A Roma per la beatificazione di Giovanni Paolo I anche i piccoli, dal 4 ai 14 anni, del Coro Arcobaleno della cittadina bellunese, protagonisti anche ...
Sarà la nostra veglia di preghiera per Giovanni Paolo I, e speriamo di avere tanti bambini che ci ascoltano, perché la canzone è una vera e propria lezione di catechismo. La canzone stessa è un viaggio nella vita di Papa Luciani e quindi noi abbiamo semplicemente seguito le sue orme, con i bambini, le loro famiglie e la Corale di Limana”. Sì, perché sarà la terza volta che veniamo a Roma con il Coro Arcobaleno, quindi ci sarà una rappresentanza. Quindi loro si sono sentiti subito protagonisti di questo progetto, e con loro anche gli adulti perché noi abbiamo registrato la canzone con la Corale di Limana. A Canale d'Agordo abbiamo conosciuto Loris Serafini, che è il direttore della Fondazione Papa Luciani e anche del museo, che abbiamo visitato, come anche le chiese grandi e piccole. Ma, come ci racconta Catia Della Vecchia, nessuno dei bambini del coro, poco più di un anno fa, quando è iniziato il viaggio di “Sempre piccoli” “aveva mai sentito parlare di Papa Luciani”. Con loro siamo andati sulla tomba di Papa Luciani, e lì abbiamo pregato con lui e per lui. Nel video infatti si vedono anche gli adulti della Corale di Limana, diretta da Donatella Triches, che dirige anche il Coro Arcobaleno, ma i protagonisti sono i bambini, che seguono i passi di Albino Luciani nella casa natale, il museo e la chiesa di Canale d’Agordo, nelle calli e i ponti di Venezia, sulle strade e le piazze di Roma. Per questo, a me e mio marito Luciano Reolon, è sembrata una cosa bella far conoscere questa figura così importante per tutto il bellunese e per il mondo ai bambini, perché penso che anche i bambini devono essere partecipi di questo evento così importante. E molti sono rimasti sorpresi nel vedere che era come loro, un bambino vivace, ma curioso e studioso, che è stato malato ma ha sempre avuto molto coraggio”. Un coro di 47 bambini, tra i 4 e i 14 anni, fondato 40 anni fa da Catia Della Vecchia e dal marito Luciano Reolon, quando erano giovani educatori nella parrocchia di santa Giustina di Limana, e che fa del canto un’esperienza formativa, come tutti i cori della “galassia” dell’Antoniano di Bologna. Un bambino che nel 1978 sarebbe diventato Papa Giovanni Paolo I e che il 4 settembre viene beatificato.
Papa Luciani è nato e cresciuto nell'Agordino, ha insegnato a Belluno, è stato vescovo di Vittorio Veneto e, poi, Patriarca di Venezia...
Un riconoscimento che conferma, ancora una volta, il ruolo di cui la comunità veneta è stata protagonista nella Chiesa del ‘900. È un figlio di questa terra, uno che, come tanti della nostra gente, ha conosciuto la durezza del lavoro nella famiglia contadina, gli anni della fame e della miseria, l’emigrazione dei familiari, la fatica per conquistarsi il diritto allo studio, ma senza perdere mai speranza e ottimismo. Papa Luciani è nato e cresciuto nell’Agordino, ha insegnato a Belluno, è stato vescovo di Vittorio Veneto e, poi, Patriarca di Venezia.
Margherita Marin è l'unica sopravvissuta delle suore che assistevano il Pontefice: «Ci voleva bene, si scusava di farci lavorare troppo».
Il cardinale Luciani ci conosceva bene: le Suore di Maria Bambina erano state al suo fianco quando era in diocesi a Vittorio Veneto e poi quando era patriarca di Venezia. Sono ricordi e pensieri che rimangono, come la sensazione di aver condiviso cose davvero grandi». Per un mese dopo i funerali di papa Luciani le quattro religiose sono rimaste in Vaticano per servire il nuovo Pontefice, Giovanni Paolo II. Ormai era tutto pronto per la Messa, ma abbiamo visto che il caffè era ancora lì… Così, prima di salutarci per andare a riposare, mi ha chiesto che Messa gli avrei preparato e gli ho riposto che erano i santi Angeli Custodi. Ognuna aveva il suo compito e io ero incaricata di predisporre l’occorrente per la celebrazione liturgica del mattino, a cui prendevamo parte con lui.
A rendere possibile la cerimonia di beatificazione è stato un miracolo attribuito a Papa Luciani e avvenuto in Argentina.
A rendere possibile la cerimonia di beatificazione è stato un miracolo attribuito a Papa Luciani e avvenuto in Argentina, a Buenos Aires, una decina di anni fa. A smontare definitivamente la fake news che ha circolato per anni ci ha pensato la vice postulatrice della causa di beatificazione, Stefania Falasca che ha rintracciato i referti medici di quando Luciani era patriarca a Venezia, dimostrando che già allora era in cura da un cardiologo per evidenti scompensi cardiaci. È stato definito «il Papa del sorriso» perché effettivamente sorrideva sempre, di buon umore, affabile con tutti.
