Scorn è l'incrocio tra un survival horror e un puzzle game che va analizzato e interpretato per scoprire i suoi significati più profondi.
E proprio per questo, a essere apprezzato fino in fondo da chi è in grado di cogliere il meglio da ciò che si crogiola nel grande buio dell’eternità. Non ne facciamo una questione di ritmo, perché è compassato per scelta e non deve mai chinare il capo a script o sezioni che sfociano in fughe forsennate, momenti di panico o apparizioni a sorpresa. Nonostante si tratti di una precisa volontà degli sviluppatori, non si può minimizzare il fatto che in Scorn molti momenti di gioco siano un po’ vittima di eccessiva e gratuita macchinosità. Scorn parte subito con gli enigmi, come un puzzle game in cui il vostro unico compito è quello di andare avanti senza mai incontrare nemici e capire come far funzionare gli aggeggi assurdi che vi si pareranno innanzi. E questo, oltre a essere un motivo di vanto, è in qualche modo anche sorprendente se si pensa a quali sono le più palesi fonti di ispirazione di Scorn. Succede quando si ha il primo contatto con qualcosa di sconosciuto, che non trova piena aderenza a schemi di consuetudine e familiarità.
La recensione di Scorn, l'horror di Ebb Software che afferra la nostra mano e ci trascina in un'esperienza videoludica raccapricciante e sconvolgente...
Scorn offre un'esperienza visiva angosciante e rivoltante che deve molto all'opera di Giger, Barker e Cronenberg. Se l'intenzione degli sviluppatori di Scorn era quella di dar vita a un'esperienza più che altro visiva, di grande impatto, raccapricciante come poche in ambito videoludico, si può dire senz'altro che ci siano riusciti. All'inizio ci sentiremo smarriti proprio come il protagonista del gioco, dispersi all'interno di quello che sembra un labirinto fatto di cunicoli e stanze tutte più o meno simili, ma la struttura a compartimenti stagni ci aiuterà a farci un'idea di ogni singola mappa. La narrazione è prettamente visiva e scegliendo di muoverci più o meno rapidamente potremo conferirle un ritmo differente, anche se in generale la durata del gioco si attesta sulle sei ore. Il personaggio che controlliamo è un uomo che si risveglia in questo luogo misterioso senza comprendere come ci sia finito esattamente, né quanto tempo prima. Giger sul design di Scorn, ma durante la pur breve campagna del gioco ci sono venuti in mente anche altri nomi: da Clive Barker e gli spaventosi cenobiti di Hellraiser a David Cronenberg e le carni deformate di Videodrome.
Un po' mi aspettavo che questo stranissimo mix di avventura, puzzle game e sparatutto in prima persona (ma poco poco) non sarebbe stato un gioco come tanti ...
Non che fare fuoco su queste creature schifose e sessualmente esplicite non dia un senso di soddisfazione e liberazione, ma affrontarle come in Outlast o in Alien: Isolation avrebbe aumentato ulteriormente il senso di urgenza e tensione, che invece, a parte qualche passaggio davvero spaventoso, lascia un po’ a desiderare. A non mancare, invece, è il senso di straniamento, claustrofobia e fastidio che si prova un po’ in tutto il gioco. Le sezioni di combattimento si mescolano quasi sempre a un approccio stealth, nel senso che tra le poche armi a disposizione, i proiettili ancora più scarsi e la resistenza dei nemici, conviene spesso aspettare e restare lontani dai nemici che non buttarsi in sparatorie sfrenate. Tutto ciò è accompagnato ogni tanto da qualche scelta libera (come quella iniziale “dell’uovo” di cui non voglio spoilerare nulla), ma in generale il percorso da compiere è sempre uno e, pur non avendo fatto una seconda run, dubito che ci sia un finale alternativo a quello che ho visto. Il protagonista, di cui anche alla fine non ho francamente capito l’identità, non può saltare o chinarsi (ma per fortuna può almeno correre), non esiste un HUD tradizionale e azioni come curarsi e ricaricare le armi bisogna scoprirsele da soli visto che il gioco non fornisce alcun indizio su come farlo. Fin dall’inizio infatti Scorn mette il giocatore alle prese con un mondo completamente alieno e sconosciuto, senza la minima indicazione di cosa fare, dove andare e dove essere, cosa che in confronto l’inizio di Elden Ring senza un bignami scritto nel minimo dettaglio.
L'opera prima di Ebb Software esce dai canoni tradizionali dell'horror per creare un'esperienza sorprendente e profondamente perturbante.
