chiamando incessantemente i sostenitori del suo Likud ad andare alle urne. La lista araba nazionalista Balad, secondo questo exit poll, non è riuscita a superare la soglia di ingresso. Netanyahu sembra avercela fatta, seppure per un soffio, a riconquistare la maggioranza in Parlamento dopo avere stretto alleanza con la destra religiosa.
Con l'80 per cento delle schede scrutinate in Israele, la coalizione guidata dall'ex premier Benjamin Netanyahu dovrebbe conquistare 65 seggi sui 120 alla ...
I primi risultati che emergono dalle elezioni israeliane che vedono in testa la coalizione di centro-destra guidata da Benjamin Netanyahu sono «una dimostrazione» che i palestinesi «non hanno in Israele un partner per la pace». Lo riporta il Comitato elettorale centrale che finora ha contato 3.451.440 voti, di cui 20.571 sono stati annullati. Lo ha reso noto il Comitato elettorale centrale che ha finora contato 3.863.484 voti, di cui 22.801 sono stati invalidati.
Con 65 seggi ottenuti, quando ancora manca il 15% di voti da scrutinare, la coalizione di centro-destra, che fa capo a Benjamin Netanyahu si appresta a ...
Il politico è un acceso fautore degli insediamenti in Cisgiordania, considerati illegali dalla comunità internazionale, del “trasferimento” della popolazione araba fuori dei confini di Israele e ammiratore di Baruch Goldstein, l’autore del massacro di Hebron del 1994, che causò la morte di 29 musulmani palestinesi in preghiera e il ferimento di altri 125. Più indietro Unità nazionale di Benny Gantz (12 seggi), il partito nazionalista laico Yisrael Beitenou di Avigdor Lieberman (5 seggi), il partito arabo Ràam (5 seggi) e i Laburisti (4 seggi). Il partito di Bibi, il Likud, viene accreditato di 31 seggi, gli altri 34, necessari per governare da qui fino al 2026, verranno dalle formazioni politiche sue alleate come Sionismo religioso (14 seggi), il partito di estrema destra guidato da Ben Gvir, dalle forti posizioni anti-arabe, e dai due partiti ultraortodossi Shas (12) e Torah unita nel giudaismo (8).
A spoglio ormai quasi ultimato, sembra proprio che la coalizione guidata da Likud si aggiudicherà la maggioranza all'interno della Knesset.
Questo per dire che, almeno su alcune questioni, il ritorno di Netanyahu non comporterà eccessivi stravolgimenti nei rapporti tra Gerusalemme e l’attuale amministrazione statunitense. Il probabilissimo ritorno di Netanyahu renderà nuovamente i rapporti tra Gerusalemme e l’attuale Casa Bianca particolarmente problematici. Ricordiamo che Netanyahu venne estromesso dal governo nel giugno dell’anno scorso, dopo un accordo tra Naftali Bennett e Yair Lapid, che formarono un governo di larghe intese particolarmente scricchiolante: un governo che è infatti arrivato al capolinea pochi mesi fa.