Venezia 79

2022 - 9 - 11

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Il Leone d'oro di Venezia 79 va a "All the beauty and the bloodshed ... (Rai News)

Il Leone d'oro di quest'anno va all'unico documentario del concorso. Miglior attore Colin Farrell, miglior attrice Cate Blanchett. Standing ovation e premio ...

Queste le parole del regista durante la cerimonia finale della 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Il Leone d'Argento - Gran Premio della Giuria della Mostra del cinema di Venezia 2022 è andato a 'Saint Omer' di Alice Diop (Francia), toccante storia del processo per un infanticidio commesso da una migrante disperata. Due i premi andati al film “Vera” di Tizza Covi e Rainer Frimmel (Austria), il premio Orizzonti per la miglior attrice vinto da Vera Gemma nel film " e il Premio Orizzonti per la Miglior Regia. Le sue parole sono state salutate da un lungo applauso dalla platea della Sala Grande del Palazzo del Cinema a Lido di Venezia. "Dedico questo premio ai due uomini più importanti della mia vita, mio figlio Maximus e al mio bellissimo papà, Giuliano Gemma". Il film, unico documentario del concorso, racconta della fotografa statunitense Nan Goldin e documenta la sua lotta contro la famiglia Sackler, proprietaria della società farmaceutica Purdue Pharma, ritenuta responsabile dell'epidemia di oppioidi negli Stati Uniti.

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Biennale Cinema 2022 | Premi ufficiali della 79. Mostra (La Biennale di Venezia)

Assegnati dalle cinque giurie internazionali nel corso della Cerimonia di premiazione (sabato 10 settembre, ore 19).

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Venezia 79, gli hair style da red carpet da copiare per la prossima ... (Vanity Fair.it)

Con l'autunno alle porte, non c'è momento migliore per sbirciare le acconciature più belle del tappeto rosso e ricreare quella magia, all'insegna di nuovi ...

Il più amato resta quello basso, basta saperci giocare quando lo si costruisce con uno spray capace di ottenere un “effetto wow” e con un olio capace di dare lucentezza. «Il ponytail: non solo è sinonimo di ordine ma trasmette bellezza in varie forme e con un tocco di originalità, che può variare con un’onda sulla coda o con un pizzico di glitter. Ultimamente va per la maggiore quello laterale, anche se il più gettonato resta il basso, con cui si può giocare con la riga. Quello che prima era considerato cool, quindi la stravaganza o la trasgressione o la teatralità oggi è passato di moda, perché ci si vuole far notare in altri modi, con maggior riservatezza». Può sembrare un controsenso, ma si dovrebbe sempre evitare il cosiddetto “effetto parrucchiere”, quello che mostra impalcature ma dice poco sulla personalità e l’originalità di chi lo porta. Sul fronte acconciature si procede di pari passo: «Lo chignon, visto varie volte anche nei look della madrina e in altre celeb, a partire da Julianne Moore fino ad arrivare a Patricia Contreras, è l’epitome della raffinatezza, ma con un tocco di modernità quando una ciocca o due vengono lasciate fuori dalla compattezza. Scoprire totalmente un volto diventa sinonimo di sicurezza in se stesse, soprattutto dopo la pandemia che ci ha imposto una certa rigidità (anche se necessaria). Una bella schiena nuda su cui si adagia una chioma con quest’effetto offre l’occasione di mostrare e nascondere allo sguardo nello stesso momento». Il volume va bene, ma senza mai eccedere: si vede lo studio che c’è dietro ma senza che l’acconciatura sembri mai appoggiata, posticcia. C’è dietro un lavoro minimal, per sottrazione e il suo fiocco nero di velluto sottolinea un trend molto presente poi nei giorni successivi di festival. Ci sono cerchietti, fasce, spille, mollette, fiocchi e nastri, un tripudio di dettagli che fanno la differenza». Un ottimo riassunto lo regala la presidentessa di giuria Julianne Moore con la sua grazia senza tempo arricchita da dettagli pop.

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Venezia 79, Luca Guadagnino vince il Leone d'argento con i ... (Vanity Fair.it)

Il regista italiano ha vinto il premio per la miglior regia. La sua dedica va ai registi iraniani Mohammad Rasoulof e Mostafa Aleahmad, in carcere come ...

E ancora: «Bones and all è una metafora di tutti coloro che vivono ai margini della società e che sono alla ricerca della loro tribù». E ancora: «Bones and all esiste come un matrimonio speciale tra l'Italia e l'America, il cinema non conosce confini». E poi ai suoi mostri: «Non c'è posto per i mostri nel mondo dell'amore, è una frase a un certo punto pronunciata nel film.

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Venezia 79, vince il Leone d'Oro il documentario su Nan Goldin (Artribune)

Leone d'Oro a "All the Beauty and the Bloodshed", film-documentario che racconta la vita della fotografa statunitense Nan Goldin. Ecco tutti i premi.