Radicale (come tutto il resto della produzione), ma perfettamente onesta con il pubblico e condivisibile, la scelta di portare Scorn solo su console Xbox di nuova generazione: le vecchie piattaforme non avrebbero mai potuto offrire prestazioni all'altezza della visione di Ebb Software. L'esperienza dello "stare nel mondo di Scorn" è esaltata da suoni, quasi sempre diegetici, la cui natura strisciante e mai invadente è meglio esaltata in cuffia. L'eliminazione fisica dei nemici, in una dimensione in cui non sembrano esservi bene e male, non dà alcuna ricompensa né soddisfazione: il godimento si fa intenso e addirittura oltraggioso quando sono le carni del protagonista a venire turbate e violate, facendoci domandare fino a che punto potrà spingersi la sua evoluzione. Ci sono senz'altro riusciti, tanto che è difficile parlare di Scorn approcciandolo linearmente come un insieme di componenti - grafica, trama, gameplay, sonoro - perché si tratta di un'esperienza survival horror atipica, priva dei classici jumpscare e senza sviluppi narrativi tradizionali. Non abbiamo particolarmente apprezzato il feeling della prima arma, una pistola che emette un'asta di lunghezza limitata e costringe a gestire i combattimenti con calma, indietreggiando con attenzione durante i lunghi tempi di ricarica. Eppure, essere costretti ad avvicinarsi ai disturbanti abomini crea una sensazione di disagio e disgusto che raramente abbiamo sperimentato in un videogioco, e si tratta di emozioni probabilmente ricercate da Ebb Software. Giger e il mondo dei videogiochi](https://www.everyeye.it/articoli/speciale-orrore-secondo-h-r-giger-aspettando-scorn-xbox-series-x-pc-48590.html)), nella creazione del mondo di Scorn. Solo in alcune, limitate, situazioni il protagonista mostra reazioni inconsulte, ed è solo nei casi in cui la violazione della sua carne è improvvisa e intollerabile. Ebb Software ci fa presto comprendere che il nostro protagonista non è veicolo di una fantasia di potenza del giocatore, ma anzi deve necessariamente dipendere da utensili di vario genere per proseguire, esattamente come l'uomo contemporaneo, ormai inseparabile da PC e smartphone. Conclusa l'avventura - durata otto ore - possiamo dire con soddisfazione che l'ispirazione sia stata più tematica che strettamente estetica: in altre parole, seppure i cromatismi di Giger siano perfettamente riconoscibili in Scorn - il massiccio impiego della scala di grigi è particolarmente indicativo - abbiamo visto in azione soprattutto la filosofia gigeriana, quell'attenzione ossessiva per le interazioni (meglio: integrazioni) tra uomo e macchina, l'utilizzo dell'alfabeto universale della sessualità, l'indifferenza dei protagonisti dei suoi quadri nei confronti della violenza sul loro e sull'altrui corpo. Allo stesso modo, anche i nemici non esprimono mai suoni intelligibili, e non vi è una sola parola scritta in tutto il mondo di gioco. Non è un mistero che gli sviluppatori di Ebb Software abbiano fatto riferimento all'arte di H.
La recensione di Scorn, un'avventura survival in prima persona, fortemente ispirata all'arte di H. R. Giger.
Ogni ostacolo che si parerà davanti al giocatore è perfettamente integrato nell'ambiente di cui fa parte e spinge a usare l'intuito per superarlo, senza l'ausilio d'istruzioni o suggerimenti audio. Inoltre, come già detto, il monte ore necessario per portare a termine Scorn potrebbe invogliare i giocatori a una seconda run e notare i tanti, affascinanti dettagli disseminati all'interno delle mappe di gioco. A tal proposito, gli sviluppatori hanno dichiarato che la durata della campagna di Scorn si aggiri tra le 6 e le 8 ore, in base al tipo di approccio scelto dal videogiocatore. Dal canto nostro, siamo riusciti a terminare il titolo in poco più di 6 ore, il tutto con un'esplorazione delle aree certosina, con anche diversi game over e giri a vuoto sulle spalle... La storia dietro lo sviluppo di Scorn non è certo tra quelle più semplici. Del resto nulla vieta una seconda partita, per osservare tutto da un punto di vista più consapevole.
Scorn è intenzionalmente criptico con quasi tutti i suoi enigmi finché non ti abitui alla sua tecnologia aliena, anche all'inizio dell'Atto 1 quando ti sarà ...
Usa il pannello direttamente di fronte alla gru (vicino alla struttura a spirale) per sollevare la gru, afferrare l'uovo, quindi abbassare la gru e posizionare l'uovo sulla sedia sottostante. Cambia il posizionamento del binario in modo che conduca nella stanza con la sedia aliena e la piccola gru (quella con l'ascensore circolare). Vai alla struttura a spirale al centro del piano terra nella stanza principale e interagisci con il pannello. Per spostare le uova in questo puzzle, devi spostare la gru su una di essere, quindi tenere premuto il pulsante "Usa" e spostare di nuovo la gru. Vedrai il puzzle delle uova aliene sul muro, insieme a un pannello con cui puoi interagire che sposterà queste uova in giro attraverso una sorta di dispositivo gru posto su binari. Interagisci con il pannello nella parte circolare e vedrai che in realtà è un ascensore che ti porterà al piano superiore.
Il gioco è un horror biomeccanico a base di puzzle, dalla direzione artistica ispirata ai lavori del pittore H.R. Giger – la stessa mente che ha partorito l' ...
[provato di Scorn](https://esports.gazzetta.it/gaming/21-09-2022/scorn-provato-79304), ne citiamo un passo significativo: il gioco “è disgustoso, raccapricciante e misterioso in egual misura. Aspettatevi, comunque, di non metterci più di una decina di ore, a patto di non restare bloccati in qualche puzzle. Scorn è finalmente disponibile a partire dalla giornata di oggi per Xbox e PC, dopo un’attesa lunga quasi un decennio.