Tra fine ottobre e inizio novembre in India si festeggia Diwali, celebrazione significativa caratterizzata da candele, fregi decorativi e dolci prelibati dalla ...
Il procedimento per prepararla è semplice, occorre solo un po’ di pazienza: occorre, infatti, ridurre il latte aromatizzato al cardamomo insieme allo zucchero per ore, fino a che non si solidifica. Secondo molti la jalebi sarebbe un’evoluzione della zalabiyeh, frittella tipica dei Paesi del Medio-Oriente, generalmente di forma tonda, introdotta in India in epoca medioevale e divenuta da subito un prodotto tipico delle feste di paese. Il saggio vinse la partita e così il re cominciò a posizionare il riso, in un numero sempre crescente; alla fine, Krishna rivelò la sua identità e chiese al re di offrire un budino di riso a tutti i pellegrini in visita al tempio a lui dedicato in città. Infine, queste palline dolci vengono immerse in uno sciroppo di zucchero aromatizzato al cardamomo, alla rosa oppure allo zafferano, che colora le delizie di un bel giallo brillante. In segno di apprezzamento, lo chef di Jahangir preparò per la prima volta il dolcetto con latte addensato e anacardi, una prima forma di kaju katli. In qualsiasi caso, sono sempre di forma tonda, morbidi e leggermente schiacciati al centro. Un giorno, un vecchio saggio sotto forma di Krishna – l’incarnazione terrena del dio Visnù, protettore del mondo – sfidò a scacchi il re della città di Ambalapuzha, appassionato del gioco che promise al saggio qualsiasi cosa volesse in caso di vittoria. Krishnaraja Wodeyar era il maharaja della città di Mysore negli anni ’30, un sovrano goloso e dalle aspettative alte: amava organizzare banchetti originali e stravaganti per la famiglia reale. Si tratta di una conchiglia di sfoglia leggera, una serie di cerchi concentrici di pasta delicata, ricoperta di sciroppo al cardamomo oppure zucchero a velo aromatizzato. Kheer nel Nord dell’India, payasam a Sud: in qualsiasi caso, stiamo parlando di un budino di riso popolare in tutto il Paese. Tipico street food fritto e piccante, il kachori esiste anche in versione dolce, e in questo caso prende il nome di mawa kachori. Non c’è Diwali in India senza kaju katli, prelibatezza a base di anacardi, zucchero, polvere di cardamomo e ghee, solitamente a forma di diamante.
Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata "festa delle luci": si usa accendere candele o lampade tradizionali chiamate diya.
Simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata “festa delle luci”: durante la festa (quest’anno si celebra il 24 ottobre) si usa infatti accendere delle luci (candele o lampade tradizionali chiamate diya). Il popolo della città, al ritorno del re, accese file (avali) di lampade (dipa) in suo onore. La più popolare leggenda associata alla festa è quella che tratta del ritorno del re Rāma della città di Ayodhya dopo 14 anni di esilio in una foresta.
La luce si celebra con la luce. Quindi, durante il Diwali, l'India si illumina: candele, fuochi d'artificio, lampade, lanterne e piccole luci vengono accese in ...
Perché si festeggia il Diwali? Il governo di New Dehli ha deciso, proprio in vista del Diwali 2022, di vietare la vendita e l’uso di petardi e fuochi d’artificio. Quali sono le tradizioni e cosa si mangia?
Tra ottobre e novembre si celebra in tutta l'India il " festival della luce" con addobbi colorati, canti indù e fuochi d'artificio.
Negli ultimi anni Diwali è al centro di critiche e polemiche per il fatto che contribuisce ad aumentare l’inquinamento atmosferico in India. Diwali, è una festa nazionale in tutta l’India che si celebra socializzando e scambiando regali con la famiglia e gli amici. La tradizione fa coincidere la festa con il ritorno della divinità Lord Rama nel regno di Ayodhya dopo 14 anni di esilio.
(LaPresse) Anche Dubai ha celebrato 'Diwali', una delle più importanti ricorrenze indiane che si festeggia nel mese di ottobre o novembre. 'Diwali'...
Anche Dubai ha celebrato 'Diwali', una delle più importanti ricorrenze indiane che si festeggia nel mese di ottobre o novembre. 'Diwali' simboleggia la.
La chef Marina Balakrishnan, in particolare, è specializzata nel “cibo del tempio del Kerala”, nutrimento leggero, sano e per certi versi anche spirituale.
Cittamani, un nome che evoca la figura femminile del Buddha, è un luogo in cui l’India moderna incontra l’Italia attuale e lungo il percorso raccoglie profumi e suggestioni internazionali. Dopo la sua formazione, ha lavorato presso la Mercer Kitchen di New York. In occasione del diwali, festa indiana che simboleggia la vittoria del bene sul male ed è chiamata festa delle luci, saranno proposti due speciali menu della chef Balakrishnan, disponibili da oggi - 24 ottobre - a mercoledì 26 ottobre compreso.
A Milano, il ristorante indiano Cittamani di Ritu Dalmia ospita Marina Balakrishnan, dal Kerala, con il menu a 65 € per la Festa delle Luci.
L’idea di fondo è quella di ospitare a Milano, nel suo ristorante Cittamani, chef e cucine indiane differenti. La cucina propone due menu diversi, uno per il pranzo e uno per la sera. A Nuova Delhi ha aperto un ristorante dal nome, e dalla cucina, italiani, Diva. La festa di Diwali dura 5 giorni nel mese indù di Ashwayuja, che solitamente cade tra ottobre e novembre. Siamo nel Sud dell’India, ovvero in una zona che produce ingredienti semplici, naturalmente ricchi di sapore e di nutrienti. Si tratta di piatti tradizionalmente cucinati a casa, e in seguito portati in offerta alle divinità.
Come ha detto su Città Nuova, Ravindra Chheda il Diwali è in assoluto una delle feste maggiormente festeggiate nel mondo. ... Ricordo una toccante cerimonia per ...
Le strade si riempiono di luci e colori, e il cielo è inondato di fuochi d’artificio. In un Paese multireligioso e multietnico come l’India, è una tra le molte festività e ha il potere di avvicinare e unire milioni di persone appartenenti a tradizioni religiose differenti, tra queste quella induista, sikh e jainista. Non solo perché l’induismo è la terza religione del pianeta in quanto a numero seguaci (circa un miliardo), ma anche perché in essa si riconoscono un po’ tutte le religioni presenti nel bacino del sanatana dharma (gianismo, sikhismo e anche buddhismo sono le tradizioni nate in India che si definiscono “dell’ordine universale”).