“Sono davvero così felice di essere qui su questo palco, moltissimi attori meravigliosi sono in questa sala e io sono con Luca, il mio magnifico regista”, diceTaylor Russell premiata appunto per Bones and all come attrice emergente. Il premio per la Migliore regia non è solo meritatissimo, è il giusto riconoscimento per un autore poco celebrato da riconoscimenti ufficiali. Bones and all esiste come matrimonio speciale tra USA e Italia, e questo perché il cinema non conosce confini e geografia”. È stata insolita, ‘sciapa’, poco movimentata ma non per questo meno interessante. È la regista premio Oscar Laura Poitras a ricevere il Leone d’Oro per il suo film documentario All the Beauty and the Bloodshed incentrato sulla fotografa Nan Goldin. Ma come è stata la 79.

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Venezia 79 | I film vincitori e i premi: da Luca Guadagnino a Cate ... (The Hot Corn Italy)

Film, registi e interpreti premiati. Ecco i Leoni della 79. Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, da Colin Farrell a Luca Guadagnino.

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Venezia 79: il Leone d'Oro a Laura Poitras e tutti i premiati (TV Sorrisi e Canzoni)

Miglior regista Luca Guadagnino. Coppe Volpi a Cate Blanchett e Colin Farrell. Gran Premio della giuria ad Alice Diop per “Saint Omer”

Il premio alla Migliore esperienza di Venice Immersive è andato invece a "The Man Who Couldn't Leave". Il premio intitolato a Marcello Mastroianni, assegnato a un giovane talento, va a un’attrice, la 28enne canadese Taylor Russell, interprete del film di Guadagnino “Bones and All”. Il film racconta - attraverso diapositive, dialoghi intimi, fotografie e rari filmati - la storia epica ed emozionante dell’artista e attivista Nan Goldin e della sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti di overdose da farmaco.

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Tutti i belli (e impossibili?) della Mostra del Cinema di Venezia 79 (elle.com)

Da Harry Styles a Brad Pitt passando per Timothée Chalamet: ecco i belli e impossibili avvistati sul red carpet di Venezia 79.

A Venezia in qualità di ambassador di Armani, main sponsor dell’evento, il duca dei nostri cuori in smoking e giacca di raso ha confermato su tutta la linea la potenza del suo sex appeal ribadendo la sua candidatura a perfetto 007. Fascino caravaggesco per Chalamet, [al lido per il film di Guadagnino, Bones and All](https://www.elle.com/it/showbiz/cinema/a41056158/timothee-chalamet-venezia-79/), che ha lasciato di stucco per il suo look avant-garde: un completo rosso fuoco con la schiena scoperta di Haider Ackermann che ha mandato in visibilio i fan presenti e regalato scatti memorabili ai fotografi. [ il red carpet della Mostra del Cinema di Venezia](https://www.elle.com/it/moda/street-style/g41086802/look-red-carpet-venezia-2022-giorno-6/) ha ospitato tra le più belle e affascinanti star di Hollywood.

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Finale in grande stile per Venezia 79: il tappeto rosso dell'ultima ... (Io Donna)

Sul Red carpet finale di Venezia 79: una lunga parata di abiti total black, da Julianne Moore a Cate Blanchett. Lo stilista più indossato? Armani.

Tessa Thompson, ad esempio, ha scelto un abito con peplo argentato della collezione Armani Privé Autunno-Inverno 2009/2010, mentre le star di Euphoria Maude Apatow e Sydney Sweeney hanno optato per due lunghi abiti total black con fiocchi e gonne voluminose. Per l’ultima sera in Laguna l’attrice americana ha indossato un mini abito bianco con scollatura a cuore, cut-out, perle e gonna asimmetrica di Schiaparelli. Per la sfumatura più scura di tutte hanno optato Julianne Moore, in una creazione Dior voluminosa con balze e ruches; Cate Blanchett, che ha scelto invece un abito più fluido, con dettaglio monospalla e scialle incorporato, firmato Louis Vuitton; Taylor Russell, la giovane attrice premiata per Bones and All che si è fatta portavoce di un’eleganza d’altri tempi, grazie ad un vestito con corpetto arricciato e maxi fiocco. Quello sfoggiato da Tessa Thompson, abituata a sorprendere con look stravaganti e sopra le righe. Star internazionali e look indimenticabili hanno conquistato il Lido, incarnando al meglio il sogno del cinema. Il red carpet si rivela ad altissimo livello glamour, con look monocromatici e teatrali, da Julianne Moore a Cate Blanchett

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Venezia 79, duello all'ultimo look sul red carpet: promossi e bocciati ... (Il Fatto Quotidiano)

Dall'estetista alla parrucchiera, dalla stilista di spose (chi si sposa?) alla duchessa reale, da Salvini (ditemi voi cosa c'entra?) alla ex Miss Italia, ...

