Il Sig. ARTEMIDE ZATTI continua a guarire… Testimonianza di Don Carlo Bosio Il mio saluto fraterno a tutti voi e l'allegria di poter...
La grazia di essere vivo fa che molte cose smettano di inquietare e perturbare. Ci fermiamo in superficie e non percepiamo il valore e la grazia rappresentati dal fatto di “essere vivi”. Mi è piaciuto molto constatare che essere santo non consiste nell’essere perfetto o fare cose straordinarie, ma nel vivere in atteggiamento di servizio e disponibilità ai fratelli, specialmente i più bisognosi. Certamente l’esperienza di una guarigione che sfugge ai pronostici medici accentua in me la certezza di “essere vivo per miracolo”, per pura bontà di Dio. Perché, quando sono andato a studiare teologia in una comunità di Bahía Blanca, i due formatori che avevo, il direttore don Juan REBOK e l’assistente don Emilio BARASICH (che hanno conosciuto personalmente Zatti), hanno incominciato le novene (sono state tre) e hanno invitato le altre comunità e i conoscenti a pregare chiedendo la grazia per intercessione di Zatti. Ha vissuto con intensità la spiritualità salesiana dello “studia di farti amare”. Il secondo, il 18 aprile: dopo aver trascorso la notte in coma, mi sono svegliato al mattino, ho parlato un poco, poi ho chiesto di mangiare e, con stupore di medici e infermiere, la febbre era sparita. E tanti confratelli che si presi cura di me con affetto. In primo luogo, desidero fare un chiarimento: con piacere rendo questa testimonianza, ma ricordo sempre che la figura chiave di tutto è il Sig. Da allora in poi la ripresa fu molto rapida e totale. I medici hanno ripetuto ai miei genitori che il caso era molto difficile e non c’era speranza di vita. Per due volte mi hanno fatto il drenaggio.