Nella Messa del 4 settembre la petizione sarà letta dal vescovo di Belluno-Feltre Renato Marangoni, dal postulatore cardinale Beniamino Stella e dalla ...
“Il sorriso di un veneto, lo stesso che in trentatré giorni ha dato nuova fiducia al mondo, da domenica prossima sarà quello di un Beato. A presiedere la Messa sarà il Patriarca Francesco Moraglia, metropolita della provincia ecclesiastica di Venezia. Il patriarcato di Venezia, guidato da monsignor Francesco Moraglia, la
In mostra anche il letto di Albino, che lui regalò a don Giovanni dopo che la sua casa era stata bruciata dai nazisti.
Fu così che don Giovanni poté dormire ancora in un letto, che poi che è stato restituito recentemente dalla nipote di don Giovanni Luchetta, Teresina De Pra e dal marito Dario Costa, affinché potesse tornare a dimorare in quella casa dove ancora oggi si può ritrovare il passato di Papa Luciani. Oggetti carichi di storia, molti dei quali ci raccontano particolari illuminanti sulla personalità di Luciani, come il letto di legno esposto in una delle stanze, letto che venne dato in dono a don Giovanni Luchetta. «Oltre a poterla visitare singolarmente senza guida, la Fondazione organizza anche delle visite guidate - spiega il direttore Serafini -.
Lo confessò in un libro uscito nel 1976, Illustrissimi, un insieme di lettere scritte ai più svariati personaggi della storia e della finzione letteraria. « ...
Nel dossier pubblicato da Famiglia Cristiana nel numero da giovedì primo settembre in edicola e in parrocchia, tre giornalisti e scrittori, Stefania Falasca (vicepostulatrice della causa di papa Luciani), Luciano Regolo (condirettore di Famiglia Cristiana) e Andrea Tornielli (direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede) presentano i tratti salienti della sua vita, ne approfondiscono le radici familiari e culturali, evidenziano l’originalità del suo insegnamento. Lo confermò diventato Sommo Pontefice scegliendo il nome, già d per sè emblematico, di Giovanni Paolo I (per la prima volta, nella bimillenaria storia della Chiesa fu scelto un doppio nome, in ossequio ai due pontefici che avevano preceduto Luciani, Giovanni XXIII l'aveva consacrato vescovo, Paolo VI l'aveva creato cardinale). Lo confessò in un libro uscito nel 1976, Illustrissimi, un insieme di lettere scritte ai più svariati personaggi della storia e della finzione letteraria.
A rendere possibile la cerimonia di beatificazione è stato un miracolo attribuito a Papa Luciani e avvenuto in Argentina.
A rendere possibile la cerimonia di beatificazione è stato un miracolo attribuito a Papa Luciani e avvenuto in Argentina, a Buenos Aires, una decina di anni fa. È stato definito «il Papa del sorriso» perché effettivamente sorrideva sempre, di buon umore, affabile con tutti. A smontare definitivamente la fake news che ha circolato per anni ci ha pensato la vice postulatrice della causa di beatificazione, Stefania Falasca che ha rintracciato i referti medici di quando Luciani era patriarca a Venezia, dimostrando che già allora era in cura da un cardiologo per evidenti scompensi cardiaci.
Ecco gli appuntamenti in programma in occasione della beatificazione del Pontefice Albino Luciani Giovanni Paolo I (1912-1978). La celebrazione liturgica con il ...
"Giocare con Dio" è un'antologia di testi, aneddoti e stralci di omelie anche inediti di Albino Luciani curata da Nicola Scopelliti.
Telefonare a Dio è pregare, è farsi vivi con Lui, è mettersi in comunicazione con Lui, anche con la Madonna e con i santi!». ti chiamo per dirti che ti voglio bene, che mi ricordo di te, che ho bisogno di un po’ di aiuto, di bontà, di buona volontà, di amore, di essere più obbediente, di fare la pace con i compagni”. D’altra parte «la felicità e l’infelicità stanno nel modo con cui si accettano i fatti della vita, imparando a esser contenti di quello che posso avere». Bisogna poi imparare ad amare: «Ama, anche se il tuo amore è amaro, perché più amaro di un amore amaro è l’amarezza di non saper amare». Di qui traspare lo spirito da bambino di Giovanni Paolo I che vive il proprio ministero con allegria e fiducia nell’abbraccio di Dio, il quale è prima di tutto un Padre buono. Relativamente alla necessità di fare il bene, Luciani racconta che «un uomo cristiano era preoccupato di osservare la legge di Dio e di non fare peccati.