Una nuvola di taffetà azzurro baby, troppo rigido e infagottante, per Zooey Deschanel, invitata anche al party più esclusivo che ha messo a dura prova persino il più incallito degli imbucati. Chiudiamo questa rassegna con il divo per eccellenza, Brad Pitt: così divo che si è presentato in sneakers. Laura Dern opta invece per un tricoter a petali di girasole che fa molto vintage/chic. Un delirio anche per la tifoseria transgender. Il direttore creativo della Maison di Piazza Mignanelli, Pierpaolo Piccioli, ha curato poi anche i look di Florence Pugh e Julianne Moore, tra trasparenti luminescenze: promosse entrambe a pieni voti. Dall’estetista alla parrucchiera, dalla stilista di spose (chi si sposa?) alla duchessa reale, da Salvini (ditemi voi cosa c’entra?) alla ex Miss Italia, passando per uno stuolo di influencer, “gieffine” ed tronisti.

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Venezia 79, vince il film su Nan Golding, Guadagnino Leone d'Argento (Vanity Fair.it)

Il Leone d'oro va per il terzo anno consecutivo a una donna: Laura Poitras per All the Beauty and the Bloodshed. Premiato anche Luca Guadagnino per Bones ...

Per il pubblico che ha fatto che le sale fossero piene sempre, senza distanziamento. Vorrei ringraziare la mia famiglia per aver sopportato la mia assenza. Luca Guadagnino riceve il Leone d’argento per la miglior regia con la sua storia di cannibali adolescenti Bones and All e il discorso trasuda emozione: «Fare film è sempre la stata la mia vita. In collegamento da Los Angeles, l’attore definisce la vittoria «inaspettata». Anche Guadagnino dedica la vittoria ai registi iraniani incarcerati e conclude con un'incitazione: «Viva loro, viva la sovversione e viva il cinema». Jafar Panahi vince il premio speciale della Giuria con No bears (Gli orsi non esistono), una riflessione sulla sua condizione di prigionia. E la famiglia di Todd. Bones and All si porta a casa anche il premio Mastroianni per il miglior attore emergente con Taylor Russell che dice commossa: «Ti voglio tanto bene, Luca». Poitras dedica il Leone d’Oro all’attivista al centro del suo film, che racconta la sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti di overdose da farmaco: «Non ho mai conosciuto nessuno che fosse così coraggiosa come lei». E ancora: «Il cuore di una donna nera che può raggiungere questo risultato è anche un messaggio politico». «In un libro che leggevo ho trovato questa frase che riguarda le donne di colore: “Il nostro silenzio non ci proteggerà”. La regista americana vince il Leone d’Oro alla Mostra del cinema di Venezia con All the Beauty and the Bloodshed, film su Nan Golding.

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Venezia 79. Il Palmarès: assenze e presenze di Daniela Brogi ... (doppiozero)

Malgrado i pronostici lo dessero per favorito, Jafar Panahi non ha ottenuto alla fine il riconoscimento principale. Certo, le cose non sarebbero cambiate: ...

Usando lei stessa le parole e gli stereotipi orientalisti su di lei, in quanto africana, che le istituzioni vogliono usare, ne rovescerà (forse) la direzione e gli esiti. Quando soggetti che sono spesso rimasti in silenzio (e non vale solo per la comunità nera o trans) cominciano a parlare, non si tratta solo di far spazio, di includere, ma di capire come siamo stati in quello spazio. Buona parte del film si svolge durante il dibattimento in tribunale, mettendo silenziosamente a confronto Rama, che assiste al processo e aspetta un figlio, e Laurence, che ammette di aver ucciso il suo bambino, ma dichiara di non sapere le ragioni del suo gesto e anzi chiede alla giuria e anche a noi che man mano che assistiamo da semplici spettatori e spettatrici fuori dall’evento finiamo per sentirci interpellati e ricoprire, in un certo senso, la posizione di partecipanti al processo. Si tratta di film spesso d’autrice, che lavorano in spazi espressivi e formali più anomali, anche imperfetti se si vuole, coincidenti con il cinema documentario o in ogni caso vicini ad esso, come nel caso appunto di Alice Diop. Oltre il confine si trovano attori e collaboratori che seguono le sue indicazioni per filmare la storia di una coppia di iraniani alla ricerca di passaporti contraffatti per lasciare la Turchia. Intanto però torniamo a Saint Omer, un altro film tra i favoriti alla vigilia, che ha ricevuto il Leone d'argento-Gran Premio della Giuria, oltre a un curioso Premio Opera Prima (curioso perché la regista ha già alle spalle sette documentari, l'ultimo dei quali premiato a Berlino nel 2021).

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Venezia 79, il prigioniero Panahi nel film Gli orsi non esistono (Vanity Fair.it)

Il film del regista iraniano in concorso alla Mostra del cinema di Venezia è una riflessione sulla condizione dell'Iran di oggi.

I piani si confondono in continuazione, in una riflessione tra cinema e realtà. Panahi si mette davanti alla macchina da presa, nel ruolo di se stesso, un regista che cerca di dirigere un film in collegamento Internet da un villaggio al confine con la Turchia. Come è noto, il grande regista iraniano Panahi è stato arrestato lo scorso luglio dopo che era andato a chiedere informazioni alle autorità sul collega Mohammed Rasoulof, anche lui in carcere.

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