"Il luogo per eccellenza deputato alla piena realizzazione della persona umana è diventato il luogo della sua negazione. Su questo valgono solo il silenzio e l' ...
Perché vent'anni fa, nella vostra terra straordinaria, si è capovolto completamente il senso delle cose". Che la scuola è e deve sempre essere luogo di crescita, di scoperta e affermazione di sé, mai di pericolo e di tragedia. A noi, anzitutto a chi ha l'onere di governare le comunità e la Nazione, resta la consapevolezza che l'assurdo non deve mai più accadere.
Il 31 ottobre 2002 una violenta scossa di terremoto faceva crollare parte dell'edificio della scuola elementare e materna nel piccolo comune molisano.
“Macerie, San Giuliano di Puglia 2002”, ideato e scritto da Marco Di Vincenzo e Luca Ferrero, raccoglie le testimonianze e racconta storie dei genitori, dei sopravvissuti e dei soccorritori che quel 31 ottobre 2002 si trovavano nel paese. Maria è la madre di Gianmaria e Luca, due gemellini nati nel 1993. “La mia non è stata una decisione presa per caso: volevo studiare il fenomeno dei terremoti, per capire meglio cosa è successo e cosa si può fare per cercare di ridurre al minimo i rischi connessi”. È una condizione così innaturale che la stessa lingua si rifiuta di contemplare: è orfano chi sopravvive ai genitori, ma non esiste un termine che riesca a definire un padre o una madre che vivono il momento della morte di un figlio. Anche Dino Di Rienzo il 31 ottobre del 2002 è in classe. Ma è solo il frutto di una contraddizione. Era l’agosto del 2002, poco prima che iniziasse la scuola”, dice Maria indicando una gigantografia fissata sul muro dietro al tavolo della sala da pranzo.Il dolore di Ciro e Maria è lo stesso, angosciante, della sera del 31 ottobre 2002. Morena era del 1996 e come lei tutti i nati di San Giuliano in quell’anno sono morti: la classe di quell’anno è scomparsa, completamente cancellata dal crollo della scuola. È un’illusione: è come se ci fossero ancora e fossero ancora bambini. Ricordo loro che chiamavano i loro figli e cercavano di scavare anche a mani nude”. I sangiulianesi si riuniscono per scavare a mani nude, componendo un rito collettivo di dolore e speranza, in attesa che arrivino i primi soccorsi da Campobasso. La data del 31 ottobre 2002 è ancora impressa nella mente e nei cuori degli abitanti di San Giuliano di Puglia, piccolo comune di nemmeno mille anime appoggiato sulle colline ventose nel sud del Molise.
"Venti anni, ovvero un periodo considerevole per riflettere e capire. (ANSA)
La Regione Molise ha risposto con forza alla richiesta di sicurezza e alla domanda di prevenzione. "Dal 2003 la Regione ha istituito per legge la Giornata della Memoria - prosegue Toma - caricandola di significati che non colmeranno mai il vuoto lasciato dentro di noi, donne e uomini, cittadini e amministratori, ma che possono tracciare un nuovo segmento nel solco di quella tragedia. Quella mattina di 20 anni fa ha segnato le nostre coscienze e ha cambiato la percezione collettiva della sicurezza dentro e fuori i luoghi pubblici e privati, modificando in maniera determinante le attività di mitigazione del rischio sismico attraverso la definizione della nuova classificazione sismica nazionale.
Sono i nomi dei 27 bambini e della maestra che il 31 ottobre del 2002 morirono sotto il soffitto della loro scuola: “Francesco Iovine” a San Giuliano di Puglia.
Ma di chi è la colpa? Ad ammazzarli non è stato il terremoto che quel giorno colpì il piccolo paese pugliese ma la mancanza di una scuola costruita come si doveva. Ma chi è lo Stato? Da allora ha scelto di non tenersi il proprio dolore per sé ma di condividerlo, di lottare perché non ci fosse più un solo crollo in una scuola. Non è così per chi c’era alle 11.30 di quel mercoledì. Ma non è così per i loro genitori.
Sono trascorsi venti anni dalla tragedia che sconvolse il Molise e l'Italia intera, quando durante il terremoto di magnitudo 6.0 delle 11,32 del 31 ottobre ...
