Vajont

2022 - 10 - 9

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In ricordo del Vajont. Arnaldo Olivier, sopravvissuto al disastro ... (Qdpnews)

La sera del 9 ottobre 1963 Arnaldo Olivier, al tempo diciassettenne, era al bar con gli amici a guardare la tv. "Era un mercoledì di Coppa dei Campioni, ...

Anche la diga è ancora lì, un’opera ingegneristica mirabile che sopportò un urto che superava di gran lunga la sua portata: “Un simbolo della bramosia di denaro che ha messo da parte la vita umana”. Oggi infatti si parla di Vajont come di una “tragedia annunciata”. “La vecchia Longarone me la sogno ancora – racconta Olivier – di quello che era prima del Vajont non rimane nulla. Gli amici sono morti, non ci sono più le osterie di paese, i bar e le case dove abbiamo vissuto la nostra giovinezza spensierata. Ricordare e trasferire la memoria della tragedia ai figli e ai nipoti diventa un’azione necessaria per quelle 2000 vittime sacrificate in nome del profitto e che ad oggi non hanno ancora avuto giustizia”. Prima l’acqua che lo trascina violentemente e lo fa volteggiare “come un filo d’erba” tra un mare di oggetti galleggianti, poi l’abbraccio con la madre trascinata fuori dalla casa facendosi spazio fra i detriti che stanno defluendo a valle.

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Vajont è un'esperienza narrativa che racconta gli effetti che i disastri ... (Spaziogames.it)

È anche da quello che nasce l'idea di realizzare un'esperienza videoludica, in questo caso in realtà virtuale, che possa narrare un disastro dal punto di vista ...

«Cosa posso imparare e scoprire su me stessa se il mio ruolo non è più quello di una spettatrice passiva, ma di una partecipante attiva alla storia?» si chiede Di Bonaventura. È anche da quello che nasce l’idea di realizzare un’esperienza videoludica, in questo caso in realtà virtuale, che possa narrare un disastro dal punto di vista individuale. Classe 1993, l’artista è sopravvissuta al terremoto de L’Aquila del 2009 e sente molto vicino il tema di cui sta parlando.

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Tragedia del Vajont: l'Europa rompe il silenzio e annuncia la sua ... (Il Gazzettino)

LONGARONE - Alle 22.39 di 59 anni fa l'onda gigantesca spinta oltre la diga dalla frana scesa dal monte Toc, travolse e uccise quasi 2000 persone, ...

La trama di quella che sarà la prima presenza europea sui luoghi del disastro del 1963 è stata intessuta dall’eurodeputato pordenonese Marco Dreosto che da mercoledì prossimo cesserà le funzioni a Bruxelles per assumere quelle di senatore a Roma. In questo triste anniversario invio un pensiero al cimitero di Fortogna, il sacrario che raccoglie la memoria delle vittime innocenti. [LONGARONE](/t/longarone) - Alle 22.39 di 59 anni fa l’onda gigantesca spinta oltre la diga dalla frana scesa dal monte Toc, travolse e uccise quasi 2000 persone, radendo al suolo [Longarone](/t/longarone) e, sul versante friulano, [Erto](/t/erto) e [Casso](/t/casso).

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Belluno, «Crisi energetica e risorse ambientali, il Vajont è una ... (Corriere della Sera)

Vajont, le celebrazioni per i 59 anni dalla tragedia. Il sindaco di Longarone: «Ancora molto da imparare»

In queste ore, intanto, per la ricorrenza tra Longarone e i paesini di Erto e Casso è un brulicare di iniziative. «Ci sono due tipi di memoria di cui tenere conto in questi casi - spiega Roberto Padrin, sindaco di Longarone- quella dei superstiti, di chi ha visto l’orrore ma anche quella che serve per guardare al futuro. Ne sono passati 59 dal disastro del Vajont, chi è sopravvissuto all’onda di acqua e detriti che ha raso al suolo Longarone e all’epoca era un bambino oggi è un nonno.

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Diga del Vajont, il 9 ottobre 1963 il disastro da migliaia di vittime (Tag24 - Radio Cusano Campus)

Sono passati 59 anni dal tragico crollo della Diga del Vajont, che il 9 ottobre 1963 strappò alla vita quasi 2mila persone.

Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi. E il silenzio alla fine, quel funesto silenzio di quando l’irreparabile è compiuto, il silenzio stesso che c’è nelle tombe? Come ricostruire ciò che è accaduto, la frana, lo schiantamento delle rupi, il crollo, la cateratta di macigni e di terra nel lago?

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9 ottobre 1963, il disastro della diga del Vajont (La Nazione)

L'onda ciclopica provocata dalla frana del Monte Toc travolse Longarone, Erto e Casso provocando ufficialmente 1.917 vittime, di cui 487 bambini. Ma molte salme ...

L’altra parte dell’onda risalì la valle andando a colpire i paesini friulani di Erto e Casso e una miriade di borghi. Erano le 22.39 quando si originò l’enorme frana di roccia, dalla massa di circa due chilometri quadrati e 260 milioni di metri cubi di volume. L'onda ciclopica provocata dalla frana del Monte Toc travolse Longarone, Erto e Casso provocando ufficialmente 1.917 vittime, di cui 487 bambini.

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59° anniversario Vajont (Vicenzareport)

Presidente Zaia, “Nel ricordo di tanta tragedia il monito affinchè buon governo sia creare condizioni di sicurezza e garanzia di giustizia per i cittadini” ...

Un abbraccio ideale arrivi anche a tutti i sopravvissuti ancora presenti nella nostra comunità e fuori regione. è una ferita aperta nella carne della nostra terra. “Da quelle migliaia di morti innocenti non smette di arrivarci un monito affinché l’amministrazione pubblica sia buon governo, capacità di creare condizioni di sicurezza per i cittadini e sia sempre strumento in grado di fornire garanzie di giustizia – aggiunge il Presidente -.

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ANNIVERSARIO DEL DISASTRO DEL VAJONT. L'INTERVENTO DI ... (Radio Più)

LONGARONE Ricorre oggi il 59° Anniversario del disastro del Vajont. Giornata di ricordi a Longarone con il sindaco Roberto Padrin e tutte le autorità.

Sulle loro spalle dovremo porre la storia e la lezione del Vajont affinchè possano farsi carico della tristissima storia che hanno vissuto i loro genitori e trasferirla, proiettarla, nel futuro a monito perenne di quanto accadde il 9 ottobre 1963 a Erto e Casso, Longarone e Castellavazzo. Sono queste le persone che hanno saputo trasmettere a tanti giovani e meno giovani di oggi il senso della solidarietà e rappresentano una straordinaria ricchezza del nostro Paese. Un arrivederci dunque al 9 ottobre 2023 con l’auspicio di ritrovarci tutti con il cuore più sereno perchè nel frattempo il Mondo sta cominciando a capire che le dispute, le trattative, le ambizioni, le relazioni possono essere svolte con la diplomazia piuttosto che con i cannoni o le minacce nucleari. Oggi sono 59 anni dal quel 9 ottobre 1963 che ha segnato indelebilmente la storia delle nostre comunità e a tutti voi che oggi siete qui a condividere questo momento di preghiera e di ricordo, porgo il benvenuto, anche da parte dei Sindaci di Erto e Casso, di Vajont, di Ponte nelle Alpi e delle comunità che rappresentiamo. In questi anni abbiamo perduto tanti soccorritori, tanti superstiti, tanti sopravvissuti, ma oggi non posso non ricordare che questo è il primo anniversario che celebriamo senza il maestro Gianni Olivier, l’Informatore della Memoria del Vajont con la I maiuscola, colui che ha insegnato a generazioni e generazioni di giovani e li ha fatti crescere, colui che ha raccontato il Vajont con equilibrio e umanità nonostante il suo cuore fosse gonfio di profonda tristezza perché tutto questo lo riportava a quei giorni di dolore dove perse in un colpo solo la mamma, il papà e il fratello Angelo. Indirizziamo il nostro saluto, doverosamente, al Ministro Federico D’Incà, al Prefetto di Belluno, a tutte le autorità civili, militari e religiose, ai superstiti e ai sopravvissuti di una tragedia che ancor oggi è parte di noi.

