Un “consolidato sistema associativo di natura corruttiva” tra politici e imprenditori. È quello che si era creato a Otranto, una delle mete turistiche più ...
Secondo quanto emerso dall’inchiesta della procura di Lecce, a Otranto si era “consolidato sistema associativo di natura corruttiva politico-imprenditoriale”, che “da tempo avrebbe pervaso” l’amministrazione comunale, “coinvolgendone amministratori e funzionari troppo vicini ad alcuni imprenditori con interessi economici”. Sotto la lente degli inquirenti alcuni provvedimenti amministrativi come le autorizzazioni edilizie, in particolare nel settore turistico, la realizzazione di parcheggi e del mercato coperto, e i finanziamenti pubblici chiesti dal Comune di Otranto anche all’Unione europea. Un “consolidato sistema associativo di natura corruttiva” tra politici e imprenditori.
E' poliedrico quanto potente l'imprenditore salentino finito agli arresti domiciliari: avrebbe voluto portare in Salento il marchio Twiga di Briatore.
Inchiesta della Procura di Lecce su una presunta truffa nel settore turistico-alberghiero con 60 indagati. I fratelli Cariddi in carcere, domiciliari...
Pierpaolo Cariddi e suo fratello Luciano Cariddi, quest’ultimo ex sindaco di Otranto, sono stati portati in carcere, gli altri otto indagati (compresi Roberto e Raffaele De Santis) sono stati posti agli arresti domiciliari.](//corrieredelmezzogiorno.corriere.it/bari/cronaca/22_settembre_12/autorizzazioni-il-twiga-sostegno-luciano-cariddi-il-senato-ruolo-roberto-de-santis-e8a22b60-3290-11ed-91f7-57d47d8a8591.shtml) Nell’operazione di stamani, invece, sono scattati gli arresti domiciliari per Emanuele Maggiulli, ex dirigente dell’Ufficio tecnico di Otranto (pure lui coinvolto nell’indagine «Re Artù»), Roberto Aloisio, Giuseppe Tondo, Marco Maggio, Salvatore Giannetta, Luigi Bleve, Roberto De Santis e Raffaele De Santis. Pierpaolo Cariddi è implicato anche nell’indagine «Re Artù» della guardia di finanza di Otranto che, a luglio, ha portato all’arresto di cinque persone, tra cui l’ex senatore ed ex assessore regionale pugliese al Welfare, Totò Ruggeri. Gli indagati sono 60. Le misure cautelari sono firmate dal gip del Tribunale di Lecce, Cinzia Vergine, su richiesta del procuratore aggiunto Valeria Elsa Mignone. Inchiesta partita nel 2017, quando venne sequestrato il nascente lido “Twiga” di Otranto.
Lunedì mattina il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Lecce, su richiesta della Procura, ha disposto l'arresto di dieci persone.
I reati contestati sono a vario titolo quelli di associazione per delinquere finalizzata al compimento di delitti contro la pubblica amministrazione, corruzione elettorale, frode in processo penale e depistaggio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato. Tra gli altri agli arresti domiciliari ci sono funzionari pubblici e imprenditori locali, tra cui il presidente di Federalberghi Puglia, Raffaele De Santis. Le due persone in carcere sono l’attuale sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, eletto a giugno scorso per un secondo mandato consecutivo con una lista civica, e suo fratello Luciano Cariddi, già sindaco di Otranto per due mandati tra il 2007 e il 2017.
Il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, è stato arrestato insieme al fratello e ad altre 8 persone: l'indagine riguarderebbe delle tangenti.
Ai domiciliari altre 8 persone tra politici e imprenditori, tra cui il presidente di Federalberghi Lecce, Raffaele De Santis. Il lavoro dell’Arma si è poi intrecciato con un’altra indagine, condotta dalla Guardia di finanza, chiamata ‘Re Artù’. Ondata di arresti a Otranto, in provincia di Lecce, nella mattinata di lunedì 12 settembre.
LECCE – Sono 47 gli indagati a piede libero nell'ambito dell'inchiesta che ha investito Otranto, una delle capitali del turismo della Puglia, portando alla ...
Completano la lista Raffaele De Cicco, 67enne di Otranto; Fernando Cariddi, 59enne di Uggiano La Chiesa; Michele Giovinazzi, 38enne di Otranto; Mauro Finocchito, 61enne di Otranto; Antonio Stefanelli, 60enne di Otranto; Cataldo Russo, 56enne di Otranto; Fernando Paiano, 47enne di Otranto, Mercedes Turgi Prosperi Desersconforti, 47enne di Otranto; Mariano Cosimo Merico, 65enne di Uggiano La Chiesa; Fatjoin Xhezairaj, 40enne residente a Otranto; Daniele Merico, 42enne residente a Otranto; Luigi Marti, 52enne di Spongano; Francesco Marrocco, 55enne di Otranto; Antonio Ricchiuto, 40enne di Giurdignano; Stefano Papadia, 42enne di Otranto; Patrizia Ricci, 60enne di Otranto. Per altre otto persone è scattata la misura degli arresti domiciliari ( [qui l’articolo](https://www.lecceprima.it/cronaca/arresti-cariddi-carabinieri-finanza-otranto-12-settembre-2022.html)).
