Alcuni residenti delle abitazioni circostanti, più basse, sono ricorsi al Tar per fermare i lavori. Ma per il tribunale amministrativo il volume...
E poiché una «ristrutturazione» non deve più rispettare area di sedime e sagoma del vecchio fabbricato, ma solo la volumetria, i giudici hanno stabilito che il futuro immobile di via Anfiteatro non può considerarsi una nuova costruzione. E ha ritenuto valida l’autorizzazione di Palazzo Marino, che era riuscito a determinare la consistenza del rudere già nel 1999 — avallando la costruzione di un edificio residenziale poi non realizzato —: una densità edilizia per un valore di 1.240 metri quadrati di Slp, la superficie lorda di pavimento che somma i singoli piani. Mentre il nuovo stabile, che misurerà 3.620 metri cubi, sarebbe invece una «nuova costruzione» priva dei relativi permessi e che si fonda sulla (semplice) presentazione della Scia, la Segnalazione di inizio attività da parte di Rs Sviluppo nel gennaio 2020. «Speravamo venisse destinata a uno spazio giochi per bambini, era l’ultimo fazzoletto di verde rimasto, invece il Comune ha autorizzato un progetto che priverà le nostre abitazioni di luce, aria e veduta», si rammaricano i vicini del futuro gigante di cemento che impatterà sul panorama. A tormentare i sonni di alcuni residenti di Brera, in pieno centro storico, è il cantiere di via Anfiteatro (ma non c’entra nemmeno il rumore di ruspe e attrezzi al lavoro) dove sorgerà un edificio di dieci piani tra due palazzine che ne hanno solo quattro: una si trova proprio in via Anfiteatro al civico 5, l’altra in via Albertini 5/7 (entrata alternativa a via Legnano 8), separate in precedenza da un’area di 405 metri quadrati ricavata nel 2007 dall’abbattimento di un rudere pericolante. «Inoltre il nuovo palazzo sarà distante poco più di un marciapiede dai nostri immobili — denunciano i cittadini —, deturpando l’estetica di un luogo di particolare pregio architettonico, oltretutto a cento metri dal teatro Strehler».