Prima fotografo, poi giornalista Rai e poi di nuovo fotografo. Due "mestieri", così vicini, a cui si dedicò sempre con serietà e passione.
Ma anche perché noi toscani consideriamo il disegno l’“etica” stessa di ogni espressione figurativa”. Nel 1962 abbandonò la fotografia come passione e diventò un giornalista Rai dopo aver collaborato con il “Mondo” di Mario Pannunzio. Era nato a Signa, nei pressi di Firenze, nel 1928, e iniziò a dedicarsi alla fotografia nei primi anni ‘50.
Addio a 93 anni al grande fotografo e giornalista fiorentino. Collaborò a «Il Mondo» di Pannunzio. Enzo Biagi lo inviò nel 1962 a Mosca per il...
Collabora con «Il Mondo», la raffinata rivista di Mario Pannunzio. Nel 2016 realizzò per «la Lettura» #225 una copertina con un surreale autoritratto sotto forma di libro. Nel 2015 è uscito per Contrasto Il giro dell’occhio , volume antologico che ripercorre la sua carriera (il suo lavoro, con l’archivio, è rappresentato da Fondazione Forma per la Fotografia). «Quelle foto furono uno choc per me e per tutti gli italiani che le vedevano per la prima volta», raccontava. Pochi minuti insieme, quasi una «benedizione». «Tornai non so quante volte a rivederla», ricordava pochi anni fa.
È morto a 93 anni il fotografo Piergiorgio Branzi, che realizzò reportage e servizi giornalistici dall'Italia alla Russia per grandi riviste e per la Rai.
“Di osservazioni coerenti in cui lo sguardo è sempre pronto a percorrere il mondo, tracciare e nominare la visione di profili di terre e di pietre. Dopo una collaborazione con Il Mondo di Mario Pannunzio, nel 1960 venne assunto alla Rai come giornalista: come inviato, su incarico di Enzo Biagi, si trasferì a Mosca per diversi anni, diventando il primo corrispondente occidentale nella Russia oltrecortina, per poi essere trasferito dal 1966 al 1969 a Parigi e tornare infine a Roma come commentatore del telegiornale. Compromettente perché quel fondo di bicchiere che conosciamo, e che capta quel lampo di luce che racchiude un frammento di realtà, è rivolto verso l’esterno, ma l’immagine proviene dal nostro intimo più profondo e nascosto: e ci racconta e ci smaschera“.
Museum of Modern Art di San Francisco, Guggenheim di New York, Fine Art Museum di Houston, Tate Gallery di Londra e Museo Nacional Centro de Arte Reina ...
È sempre presente, meno protagonista della sua vita per trent’anni, anni in cui comunque si serve della macchina fotografica e, in parallelo, realizza pitture e incisioni. A cavallo tra gli anni 70 e 80 torna a Firenze per ricoprire il ruolo di direttore della sede. Collabora con Il Mondo di Mario Pannunzio e nel 1962 è assunto in Rai, dove il direttore del Tg1 Rai, allora Enzo Biagi, lo manda a Mosca, prima sede giornalista all’estero della Rai dove Branzi sarà il corrispondente televisivo occidentale più seguito nella capitale sovietica.
Giornalista, reporter, corrispondente per la Rai da Mosca. E una Leica sempre portata al collo.
Morto Piergiorgio Branzi, il grande fotografo e giornalista fiorentino aveva 93 anni. Collaborò con “Il Mondo” di Pannunzio e nel 1962 Enzo Biagi lo inviò a ...
Le sue fotografie sono state esposte in numerose mostre italiane e del mondo, dedicate alla fotografia del Novecento, inclusa la prestigiosa “Italian Metamorphosis” al Guggenheim di New York. Collaborò con settimanali illustrati e in particolare con “Il Mondo” di Pannunzio. Quello di un corpo profondamente attento, lieto di continuare a vivere di meraviglia e di osservazione“. “Di osservazioni coerenti in cui lo sguardo è sempre pronto a percorrere il mondo, tracciare e nominare la visione di profili di terre e di pietre. Era proprio la tradizione, anche pittorica, figurativa toscana che lo aveva formato, in quell’atmosfera di “realismo formalista” che si respirava in quegli anni. Morto Piergiorgio Branzi, il grande fotografo e giornalista fiorentino aveva 93 anni.
Enzo Biagi lo inviò a Mosca, dove Piergiorgio Branzi aprì la prima sede di corrispondenza giornalistica di un'emittente radiotelevisiva italiana. Qui continuò ...
Una serie di vedute e ’rivedute’ che comunicano la stessa esperienza esistenziale dell’autore, il suo respiro. Fondazione Forma per la Fotografia che ne custodisce l’archivio ha ricordato la sua scomparsa nelle parole di Roberto Koch, fondatore della casa editrice e presidente di Forma: "Piergiorgio Branzi ieri ci ha lasciato dopo una lunga e avventurosa vita. Ma anche perché noi toscani consideriamo il disegno l’etica stessa di ogni espressione figurativa”.