Mia figlia non è morta in un teatro di guerra in Afghanistan, mia figlia è morta in una scuola dell’obbligo. Qui però c’è qualcuno che non vuole fare, ed è la classe politica”, non si vuole arrendere Antonio Morelli che confessa di avere in Papa Francesco la sua stella polare, sperando che la sua testimonianza e le sue parole possano essere utili per un movimento di coscienza delle Istituzioni in favore di un mondo migliore, dove l’attenzione maggiore possa essere proprio nei confronti degli utlimi, “Possono passare venti, trenta, quaranta anni, ma quello che manca, manca, c’è poco da fare. Moralmente la colpa è tutta vostra, perché avete gli strumenti per fare e per dire e non avete fatto nulla, solo promesse, promesse e promesse”. Quindi voglio dire: qual è la giustizia?”,domanda Morelli riferendosi al caso di San Giuliano di Puglia, dove oggi è stata realizzata una scuola con le migliori tecnologie antisismiche, che però dovrebbe essere esportata in tutta Italia, un territorio a rischio, esposto a nuove possibili tragedie come il crollo nell’Università di Cagliari o in una scuola di Palermo. Proprio partendo dal senso di responsabilità nei confronti delle nuove generazioni, Morelli si è impegnato in prima persona anche in un coordinamento nazionale che raccoglie le più grandi tragedie italiane, come il Vajont, Amatrice, Rigopiano, L’Aquila, Viareggio, ma anche Ilva e ThyssenKrupp, perché non si dimentichi che queste vittime sono sulla coscienza di chi non ha fatto il proprio dovere. “Purtroppo sono il presidente del Comitato vittime di San Giuliano di Puglia”, sono queste le prime parole di Antonio Morelli, papà di Morena, una delle bambine che faceva parte della prima elementare della scuola Jovine, una delle bambine della classe 1996 cancellata dal paese.
Il 31 ottobre del 2022 una violenta scossa di terremoto causò il crollo del tetto della scuola elementare Francesco Jovine.
Che la scuola è e deve sempre essere luogo di crescita, di scoperta e affermazione di sé, mai di pericolo e di tragedia”. A noi, anzitutto a chi ha l’onere di governare le comunità e la Nazione, resta la consapevolezza che l’assurdo non deve mai più accadere. Poco più di 24 ore dopo la scossa più forte, alle 16:09 del 1 novembre un altro terremoto di magnitudo 5.7 colpì l’area, accrescendo i danni provocati dalla prima. Il terremoto del 31 ottobre 2002, magnitudo 5.7, avvenuto alle 11:32 ora italiana, ricorda l’Ingv, venne avvertito in una vasta area dell’Italia centro-meridionale, provocando danni significativi in un’area ristretta compresa fra i Frentani, il Sannio e la Capitanata, nelle province di Campobasso e Foggia. Sotto le macerie il corpo senza vita di 27 bambini e di una maestra, Carmela Cinigli. Oggi la comunità di San Giuliano di Puglia si è riunita nel cimitero cittadino per ricordare le vittime della strage, una ferita incancellabile per i cittadini del Molise e dell’Italia intera.
Si apre con la comunità riunita nel cimitero di San Giuliano di Puglia (Campobasso) la commemorazione dei 27 bambini e della maestra Carmela Ciniglio morti nel ...
Un messaggio alla comunità è arrivato dal ministro dell'Interno Piantedosi. Il primo cittadino Ferrante ha ricevuto telefonate di vicinanza alla comunità in occasione del ventesimo anniversario della tragedia dalla segreteria del presidente della Repubblica e dal ministro dell'Istruzione Valditara. Si apre con la comunità riunita nel cimitero di San Giuliano di Puglia (Campobasso) la commemorazione dei 27 bambini e della maestra Carmela Ciniglio morti nel crollo della scuola Jovine avvenuto con il terremoto di vent'anni fa, una scossa di magnitudo 6.0, il 31 ottobre del 2002.
"C'è l'impatto visivo del dolore. È un dolore che si rinnova. È fortissimo in una comunità colpita, in un paese colpito nella cosa più cara, ...
Perché poi la scuola è il momento in cui i nostri ragazzi vivono la loro quotidianità, non solo sicurezza, ma anche benessere generale". Siamo in un momento di finanziaria e bilancio, io credo sia un segnale importante aumentare i fondi all'edilizia scolastica, alla messa in sicurezza, all'adeguamento e miglioramento sismico e non solo. Io credo che, se vogliamo rendere giustizia a questi eventi, a queste tragedie, dobbiamo impegnarci ognuno ad ogni livello: dal cittadino alla politica alla parte tecnica perché ancora la sicurezza delle scuole deve fare un passo importante".
20 anni fa il crollo della scuola in cui persero la vita 27 alunni e la loro maestra.
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