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Diga del Vajont, il disastro nella notte del 9 ottobre 1963 (Corriere della Sera)

59 anni fa 260 milioni di metri cubi di terra si staccarono dal Monte Toc piombando nel bacino artificiale: la furia dell'acqua rade al suolo...

Dopo qualche giorno la magistratura ufficializza i capi d'accusa mossi nei confronti di alcuni dirigenti e consulenti della Sade (Società adriatica di elettricità) - che si occupò della progettazione e poi della realizzazione della diga del Vajont - oltre a una serie di funzionari del Ministero dei lavori pubblici. Il processo si concluse nel 1972 con la condanna del dirigente della Sade Alberico Biadene (che sconterà un anno e 6 mesi di reclusione) e di Francesco Sensidoni, ispettore del Genio civile. «Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia», scriveva sul Corriere della Sera dell'11 ottobre Dino Buzzati, «tutto qui. 59 anni fa 260 milioni di metri cubi di terra si staccarono dal Monte Toc piombando nel bacino artificiale: la furia dell'acqua rade al suolo Longarone ricoprendola di fango e detriti. La gigantesca frana si era staccata dal [Monte Toc](https://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/cronaca/22_ottobre_09/belluno-crisi-energetica-risorse-ambientali-vajont-lezione-il-futuro-44c57318-4743-11ed-85ec-5d7eb445c02d.shtml), nelle Prealpi bellunesi, tra il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto, provocando due onde che hanno superato la diga cancellando dalla faccia della terra Longarone e alcune frazioni dei paesi vicini. [migliaia di creature umane ](https://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/cronaca/22_ottobre_08/vajont-59-anni-fa-tragedia-il-materasso-si-piegato-sotto-forza-detriti-cosi-mi-sono-salvato-1d7d44b8-4737-11ed-85ec-5d7eb445c02d.shtml)che non potevano difendersi».

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Il ricordo della tragedia del Vajont e un monito: "Siamo ancora in ... (Il Libraio)

La sera del 9 ottobre 1963 il disastro della diga del Vajont causò circa 2mila morti. Oggi lo ricorda su ilLibraio.it Enrico Galiano, insegnante e ...

Insegnante e scrittore classe ’77, dopo il successo dei romanzi (tutti pubblicati da Garzanti) [Eppure cadiamo felici](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-eppure-cadiamo-felici-9788811602255/), [Tutta la vita che vuoi](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-tutta-la-vita-che-vuoi-9788811672326/), [Felici contro il mondo](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-felici-contro-il-mondo-9788811815402/), e [Più forte di ogni addio](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-piu-forte-di-ogni-addio-9788811605232/), ha pubblicato un libro molto particolare, [Basta un attimo per tornare bambini,](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-basta-un-attimo-per-tornare-bambini-9788811608882/) illustrato da Sara Di Francescantonio. È tornato al romanzo con [Dormi stanotte sul mio cuore](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-dormi-stanotte-sul-mio-cuore-9788811607205/), e sempre per Garzanti è uscito il suo primo saggio, [L’arte di sbagliare alla grande](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-larte-di-sbagliare-alla-grande-9788811815426/). Con Salani Galiano ha pubblicato la sua prima storia per ragazzi, [La società segreta dei salvaparole](https://www.illibraio.it/libri/enrico-galiano-la-societa-segreta-dei-salvaparole-9788831014519/), un inno d’amore alle parole e alla lingua. Che geniale la mente di quegli uomini che l’hanno pensata. C’è molto presente di oggi, in questa storia di cinquant’anni fa. Anche noi abbiamo costruito la nostra Cosa. Non sanno niente di quei paesi cancellati dalle carte. Loro non sanno niente di quei quasi duemila morti. Oggi lo ricorda su ilLibraio.it Enrico Galiano, insegnante e scrittore, che vive a un’ora di macchina dalla “Cosa”: “Che impressione che fa, dopo quasi cinquant’anni, vedere che quel buco è ancora lì. Che impressione che fa, dopo quasi cinquant’anni, vedere che quel buco è ancora lì. Che forti le braccia che l’hanno tirata su. E il ricordo si allarga e diventa una riflessione sul ruolo della scuola e sul futuro che stiamo costruendo: “Siamo ancora in tempo per smettere di fare male al mondo…”

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