In mostra alla Torre Matta di Otranto, l'artista Rä di Martino si misura con un mostro sacro del teatro italiano. Grazie a una preziosa ricerca nel suo ...
La seconda parte è dedicata al lavoro su Dracula. Altrimenti, come nei lavori citati Open Trees e Play House, sono io stessa a rielaborare foto trovate, ri-fotografandole, manipolandole e ri-stampandole in modo classico, ma con soggetti ormai irreali. Qui per me c’è una coincidenza con la frase di Carmelo Bene “Là dove muore, canta”. O, ad esempio, con l’archivio del Piper di Torino. Cosa emerge nel paragone tra passato e presente? L’idea di Carmelo Bene mi ha colpito perché il tema sarebbe stato perfetto e mi stupisce non lo abbia poi realizzato e perché, nonostante la forma casuale, rarefatta e parziale delle annotazioni, si riesce comunque ad avere un’idea chiara di come avrebbe voluto sviluppare lo spettacolo, sia drammaturgicamente che visivamente.
In carcere il sindaco Pierpaolo Cariddi, sospeso dall'incarico perché sottoposto a divieto di dimora da luglio, e suo fratello e predecessore Luciano.
Per gli arrestati l’accusa è, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al compimento di plurimi delitti contro la pubblica amministrazione, di corruzione elettorale, frode in processo penale, depistaggio, turbata libertà degli incanti e truffa ai danni dello Stato e dell’Ue. Complessivamente gli indagati sono 60. In carcere il sindaco Pierpaolo Cariddi, sospeso dall'incarico perché sottoposto a divieto di dimora da luglio, e suo fratello e predecessore Luciano
È la tesi della Procura della Repubblica di Lecce alla base del dispositivo che ha condotto all'arresto dell'attuale sindaco e del fratello Luciano: ...
Un episodio, in particolare, è quello relativo al Villaggio Serra Alimini Uno, riconducibile a Raffaele De Santis, dove i Cariddi di accordo con l’imprenditore, incaricano l’ex comandante e Roberto Aloisio di ostacolare e sviare un’indagine penale relativi ai reati in materia edilizia, urbanistica e paesaggistica consumatisi all’interno della struttura. L’ex primo cittadino avrebbe esercitato anche pressioni su pubblici ufficiali e rivolto minacce nei confronti di chi rifiutava di sottostare alle sue richieste. Inoltre, avrebbero conferito incarichi professionali al sindaco, ai suoi familiari e ai suoi prestanome per assicurare, attraverso l’azione coordinata dei pubblici amministratori, allo studio professionale associato Cariddi, introiti costanti ma anche l’accreditamento professionale, derivante dal buon esito di tutte le pratiche da loro gestite. Dell’associazione farebbero parte, secondo l’accusa, i tecnici coinvolti, che, nei propri ruoli, avrebbero consentito ai due fratelli il rilascio di autorizzazioni illecite in contrasto con gli strumenti urbanistici vigenti, collaboratori che avrebbero fatto da prestanome al sindaco nei progetti realizzati da quest’ultimo per non farlo figurare in prima persona, e persino l’ex comandante della polizia locale, Vito Alberto Spedicato, che avrebbe “preavvisato” gli imprenditori vicini ai Cariddi di controlli previsti per la verifica della regolarità delle opere realizzate (stabilimenti balneari e strutture ricettive), consentendo agli stessi di documentare all’autorità giudiziaria la legittimità del proprio operato. Di questa associazione, il capo sarebbe da ricondursi nella figura di Luciano Cariddi, che avrebbe condizionato il funzionamento amministrativo anche dopo la fine del proprio mandato, fornendo direttive e specifiche indicazioni al fratello Pierpaolo, eletto sindaco al suo posto, e ai funzionari dell’Ente, soprattutto in merito al rilascio delle autorizzazioni e all’affidamento dei lavori, cercando di favorire gli imprenditori “amici” in cambio di consenso elettorale. Gli imprenditori “amici” avrebbero garantito il supporto dei propri dipendenti e quello di altri colleghi, convincendoli sull’ottenimento di benefici e tutele dei propri interessi in caso di appoggio ai fratelli, con importanti mezzi economici utili a sostenere i costi delle campagne elettorali.
L'ordinanza del Tribunale di Lecce ha posto ai domiciliari il 64enne di Martano, proprietario di alcuni dei più bei resort del Salento.
A Potenza, quando gli chiedono conto del motivo della transazione, Amara risponde così: «Perché dietro Blue Power c’era un imprenditore, mi pare si chiami Ledis (in realtà Nettis, ndr), e un certo Roberto De Santis che gestiva insieme a Descalzi questa operazione, e perché c’era l’interesse di D’Alema». L’ultima suggestione invece emerge direttamente dalle carte dell’inchiesta di Potenza sul faccendiere Piero Amara, che ha raccontato una storia su cui sono in corso accertamenti: l’Eni nel 2019 avrebbe fatto una transazione da 35 milioni con una società off-shore, la Blue Power dell’imprenditore pugliese Francesco Nettis, per lo sfruttamento di un brevetto (in realtà mai utilizzato) per l’estrazione del gas. Negli anni De Santis è stato coinvolto, uscendone sempre a testa alta, in moltissime inchieste giudiziarie di mezza Italia ma soprattutto in grandi scandali.