Padre Massimo Travascio ci prepara alla festa del Patrono d' Italia e al dono dell'olio della lampada che arde sulla sua tomba · Come declinare il prendersi cura ...
La memoria viva dell’italiano San Francesco ci aiuti tutti a cogliere con gioia il vero senso della vita, il cuore del Vangelo: donarsi senza misura per amore di Dio e dei fratelli”. “Uno degli episodi della vita di Francesco d’Assisi è senz’altro il racconto del lupo di Gubbio, che il Santo avrebbe ammansito e riconciliato con gli abitanti di quella città. In questo anno, farsi pellegrini qui, per la solenne commemorazione del beato Transito del santo Patrono d’Italia, assume ancor di più il significato dell’affidamento al Poverello nel sostenere la Speranza in un tempo di incertezza in cui alla pandemia del Covid-19 si sono aggiunte la povertà, la solitudine e la guerra, mostrandoci chiaramente quanto sia importante pensarci fratelli tutti”.
Anche quest'anno, il 4 ottobre, vi sarà la festa di San Francesco, patrono d'Italia, con le celebrazioni che coinvolgeranno ad Assiti tutto il Paese.
La giornata sarà anche un’occasione per chiedere l’intercessione di San Francesco per la nostra Italia e il nostro popolo, affinché ci dia il dono e la forza di metterci al servizio degli altri. Dopo la prima celebrazione della festa porteremo tutti i nomi in un cesto davanti alla tomba di Francesco in modo che possa benedire la loro e la nostra esistenza. Un evento fortemente voluto dalla Cei per commemorare tutte le persone che hanno perso la vita con il Covi e ringraziare tutti colori che hanno aiutato nel corso dell’emergenza, a cui parteciperà anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
In occasione della festa di San Francesco di Assisi, patrono d'Italia, il vescovo di Nuoro, mons. Antonello Mura, presiederà domani mattina, alle 11, ...
Maria Assunta in Lula, con il coordinamento della diocesi e della sua Pastorale del turismo. Antonello Mura, presiederà domani mattina, alle 11, una celebrazione eucaristica nel santuario diocesano di Lula. In occasione della festa di San Francesco di Assisi, patrono d’Italia, il vescovo di Nuoro, mons.
La storia di San Francesco. Agropoli in festa, intervista al Prof. Antonio Infante alla scoperta delle origini del culto.
Fino agli anni ’60 lo scoglio di San Francesco è stato meta di pellegrinaggi dei fedeli che attribuivano all’argilla da esso ricavabile proprietà miracolose. Al termine della Messa, processione con la venerata effige del Santo che percorrerà le vie San Francesco, Via Amendola, C.so Garibaldi, P.zza Vittorio Veneto, Via Pio X, Via Colombo, P.zza della Repubblica, Via S. Approdato sulla spiaggia intese subito iniziare a predicare accorgendosi però ben presto dell’indifferenza nutrita nei suoi confronti dalle genti locali, ormai quasi irrimediabilmente «scristianizzate» per il lungo dominio saraceno. Nel pomeriggio, alle 18, Corona francescana e la Santa Messa presieduta da Don Vincenzo Gallo, Responsabile Regionale Adulti di Azione Cattolica. Felice, Via Piave, C.so Garibaldi, Via Mazzini, P.zza della Mercanzia, Via Riviera Antonicelli, Via Salecaro, Via S. [Agropoli](/notizie/agropoli) e San Francesco è antico è consolidato; fin dalla fondazione del Convento che, fronteggiando la rupe e il promontorio, insieme con la chiesa della Madonna di Costantinopoli, sembra abbracciare il porto e la marina.
Allo Speco, uno dei santuari francescani più autentici, fondato da San Francesco nel 1213, il 3 ottobre alle 18.00 la messa solenne del transito. Il 4 ottobre, ...
“Io sono la Morte della Morte – Laudi e racconti in memoria dello Transito del Poverello di Assisi Santo Francesco”: è questo il titolo dell’evento dedicato alla lettura di brani tratti dalle fonti francescane e dalla Divina Commedia. Alla celebrazione saranno presenti i sacerdoti della Forania, con la partecipazione del Coro Polifonico “San Francesco”. Alle 18.00 la solenne celebrazione presieduta dal vicario generale della diocesi di Terni-Narni-Amelia, Salvatore Ferdinandi. Il pellegrinaggio, nello specifico, si snoderà lungo un percorso di 15 chilometri, da Narni allo Speco francescano. Alle ore 17, dunque, la recita del Rosario e le confessioni. Qui la celebrazione presieduta dal vicario generale Salvatore Ferdinandi nel piccolo romitorio in cui Francesco soggiornò e fece dei miracoli.
Pellegrinaggio notturno dei giovani allo Speco di Narni in occasione della Festa di San Francesco. Celebrazioni anche a Terni e Sambucetole.
Lunedì 3 ottobre alle ore 21 presso il Santuario di San Francesco di Terni, a cura del gruppo Assisi Nel Vento, la settima edizione della Festa della Mia Parola dedicata al transito di San Francesco. Presso il santuario antoniano dei Protomartiri francescani in Terni, lunedì 3 ottobre alle ore 18.30 ci sarà la messa solenne con lettura del beato transito di San Francesco che sarà presieduta dal vescovo Francesco Antonio Soddu. [Festa di San Francesco](https://www.lavoce.it/san-francesco-4-ottobre-assisi/), viene proposto dai giovani del servizio di Pastorale Giovanile della [Diocesi di Terni-Narni-Amelia ](http://www.diocesi.terni.it)e dai Frati francescani.
In occasione della solennità francescana del 4 ottobre, l'intervista di Interris.it a fra Marco Moroni, custode del Sacro convento di Assisi.
Oggi abbiamo bisogno di vivere oggi con la stessa spiritualità di Francesco, adeguando la nostra scelta di vita e calandola nella concretezza del dove viviamo, delle persone con cui entriamo in contatto. San Francesco è noto anche come il poverello d’Assisi per la sua scelta di vivere accanto a quella che lei chiamava “Madonna Povertà”. Ai piedi della Povertà c’è un roveto mentre dalle sue spalle cresce un roseto: la povertà scelta per amore di Cristo è un segno di libertà che fa fiorire la vita. Nei suoi scritti, uno scrigno di quella che è la sua spiritualità, troviamo la sua capacità di lode a Dio e il suo desiderio ardente di vita in amicizia con il Signore”. Francesco si è messo a servizio della Chiesa e l’ha sostenuta, al tempo stesso rinnovandola con l’umiltà e con la capacità di dare segnali concreti di un modo diverso di vivere. “La tradizione dell’Italia non è quella di chiudersi, ma di aprirsi.